Poco tempo fa il presidente cinese Xi Jinping ha augurato agli anziani di tutto il Paese una felice “Festa del Doppio Nove”, una festa degli anziani nota anche come Chongyang Festival, che ricorre il 7 ottobre.
Approfittando dell’occasione, lo stesso Xi Jinping ha anche dichiarato che “nel rispondere in maniera proattiva all’invecchiamento della popolazione, intende adottare politiche che favoriscano un contesto sociale in cui gli anziani siano rispettati, curati e trascorrano felici i loro ultimi anni”. Ulteriore obiettivo del Governo cinese è infatti fornire “servizi integrati di assistenza agli anziani e servizi sanitari, accelerando lo sviluppo di programmi e industrie per la vecchiaia”.
A fine 2018, la Cina aveva una popolazione di 249 milioni di persone dai 60 anni in su (il 17,9% della popolazione nazionale). Le stime ufficiali indicano che, nel 2050 saranno circa 490 milioni (più di un terzo della popolazione totale). Per cercare di affrontare la sfida dell’assistenza ai senior, negli ultimi 15 anni la Cina ha aumentato la pensione di base per i pensionati e l’offerta di case di cura, ha facilitato l’accesso al mercato per gli investitori privati e stranieri, offrendo esenzioni fiscali sui servizi di assistenza agli anziani a livello locale.
Sempre sul finire dello scorso anno, la Cina disponeva di 163.800 istituti e strutture di assistenza agli anziani, per quasi la metà costruiti con investimenti privati. I posti letto disponibili erano 7,46 milioni, con una copertura di servizi e strutture basate sulla comunità in tutte le aree urbane e in oltre la metà delle comunità rurali. Ma una ricerca condotta dal China Research Center on Aging (CRCA) e dalla compagnia internet Tencent ha svelato che oltre l’84% degli anziani cinesi preferisce rimanere a casa piuttosto che trasferirsi in case di cura.
Non è un caso che i grandi gruppi assicurativi del Paese, come Taikang Insurance Group e China Life, abbiano già programmato investimenti consistenti in istituti di assistenza agli anziani, soprattutto in grandi città come Pechino e Shanghai. In questo senso le stime del Qianzhan Industry Research Institute sono illuminanti: prevedono un valore di mercato di 7,7 miliardi di yuan nel 2020 e di 22.300 miliardi di yuan nel 2030 per le industrie cinesi di assistenza agli anziani. Un trend in linea con una ricerca del Guolian Securities la quale sostiene che “mentre il processo di invecchiamento accelera e la vita delle persone continua a migliorare, sono più che mai necessari i servizi di assistenza agli anziani di alta qualità”.
Per Wang Lili, un ricercatore della stessa CRCA, le industrie della terza età sono sì cresciute velocemente, ma gli anziani chiedono anche una fornitura più efficace di servizi e prodotti mirati, si potrebbe dire “personalizzati”. Questa nuova fascia di consumatori spinge su nuove aree di consumo tecnologico, in particolare nel settore dei dispositivi di sicurezza delle abitazioni, nella sanità intelligente e nel turismo. Molti, ad esempio, iniziano a installare nelle loro case dispositivi intelligenti. Come la signora Zhu Leishu, 86 anni, che possiede un allarme ad attivazione vocale collegato con una videocamera installata davanti al televisore. Se avesse bisogno di aiuto, sarebbero avvisati un centro di assistenza della comunità e i membri della sua famiglia.
Entro il 2020 il Governo cinese sta prevedendo di contribuire allo sviluppo di oltre 100 imprese leader nel settore della sanità intelligente e dell’assistenza agli anziani. Il gigante dell’e-commerce Alibaba, in un rapporto della fine del 2018, aveva già evidenziato che il mercato degli utenti dai 50 anni in su di Taobao e Tmall, due piattaforme di vendita on-line, era cresciuto, nell’ultimo triennio, di 1,6 volte. I modelli di consumo degli anziani infatti sono mutati con l’arrivo della tecnologia digitale, come confermerebbe anche la piattaforma di vendita al dettaglio online Suning.com, che sottolinea la vitalità del target anziano (più di quello fra i 45 e i 60 anni) nell’acquisto online di smartphone, smartwatch e fotocamere reflex.
Il turismo è un altro settore che trae benefici da queste politiche. Nel 2018, i dati dell’agenzia di viaggi online Ctrip hanno evidenziato che i nati dopo il 1950 hanno investito di più sui viaggi rispetto a tutte le fasce d’età e spendono in media per un singolo pacchetto turistico 3.115 yuan (circa 400 euro). Viaggiare è diventata una parte indispensabile della vita di molti anziani cinesi. È il caso di Zhang Xuemin, pensionato di 66 anni. Dopo aver già viaggiato due volte quest’anno – a Taiwan e nello Shanxi – sta progettando un altro viaggio. La spesa che ha destinato a viaggiare ogni anno insieme alla moglie va dai 30.000 yuan (circa 4.241 dollari) ai 40.000 yuan. Le loro pensioni annuali ammontano a circa 72.000 yuan. «Non ci preoccupiamo troppo di spendere soldi per le cose che vogliamo, perché abbiamo le pensioni e l’assicurazione sanitaria, che ci fanno sentire sicuri», ha detto Zhang.
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