Cosa dice lo studio Istat sul BES dei Territori: quanti anni, ma soprattutto quanto bene viviamo nelle nostre città?
Dopo l’uscita di marzo, oggi il Rapporto nazionale Bes 2020 è stato nuovamente aggiornato con i dati su scala territoriale. BES significa Benessere Equo Sostenibile ed è proprio con questo studio che, a partire dal 2010, l’Istat ha deciso di misurare oltre ai dati economici anche la qualità della vita delle persone. Una ricerca che tiene conto di 12 macro aree di interesse (dalla salute all’istruzione, come il paesaggio e patrimonio culturale per esempio), considerando un totale di 152 indicatori (cresciuti nel 2020 rispetto ai 130 standard).
Il cosiddetto “Bes dei Territori” è quindi invece l’aggiornamento che Istat compie sul benessere equo e sostenibile dei territori. Ossia con riferimento più dettagliato alle province e alle città metropolitane italiane. In questa edizione, vengono considerati 63 indicatori statistici (12 in più rispetto al passato). L’intera base di dati e il glossario sono disponibili sul sito Istat al link “Bes dei territori”.
Le speranze di vita
Con “speranze di vita” si intende il numero medio di anni che un bambino, nato ad una certa data, può aspettarsi di vivere. Nel 2020, l’indicatore si è attestato a 82 anni. Più precisamente, oltre i 79 anni per gli uomini e 84 per le donne. Nel 2019 il trend era in crescita. Ma ovviamente la pandemia da Covid-19 ha inficiato i risultati dell’anno (-1,2 anni). Dato ancor più evidente in province come Bergamo – che tutti ricordano come tra le prime e le più colpite dal diffondersi del virus a inizio 2020 – dove per gli uomini l’aspettativa di vita si è ridotta di 4,3 anni e 3,2 anni per le donne. Perdono parecchie posizione rispetto al 2019 anche province come Lodi, Cremona, Brescia, Piacenza e Parma. Mentre Siena è l’unica provincia italiana a non aver subito peggioramenti: 83,7 anni sia nel 2019 che nel 2020.
La “morte evitabile”
Il termine “morte evitabile” è sicuramente uno di quelli che provocano un sorriso amaro. Ma nel suo resoconto, l’Istat identifica così i “decessi di persone di 0-74 anni la cui causa di morte è identificata come trattabile o prevenibile”. Ossia una morte che poteva essere evitata, rispettivamente, grazie a un’assistenza sanitaria tempestiva oppure con efficaci interventi di prevenzione primaria e salute pubblica. In sintesi, dall’accessibilità dell’assistenza sanitaria alla diffusione di stili di vita più salutari, passando per la riduzione di fattori di rischio ambientali. Tutte cause di morte, identificate nel lavoro congiunto Oecd/Eurostat, aggiornato a novembre 2019.
In proposito il report riferisce il dato del 2018. Anno in cui il tasso standardizzato di mortalità evitabile in Italia risulta pari a 17 decessi per 10mila residenti, con valori molto più elevati per gli uomini (22,5) rispetto alle donne (11,9). L’indicatore registra una forte riduzione nel tempo. Le aree in cui potrebbero giovare maggiormente interventi più efficaci in termini di prevenzione – ossia quelle con i valori più elevati di mortalità evitabile – sono Enna (19,9), Siracusa (20,9), Caltanissetta (21,7), Napoli (22,2), e Caserta (22,4), che non mostrano miglioramento nel tempo. All’opposto, bene invece, per province come Trento, Treviso, Firenze, Forlì-Cesena e Ancona con i valori meno elevati di mortalità evitabile (fino a 14,2). Firenze e Ancona erano nelle prime 5 per tasso di mortalità evitabile meno elevato anche nel 2005. Le altre sono migliorate negli anni.
