A priori, proiettarsi nel futuro in modo positivo sembrerebbe la scelta più salutare e desiderabile. Ma una nuova tesi suggerisce che, al contrario, potrebbe non essere affatto una buona idea. Per dimostrarlo i ricercatori hanno tirato in ballo l’identità, ossia l’insieme dei caratteri particolari che individuano ciascuno di noi.
Uno studio sull’identità
Tre psicologi statunitensi, Jordi Quoidbach, Joseph S. Reiff e Hal Hershfield hanno recentemente presentato i risultati di uno studio dal titolo complesso, “Identità nel tempo. La somiglianza tra i sé predice il benessere 10 anni dopo”. La ricerca è stata condotta su più di 5.000 cittadini americani di età compresa tra i 20 e i 75 anni. Il risultato è che «le persone che percepiscono una maggiore somiglianza tra il sé attuale e il sé futuro, sperimentano a distanza di 10 anni una vita più soddisfacente».
Riparliamone tra 10 anni
In parole povere, proiettare un’immagine di sé più simile a quella corrente, garantisce maggiori probabilità di condurre in futuro un’esistenza salutare e soddisfacente. Per valutare il grado di soddisfazione della vita di ogni partecipante, i ricercatori hanno condotto due sondaggi, a distanza di 10 anni. Hanno utilizzato come parametri cinque tratti della personalità: calmo, affettuoso, intelligente, curioso e attivo. Confrontando le risposte hanno così scoperto che più le persone rimangono simili a se stesse, più la loro soddisfazione e il loro benessere aumentano.
Agire (con ottimismo) per migliorare ciò che siamo ora
Spiega Quoidbach: «Quando le persone percepiscono somiglianze tra il loro sé attuale e quello futuro, è più probabile che agiscano per migliorare la vita della persona che diventeranno». Questa relazione, secondo gli autori, è indipendente da età, sesso, istruzione e reddito, presuppone ottimismo ed è costantemente stabile nel corso di tutta la vita.
Il valore della lungimiranza
In effetti, la conclusione non sorprende: se siamo soddisfatti del nostro presente tanto da vederci simili a come in realtà siamo oggi, faremo in modo di mantenerci tali. Alle gratificazioni immediate preferiremo programmi più “lungimiranti” e concreti. Ad esempio, continueremo a mangiare in modo salutare e a fare movimento. Frequenteremo gli stessi amici e seguiremo i nostri hobby. Non ci procureremo debiti. Il tutto per rimanere, in fondo, come siamo.
Abbandoniamo le fantasie
Niente voli pindarici, dunque. I dati mostrano infatti che avere aspettative troppo alte equivale a segnare il passo per un’infelicità futura. In questo senso, Quoidbach afferma infatti che «è possibile che previsioni troppo ottimistiche siano in realtà più simili a fantasie positive che a previsioni ragionevoli».
Dunque, se ci immaginiamo in futuro migliori di come siamo oggi, facciamo un passo indietro. O rischieremo di scoprirci insoddisfatti.
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