La cronaca ci offre notizie di Case di riposo in isolamento, di strutture dove il contagio del Coronavirus non si è fermato, di Paesi isolati proprio a causa di questo.
La morte degli anziani non può e non deve essere archiviata con facilità.
La loro scomparsa, infatti, è perdita di saggezza, di memoria, di un dialogo che si interrompe con i giovani. Sono loro che, in molti casi, hanno pagato con la pensione le bollette dei figli, che altrimenti non sarebbero state pagate. I nonni sono i compagni di gioco dei nipoti, un aiuto che ha permesso ai figli di risparmiare i soldi per le baby sitter.
Papa Francesco, durante la consueta messa di Santa Marta, si è espresso sulla solitudine forzata che ha portato molti anziani a spegnersi: “La morte, che in altri momenti sarebbe naturale, in questi giorni di tanta sofferenza ha un non so che di ingiusto e tragico. E’ impossibile stringere la mano di chi si è amato tutta la vita, regalare una parola da conservare nel cuore. Nulla di tutto questo si può vivere”.
Ricordiamo, in questo contesto, le parole del Pontefice, dette in occasione del Discorso ai membri dell’Associazione Nazionale Lavoratori Anziani, fatto nel dicembre 2019: “I sogni degli anziani sono impregnati di memoria e, quindi, fondamentali per il cammino dei giovani, perché sono le radici. Dagli anziani viene quella linfa che fa crescere l’albero, fa fiorire, dà nuovi frutti“.
SINTESI DI: Coronavirus, gli anziani e il rischio di cancellare la memoria del Paese, Benedetta Capelli, www.vaticannews.va, 26-03-2020
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