Bonus e iniziative a sostegno delle fragilità. Destinatari soprattutto i giovani. È dalle università e dagli enti locali più vicini ai cittadini che arrivano maggiori iniziative.
La salute mentale ha un costo. Costi, in termini di qualità della vita e di spesa pubblica, che aumentano mancando il necessario supporto. L’Italia al momento si colloca fra gli ultimi posti in Europa per quota di spesa sanitaria, destinando alla salute mentale circa il 3,4% della spesa sanitaria complessiva (dati: Progetto MORe, Mental health Optimization of Resources 2023).
Attualmente, a sostegno del benessere psichico e di percorsi di psicoterapia, l’aiuto principale dello Stato è il cosiddetto Bonus psicologo. Un contributo introdotto nel 2021, durante la pandemia, in seguito all’aumento dei casi di disturbi come ansia stress e depressione, e che adesso è una misura strutturale, acquisita.
Del bonus, che può essere richiesto tramite i centri di assistenza fiscale (Caf), possono beneficiare tutti i residenti in Italia, senza limiti di età, con un Isee valido non superiore a 50mila euro. L’ammontare di ogni singolo bonus può variare da un minimo di 500 euro, in caso di Isee entro i 50mila euro, fino ad un massimo di 1.500 euro a persona per chi ha un Isee al di sotto dei 15mila euro. Per la richiesta del bonus 2024 c’è tempo fino al 31 maggio. Con un emendamento al decreto Milleproroghe dello scorso febbraio, lo stanziamento per il 2024, inizialmente di 8 milioni di euro, è salito a 10 milioni.
Destinatari principali degli aiuti sono le categorie più fragili, sul piano economico e anche per età. Come nel caso degli studenti universitari. Da una indagine dell’Università Milano-Bicocca è emerso che il 20% degli studenti ha sperimentato sintomi ansiosi e depressivi gravi. Sono tante, non a caso, le università che hanno avviato servizi di counseling, sportelli di ascolto, campagne di informazione o attività legate allo sport, considerato uno strumento utile al contrasto del disagio psichico. Tutte attività che rientrano nel fondo stanziato dal Mur, ministero dell’Università e della Ricerca, con Avviso del luglio 2023, per contrastare la diffusione di fenomeni di disagio tra gli studenti universitari. Una misura complessiva di 70 milioni di euro, di cui 40 milioni destinati a finanziare la realizzazione di almeno 16 attività per la promozione del benessere psicofisico degli studenti. Un budget a disposizione delle Università e delle Istituzioni Afam, l’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica. A questo si aggiunge un finanziamento ulteriore del Mur di 37 milioni nell’ambito del Fondo per il Finanziamento Ordinario, “per attivare e consolidare servizi di supporto al benessere psicologico” (fonte: Mur).
L’Università di Bari, ad esempio, ha reso già operativo un bonus psicologo per studenti universitari, il “Voucher Psicologico Student3”, del valore di 300 euro, per gli iscritti all’anno accademico 2022/2023 con un Isee non superiore ai 50mila euro. Il termine per la richiesta è fissato al 30 aprile 2024.
Ed è dagli studenti, con l’iniziativa ‘Chiedimi come sto’, che è anche partita una proposta di legge per “L’istituzione del servizio di supporto e assistenza psicologica presso le università e le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado”. Un disegno di legge che garantirebbe un punto di riferimento unico legislativo sul tema, ma che al momento è fermo.
Manca una legge a livello nazionale anche per l’attivazione del servizio dello psicologo di base. Delle sette proposte di legge esistenti, non si è giunti neanche al testo unificato. Alcune regioni intanto si sono attivate: dalla Campania che, facendo da apripista, nel luglio 2023 ha avviato il servizio regionale, mettendo a disposizione 150 psicologi di base, o la Lombardia che ha stabilito un finanziamento di 36 milioni per il periodo 2024-2026, o l’Ars in Sicilia che ha destinato 7,4 milioni di euro a partire dal 2024. Un servizio che, affidato alle regioni, si presenta però disomogeneo, variando in base al territorio in cui si vive.
Gli enti locali restano comunque le istituzioni più attive nella previsione di fondi per il supporto psicoterapeutico, rivolto soprattutto ai bambini e ai giovani. È il caso della Regione Lazio che ha stanziato dei voucher di assistenza psicologica e tutela della salute mentale destinati ai più giovani, dai 6 ai 21 anni con possibilità di estensione fino ai 26 anni. Il buono, che ha la finalità di “potenziare gli interventi in essere incrementando e migliorando l’offerta dei servizi”, si legge nell’Avviso della Regione, è rivolto ai giovani con Isee non superiore ai 40mila euro residenti o domiciliati nel Lazio. In Umbria, la Regione ha invece rifinanziato il progetto ‘Ottavo Segno’ gestito dal Comune di Perugia, che mette a disposizione dei giovani tra i 14 e i 19 anni servizi gratuiti di ascolto, spazi benessere e l’accesso a consultori.
Progetti simili all’insegna del supporto psicologico gratuito sono attivi anche in altre città d’Italia. Esempi da seguire a livello nazionale, risorse su cui lo Stato deve continuare a investire per garantire un accesso più equo e tempestivo a chi ne ha bisogno.
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