In quali città si vive meglio (o peggio) e come sta cambiando il clima in Italia secondo la classifica del Sole 24 Ore
Il clima in Italia si sta tropicalizzando generando un incremento degli eventi estremi, come mostrano i disastri più recenti. Lo rivela la classifica del Sole 24 che evidenzia un Nord sempre più torrido e fenomeni meteorologici violenti in aumento. L’indagine appena uscita rielabora i dati relativi al 2014-2024, rilevati dai meteorologi di 3Bmeteo. La classifica racconta quali sono le città con il clima migliore, in grado cioè di offrire un maggiore benessere a chi vive sul territorio. Al risultato contribuiscono 15 indicatori tra cui soleggiamento, indice di calore, nebbia, ondate di calore, giorni freddi, precipitazioni estreme, umidità relativa, raffiche di vento, escursione termica, notti tropicali. Bari si conferma la città con il clima più vivibile d’Italia, seguita da Barletta Andria Trani e Pescara al terzo posto.
La nuova geografia del meteo italiano
Il podio della classifica sul clima in Italia vede primeggiare il Sud nella top 10. Alle prime tre posizioni già citate si aggiungono Enna, Chieti e Catanzaro che godono di condizioni climatiche favorevoli. La costa sembra offrire un rifugio dal clima più estremo. La maggior parte delle prime dieci posizioni sono infatti occupate da città costiere. Tra i primi dieci figurano quasi tutti territori costieri, con tre capoluoghi di provincia del Centro (Livorno, Pesaro Urbino e Ancona). Unica eccezione nel Nord è Trieste, che debutta nella top ten grazie alla brezza estiva, pur risultando ultima (e non sorprende) per raffiche di vento.
Le grandi città italiane con il clima meno vivibile
In chiusura della classifica del clima in Italia c’è Caserta, preceduta da Terni, dalle province del Nord-ovest (Asti e Alessandria) e dall’Emilia Piacenza, Cremona, Parma e Reggio Emilia. Le grandi città sono divise in due grandi gruppi. Entro le prime 50 posizioni sono piazzate Venezia, Cagliari, Napoli (28ª), Genova (33ª) e Roma (47ª). Le altre, invece, sono posizionate nella seconda metà bassa della classifica. Bologna, Milano e Firenze sono concentrate, rispettivamente, al 74°, 77° e 78° posto.
Clima in Italia: le notti tropicali di Palermo
Analizzando i singoli parametri, Agrigento si distingue per le 9,2 ore di sole giornaliere, mentre Belluno ne registra solo 6,7. Quest’ultima ha anche il primato per il maggior numero di giorni freddi e per l’umidità relativa percepita come disagio. E vanta anche il minor numero di notti tropicali (14,3), in netto contrasto con Palermo (137). Venezia, invece, sperimenta meno picchi di caldo estremo, un’anomalia rispetto a Terni, che registra il valore più alto in Italia. Le aree interne soffrono di una maggiore escursione termica, mentre le località costiere godono di una brezza estiva più marcata e di una migliore circolazione dell’aria. Proprio quest’ultimo parametro vede Ancona in testa e Torino in coda, con una maggiore persistenza di aria stagnante.
Gli esperti: eventi estremi in aumento
Il clima in Italia registra una media nazionale di cinque giorni freddi all’anno, accompagnati da un aumento significativo di ondate di calore, notti tropicali e picchi di caldo estremo. Al Nord, le temperature medie giornaliere sono aumentate di 2,4°C rispetto al 2010. Alessandro Conigliaro, meteorologo di 3bmeteo, sottolinea: “Per i riscontri scientifici servirebbero più anni. Ma dalla serie temporale esaminata emergono già marcati segnali di come sia cambiato il clima negli ultimi anni”. Il trend più significativo riguarda l’innalzamento delle temperature, che porta a un aumento delle ondate di calore e dei picchi di caldo estremo. “I periodi anticiclonici, con tempo stabile e clima secco, sono aumentati. I campi di alta pressione sono più estesi e persistenti, soprattutto nelle regioni del Nord”, spiega. Questo influisce negativamente sulla distribuzione delle piogge e sulla circolazione dell’aria.
Le altre facce del cambiamento climatico
Parallelamente all’aumento delle temperature, si registra un’attenuazione degli inverni: i giorni freddi al Nord sono drasticamente diminuiti. La maggiore frequenza dei periodi anticiclonici riduce la circolazione dell’aria, con il conseguente aumento dei giorni di aria stagnante (fenomeno peraltro correlato alla persistenza degli inquinanti nell’atmosfera). L’analisi delle precipitazioni rivela una riduzione dei giorni piovosi e un aumento dei periodi consecutivi senza pioggia, soprattutto al Sud. Tuttavia, si osserva anche un aumento dell’intensità pluviometrica media durante l’estate: piove meno frequentemente, ma con maggiore violenza. “L’aumento delle temperature dei mari durante i periodi anticiclonici diventa carburante per l’evaporazione dell’acqua. Tanto che, appena si verificano delle rotture di questi periodi, si manifestano precipitazioni così violente da essere fuori scala”, avverte Conigliaro. Gli eventi alluvionali in Emilia-Romagna e in altre regioni ne sono la testimonianza.
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