Il caro bollette mette in difficoltà anche le Rsa. L’allarme arriva da Confcooperative-Federsolidarietà e Confcooperative Sanità.
Insieme ad altre 17 realtà nazionali del settore della cura alla persona, Confcooperative, Federsolidarietà e Confcooperative Sanità hanno firmato un appello in cui hanno chiesto al governo un sostegno concreto alle strutture residenziali assistite, dato che il rincaro dell’energia sta causando seri problemi gestionali con il caro bollette.
La situazione in Toscana
In Toscana, segnalano le due organizzazioni, si registra già una perdita giornaliera fra i 10 e i 20 euro per ogni posto letto, e in assenza di un intervento efficace, il rischio di chiusura potrebbe farsi concreto. Nelle Rsa, infatti, non è possibile abbassare il riscaldamento negli ambienti né intervenire con altri risparmi che possano compromettere la qualità della vita degli ospiti. Se la spesa per l’energia è in questo caso una spesa per la salute, il rischio è che, per mantenere gli stessi standard avuti fino a oggi, si vada a impattare sul costo delle rette, e quindi sulle famiglie e sui comuni che le sostengono se a basso reddito.
“Ribadiamo la necessità che le istituzioni, a tutti i livelli, si sensibilizzino e intervengano urgentemente – ha dichiarato in una nota il presidente di Confcooperative-Federsolidarietà della Regione Toscana Alberto Grilli – perché le realtà che operano in questo settore non sono più in grado di assorbire i costi a loro imputati da un sistema che continua a non comprendere l’importanza di queste attività, dal punto di vista umano, solidale ed economico. Stiamo assistendo a un tentativo di scaricare sulle cooperative, sulle famiglie e sugli utenti le inefficienze del sistema.”
Cento Rsa a rischio nel bresciano
Anche in altre regioni la situazione non è da sottovalutare: se in Veneto e in Piemonte alcune piccole strutture si stanno avviando alla chiusura, dalla Lombardia arriva l’allarme di cento Rsa della provincia di Brescia, che in totale ospitano diecimila persone. L’Unione provinciale degli istituti per anziani parla di un incremento delle rette compreso fra i 300 e i 600 euro per sopportare le perdite accumulate dall’inizio dell’anno, che va a sommarsi alla retta attuale che in media può variare dai 1.500 agli oltre 2.000 euro al mese per un posto letto accreditato, per il quale le strutture ricevono un contributo regionale.
Non solo caro bollette
Uneba (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale) segnala anche come il caro bollette sia solo uno degli elementi che mette a rischio la tenuta delle strutture residenziali, gestite per il 52% di posti letto proprio dagli enti no profit. Oltre ai costi delle bollette, un altro motivo di allarme arriva dalle novità fiscali introdotte dalla Riforma del Terzo Settore, che ha portato ad aumenti Ires, Imu e Irap per Fondazioni e Associazioni. A questo si aggiunge il mancato adeguamento delle quote sanitarie, ossia del contributo che le Regioni danno alle Rsa per l’accoglienza degli anziani, che è fermo da anni, e che ogni aumento dei costi rende sempre meno consistente.
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