Nell’ultimo Consiglio dei ministri, in programma prima del passaggio di consegne al nuovo Governo, è stata approvata la riforma sulla non autosufficienza. Gli obiettivi sono la semplificazione e l’assistenza personalizzata anche per i non autosufficienti.
Sono trascorsi solo quattro mesi da quando l’Italia ha ospitato le giornate del MIPAA, la conferenza ministeriale per il Piano di Azione Internazionale sull’Invecchiamento organizzata dall’UNECE, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite. Dal 15 al 17 giugno, con la guida e il coordinamento della ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia, Elena Bonetti, si sono incontrati a Roma numerosi esponenti di organizzazioni internazionali per la revisione quinquennale del MIPAA (Madrid International Plain of Action on Ageing).
Si è parlato di lotta all’esclusione, agli abusi, all’ageismo, all’emarginazione; condivisione di buone pratiche; tutela dei diritti degli anziani; transizione demografica; sviluppo sostenibile; ingresso degli anziani in una società sempre più digitalizzata; silver economy e soprattutto politiche per l’invecchiamento attivo, caregiving informale e assistenza sanitaria.
La riforma sulla non autosufficienza
In questo senso, la decisione appena presa dal Governo, ci porta alla “velocità di crociera” degli altri Paesi europei, che già da circa trent’anni hanno varato riforme sulla non autosufficienza. Lunedì, nell’ultimo Consiglio dei ministri in programma prima del passaggio di consegne al nuovo Governo, è stato approvato il disegno di legge delega per la salute degli anziani: gli obiettivi sono la semplificazione e l’assistenza personalizzata anche per i non autosufficienti. Una riforma importante e destinata a una platea piuttosto ampia. Sono infatti 3,8 milioni gli anziani non autosufficienti – ovvero il 5% della popolazione – e 10 milioni tra familiari e operatori le persone interessate. Una prosecuzione, quindi, delle missioni 5 e 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a loro già dedicate.
La nascita del Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (CIPA)
Il testo della legge, che si compone di nove articoli, è nato grazie alla collaborazione tra Presidenza del Consiglio, il Ministero del Lavoro, il Ministero della Salute e 52 organizzazioni non profit nel settore della non autosufficienza degli anziani. Nascerà così il Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (CIPA) che avrà il compito di promuovere il coordinamento e la programmazione delle politiche nazionali in favore delle persone anziane, con particolare riguardo alle politiche per la presa in carico delle fragilità e della non autosufficienza.
Cosa prevede la riforma per la non autosufficienza
Il Ddl prevede che gli anziani possano ricevere assistenza a casa propria con professionalità, senza doversi obbligatoriamente recare in ospedale o in residenze assistite. Una possibilità che permette di mantenere quindi il contatto con la propria famiglia e sfera sociale, salvaguardando il benessere psicologico dell’assistito. Questo nuovo sistema di assistenza si approccia alla cura alla persona in modo innovativo, integrando prestazioni sanitarie e interventi di carattere socioassistenziale. Tra gli altri obiettivi sono compresi anche la valorizzazione della continuità di cure domiciliari dell’anziano e la promozione di misure a favore dell’inclusione sociale; la semplificazione delle procedure di accertamento e valutazione della condizione di persona anziana non autosufficiente; la creazione di un servizio di assistenza domiciliare integrata sociosanitaria e sociale – che unifica gli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) e il servizio di assistenza domiciliare.
Che cos’è la sostituzione dell’indennità di accompagnamento
Viene avviata anche, in via sperimentale, la “prestazione universale per la non autosufficienza” in sostituzione dell’indennità di accompagnamento. L’erogazione sarà graduata secondo il bisogno assistenziale e offrirà la possibilità di optare fra una prestazione economica e specifici servizi alla persona. È stato dato spazio anche a interventi a favore dei caregiver familiari. In particolare, la ricognizione delle tutele per il loro reinserimento nel mercato del lavoro.
Il futuro della riforma per la non autosufficienza
Una serie di norme, quindi, che presuppongono l’impiego di numerose e adeguate risorse, ma a cui provvederà il nuovo governo, durante la stesura della legge di Bilancio. Il PNRR non prevede lo stanziamento di fondi, ma solo la messa a punto della normativa. Gli esperti, comunque, ritengono che almeno per il primo anno potrebbero servire circa 600 milioni per far partire la prima fase.
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