In questi ultimi tempi, per ragioni che ormai conosciamo, le tecnologie digitali hanno avuto un enorme impulso in vari settori. Lavoro, assistenza, accesso ai servizi bancari, acquisti, scuola, interazioni sociali: tutto passa per questo filtro.
Ma se da una parte le nuove tecnologie digitali rendono la vita più semplice in tempi così difficili, dall’altra accade che ampie fasce della popolazione ne restino fuori. Il risultato è un acuirsi del divario digitale tra le generazioni e persino all’interno della popolazione anziana.
È una situazione molto pericolosa, che crea ulteriori distanze e isolamento. Una questione che è al centro delle iniziative di Age Platform Europe, l’organizzazione che riunisce le principali associazioni di over 50 in Europa, tra le quali 50&Più.
Il divario digitale: solo il 10% degli utilizzatori della Rete ha un età tra i 65 e i 74 anni
All’interno dell’Unione europea il divario digitale tra le generazioni è molto significativo. E tende ad aumentare con l’età. È la stessa Agenzia Europea per i Diritti Umani a dirlo. La conferma arriva dai dati rilevati in occasione della conferenza internazionale Rafforzare i diritti delle persone anziane in tempi di digitalizzazione – Lezioni apprese da Covid-19, organizzata da Age Europe, assieme alla BAGSO, l’associazione nazionale tedesca delle organizzazioni degli anziani.
L’uso della Rete è cresciuto anche tra la popolazione anziana, ma resta il fatto che solo 1 persona su 5 (il 20%) utilizza Internet occasionalmente rispetto al 98% dei giovani tra i 16 e i 29 anni. Inoltre, solo il 10% del totale degli utenti della Rete ha un’età tra i 65 e i 74 anni e il 2% ha più di 75 anni.
Il divario nell’uso di Internet è ancora più evidente nell’accesso ai servizi come l’home banking o gli acquisti on line. Questi sono effettuati occasionalmente dal 46% degli over 75 contro l’81% dei giovani.
Dopo i 75 anni le donne abbandonano la Rete
Esiste anche un divario di genere. Infatti, mentre tra i 45 e i 74 anni oltre la metà dei fruitori della Rete sono donne, dopo i 75 anni il dato si capovolge a favore degli uomini. Guardando alla situazione di casa nostra, la situazione poco cambia. Infatti, in Anziani e nuove tecnologie 2019 dell’Istat, per le donne italiane over 80 l’uso di Internet è quasi nullo e molto limitato tra gli uomini.
Non si tratta però solo una questione di utilizzo, ma anche di navigare in sicurezza. Il livello di consapevolezza non brilla nemmeno tra i giovani. Come ha spiegato Moritz Adler, analista politico Ocse, le statistiche mostrano che non tutti i giovani sono “nativi digitali”. Il 50% necessita di competenze digitali più avanzate, ad esempio per quanto riguarda la protezione della privacy.
Protezione della privacy: un problema non solo degli anziani, ma anche dei giovani
Se la metà dei giovani ha competenze digitali adeguate, nella fascia di età 65/74 anni solo l’8% possiede una alfabetizzazione digitale più che di base. Un problema trasversale, più marcato tra gli over 65 sul quale è necessario intervenire anzi «dovrebbe essere una priorità politica fondamentale – sottolinea Age, l’Organizzazione europea degli over 50 -. Sull’educazione digitale sono necessari ulteriori sforzi per raggiungere efficacemente le persone anziane, in particolare le persone anziane che vivono nelle zone rurali, quelle con limitazioni fisiche, come la vista, la mobilità o la destrezza, problemi o con condizioni di salute croniche».
L’uso delle tecnologie digitali è un diritto, lo conferma l’Unione europea
Di recente il Consiglio dell’Unione europea ha approvato un’importante Conclusione. Si tratta del documento Diritti umani, partecipazione e benessere delle persone anziane nell’era della digitalizzazione, un modo per affrontare a 360° il benessere e l’inclusione sociale degli anziani nell’era del digitale.
Gli Stati Membri e la Commissione europea, infatti, sono invitati ad adottare un approccio integrato basato sui diritti. Devono tenere presenti le differenze tra donne e uomini e tra le persone anziane. E si devono adoperare per una maggiore comprensione del contributo che le persone anziane danno alla coesione sociale e all’economia.
«Il forte collegamento ai diritti umani è un cambiamento decisivo nel modo in cui i responsabili delle decisioni debbono affrontare l’invecchiamento in Europa. Ricorda il principio che gli europei di tutte le età debbono essere trattati su un piano di parità», ha commentato Maciej Kucharczyk, segretario generale di Age. Inoltre, nel prossimo Libro verde dell’UE sull’invecchiamento i diritti delle persone anziane saranno centrali, «sarà anche un primo passo concreto per tradurre i nostri diritti fondamentali in realtà».
La digitalizzazione? Deve puntare all’inclusione sociale
In particolare, per quanto riguarda il tema digitalizzazione, il documento del Consiglio tocca diversi punti. Ad esempio, il rafforzamento della formazione e l’apprendimento continuo devono includere anche le competenze digitali. Non solo: la digitalizzazione deve facilitare l’accesso ai servizi che riguardano la salute e l’assistenza, ma tali servizi dovranno essere sempre disponibili anche in forma non digitale.
Inoltre, l’obiettivo della digitalizzazione deve essere quello di puntare all’inclusione sociale degli anziani e dei disabili, ridurne l’isolamento. Per farlo sono necessari dispositivi di qualità e facili da usare. Infine, è necessario fornire le conoscenze necessarie per utilizzare tutti i vantaggi del digitale in maniera consapevole e in sicurezza.
© Riproduzione riservata