Principali risultati
Quanto già detto, riguarda il tema della Salute. Ma l’intero resoconto tocca una gran vastità di “domini”, come li chiamano in Istat. E ciò che risulta evidente per tutti, è come – nonostante il consueto divario nord-sud – le letture scendano nel dettaglio delle singole aree. Rimandando alla lettura dell’intera nota per dati più specifici, procediamo a spot per tracciare un panorama di massima.
Tasso di occupazione
Nel 2020, il tasso di occupazione della popolazione in età compresa tra 20 e 64 anni in media Italia è sceso al 62,6% (era 63,5% nel 2019). Prendendo ad esempio a Sassari ben 6,1 punti percentuali. La percentuale di giovani under25 che non studiano si attesa in media attorno al 23,3% (+1,1%). Il 40% sono a Messina, Catania e Caltanissetta. Per quanto riguarda il cosiddetto “benessere economico”, considerando il tasso di ingresso ai prestiti bancari delle famiglie, le migliori posizioni sono quelle di Bolzano, Trieste e Belluno. Guardando invece alle Relazioni Sociali con la presenza di istituzioni non profit sui territori, a Trento, Bolzano, Aosta e Gorizia se ne contano oltre 104 ogni 10mila abitanti; ultimi posti, per Agrigento, Napoli e Caserta.
Parità di genere
Parità di genere, misurata dalla rappresentanza femminile tra gli amministratori comunali? Nel 2020 in Italia, le donne sono un terzo degli eletti nelle amministrazioni comunali, con una maggiore incidenza nei Comuni del Nord-est e delle Isole. Buone eccezioni a Barletta, Taranto, Brindisi, Lecce e Matera. Oltre il 40% in provincia di Ravenna e nelle città metropolitane di Cagliari e Bologna. Mentre gli amministratori più giovani under40 sono in Italia il 28,4% sul totale degli eletti (-3% rispetto al 2010) e si trovano soprattutto a Prato, Agrigento, Enna, Crotone, Vibo Valentia, Trento.
Sicurezza
Passando alla Sicurezza, il tema ha di certo una chiara connotazione urbana. Nel 2019 la media nazionale dei delitti violenti denunciati è di 16,1 ogni 10mila abitanti (16,7 nel 2018). Si va dai 7,4 delitti violenti denunciati di Oristano ai 27,5 di Imperia. Valori elevati si registrano in quasi tutte le città metropolitane, in particolare Napoli, Milano e Bologna. Sotto la media Reggio Calabria e Cagliari (11,5 in entrambi i casi). Quanto a furti e rapine, in Italia nel 2019 ne sono stati denunciati complessivamente 179,7 ogni 10mila abitanti (197,7 nel 2018). Alta la variabilità tra province è elevata: minimo a Potenza (49,8), massimo a Milano (371,4).
Patrimonio museale
Punte di eccellenza nella valorizzazione del patrimonio museale italiano – considerate in termini di densità territoriale e numero di visitatori – realtà come Napoli, Trieste, Roma, Firenze, Milano, Venezia e Pisa. Maglia nera a Caltanissetta. Mentre la diffusione delle aziende agrituristiche è appannaggio comune, ma non esclusivo, delle province del Centro Italia. Per l’Ambiente, bene la raccolta differenziata a Treviso, Mantova, Belluno, Pordenone e Reggio Emilia che raggiungono valori superiori all’80%. Mentre a Palermo si registra la quota più bassa (29%). Con le maggiori concentrazioni medie annuali di polveri sottili nel 2019, tra i più inquinati risultano i capoluoghi del bacino Padano, in particolare Cremona, Vicenza e Padova (26 µg/m³), Brescia e Venezia (25 µg/m³).
Accesso ai servizi online
Infine, in media nel 2018, soltanto un Comune italiano su quattro consente alle famiglie di gestire interamente online le procedure per l’accesso ai servizi. Mentre, guardando alla qualità dei servizi, la disponibilità di posti letto ospedalieri per specialità ad elevata assistenza è di 3 posti letto ogni 10mila abitanti nel 2019. E l’emigrazione ospedaliera in ambito extra-regionale ha interessato circa 8,3 pazienti ricoverati su 100.
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