Era il 2012 quando in Italia, per la prima volta, si è parlato di Giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare. Un uomo, Stefano Tavilla, e la sua associazione “Mi nutro di vita” avevano organizzato un incontro in cui alcune donne – che avevano affrontato personalmente questi disturbi – ne parlavano apertamente.
In memoria di Giulia Tavilla
Bisogna tornare indietro di un anno per capire i motivi che hanno portato al compimento di questo passo. Stefano Tavilla è infatti il padre di Giulia, una ragazza di 17 anni che ha combattuto contro una bulimia nervosa. Appena prima di essere ricoverata in ospedale, però, Giulia non ce l’ha fatta e il suo corpo non ha retto agli scompensi fisici che la malattia le ha provocato. Era il 15 marzo 2011 e Stefano, di fronte alle tremende conseguenze che un disturbo alimentare può provocare, ha deciso di trasformare la sua battaglia personale e familiare in un movimento per sensibilizzare la popolazione e le istituzioni.
I disturbi del comportamento alimentare: cosa sono
Ma a cosa ci si riferisce quando si parla di disturbi del comportamento alimentare o DCA? I principali sono l’anoressia, la bulimia e il binge eating, Ne esistono anche altri, meno diffusi, come la night eating syndrome (letteralmente “sindrome da alimentazione notturna” che consiste nella compulsione a mangiare notevoli quantità di cibo le ore notturne) o il picacismo (un disturbo che consiste nel mangiare regolarmente cose non ritenute commestibili). Nonostante si manifestino con sintomi diversi, queste condizioni hanno un aspetto in comune: una profonda sofferenza psicologica che si manifesta attraverso il controllo sul proprio corpo e sul cibo o, viceversa, con la sua perdita.
La prima Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla
Quella prima giornata nazionale ha così scoperchiato un vaso di Pandora tanto profondo quanto complesso: l’importanza della salute mentale e della sua cura. Iniziative del genere hanno continuato a fiorire finché, con una direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 maggio 2018, la ricorrenza è stata riconosciuta ufficialmente con il nome di “Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla”. Prima dell’Italia, già in altre parti del mondo si combatteva una strenua lotta contro i disturbi alimentari; in particolare in America, dove il simbolo di questa battaglia era già il fiocchetto lilla.
I passi di questi dieci anni
Oggi, rispetto al 2012, la consapevolezza e i livelli di informazione sui DCA e, in generale, sulla salute mentale, sono notevolmente cambiati. Basti pensare che con la Legge di Bilancio 2021 il Ministero della Salute ha istituito un Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, che rientrano così ufficialmente nei LEA – Livelli Essenziali di Assistenza. È inoltre emersa con forza l’esigenza di avere un’immagine nitida del contesto sociale interessato dal fenomeno e di dare omogeneità ai servizi sanitari che si occupano di prevenzione e cura. A questo proposito è nata la “Guida ai servizi territoriali per la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione”, realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità, che offre una mappatura delle associazioni, dei servizi sanitari e dei professionisti che, in ogni regione, si occupano di trattare questi disturbi.
Nella presentazione della Guida si leggono alcuni dati, aggiornati a dicembre 2021, circa l’incidenza dei disturbi sulla popolazione italiana: ne sono affette circa 3 milioni di persone, di cui il 70% sono giovani. Le più colpite sono le donne, ma la tendenza è in crescita anche tra gli uomini. La pandemia da Covid-19, inoltre, ha aggravato la situazione, con un aumento del 30% dei casi nella fascia d’età tra i 12 e i 25 anni.
Disturbi del comportamento alimentare: come affrontarli
Si legge anche che armi vincenti contro i DCA sono la diagnosi precoce e un approccio multidisciplinare alla terapia. Il processo di cura inizia quindi dalla comprensione di questi disturbi, in cui la sofferenza del corpo è lo specchio di un dolore emotivo molto radicato, e prosegue nelle strutture specializzate in cui i malati vengono aiutati da equipe di psicoterapeuti, psichiatri, nutrizionisti, infermieri e altre figure specializzate nel trattamento dei singoli disturbi alimentari.
Alla luce di questi dati risulta evidente la necessità di accendere un faro sull’importanza della salute mentale, a volte sottovalutata perché “invisibile”. La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla ricorda che, con l’adeguato supporto delle istituzioni e della società civile, si può ricucire quel legame che unisce la mente e il corpo e che permette di guarire da un disturbo alimentare.
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