Un recentissimo studio ha dimostrato come la strada sia una sorta di “zona franca” dove regole e codici vengono seguiti meno. E non solo in paesi considerati “tradizionalmente” poco inclini alla disciplina come, purtroppo, il nostro.
Tra le nostre principali paure non figura, almeno da quanto fotografato da varie rilevazioni, quella della strada e di chi la frequenta. Il 75% dei conducenti europei, infatti, riconosce di non rispettare sempre le regole del codice della strada (il 70% dei conducenti italiani) e il 21% di essi lo fa spesso o occasionalmente (contro un 54% che dichiara di farlo raramente).
Solo il 25% dei conducenti europei dichiara poi di non violare mai il codice della strada (il 30% in Italia). L’incredibile dato è emerso da uno studio condotto dalla Fondazione VINCI Autoroutes che ha pubblicato i risultati del suo 11° Barometro della Guida Responsabile e 8° Barometro europeo. Realizzata da Ipsos su 12.400 persone in 11 paesi europei, si tratta di una vasta indagine che presenta una panoramica dei comportamenti degli europei al volante.
L’attenzione alle regole: codice delle strada e Covid
Dal rapporto emerge poi come gli europei riconoscano di prendersi certe libertà anche nei confronti delle regole sanitarie, anche in tempi di Covid. Ma in misura minore rispetto al codice della strada. Il 70% (il 66% degli italiani) ammette delle inosservanze nei confronti delle norme anti-pandemia (gesti di prevenzione, lockdown, coprifuoco…). Inoltre, il 30% degli europei afferma di non violare mai le regole sanitarie (il 34% degli italiani) contro il 25% quando si tratta del codice della strada.
Infrangere le regole: è questione di coerenza
La prima ragione con cui chi non rispetta le regola spiega il proprio comportamento è riferito al fatto che le regole non sarebbero sempre adatte alla situazione o coerenti, sia che si tratti delle istruzioni sanitarie che del codice della strada. Il 52% lo afferma a proposito, ad esempio, del codice della strada contro il 45% di chi lo sostiene a proposito delle regole sanitarie. Gli italiani condividono queste affermazioni rispettivamente nel 40% e nel 32% dei casi.
La sensazione che alcune regole “siano destinate esclusivamente a emettere sanzioni” è nettamente più diffusa per quanto riguarda il codice della strada (il 29% a livello europeo e il 38% a livello nazionale) rispetto alle norme sanitarie (il 15% contro il 14%). Al contrario, l’argomento di chi ritiene di poter soprassedere alle regole perché ritiene sufficiente comportarsi in modo attento è molto più invocato per quanto riguarda la prudenza sanitaria (il 42% degli europei e il 52% degli italiani) rispetto alla prudenza sulla strada (il 22% nella Ue contro il 27% nel nostro paese).
Chi rispetta le regole ne condivide il principio
Coloro che dichiarano di rispettare le regole sembrano, invece, prima di tutto motivati dalla finalità delle norme stesse. Vale a dire prevenire i rischi come incidenti o contagi, dato che il timore della multa è, in tutti i casi, la motivazione meno forte. Inoltre, l’attenzione nei confronti degli altri è nettamente più significativa nel settore sanitario (lo invoca il 45% degli europei e il 35% dei nostri connazionali) che sulla strada (il 33% contro il 30%). A maggior ragione quando si tratta della propria cerchia più ristretta. Sulla strada, si è messo in risalto con l’indagine, a prevalere è invece la preoccupazione della propria sicurezza.
On the road si è più aggressivi
Nel Vecchio continente, infine, la strada viene vista come un potenziale luogo di tensione. Un certo numero di conducenti è, infatti, cosciente che l’automobile “influisce negativamente sul proprio comportamento”. Il 12% dei conducenti europei e dei nostri connazionali ammette di non essere più veramente la stessa persona quando è al volante e si ritiene più nervoso, impulsivo o aggressivo rispetto alla vita quotidiana. Per il 18% di loro, la protezione creata dall’abitacolo dell’auto li porta a sentirsi come “in una bolla” e a fare meno attenzione agli altri. Più di 1 europeo su 10 arriva addirittura a pensare che sulla strada “ognuno pensa per sé”.
L’aggressività al volante e le inciviltà segnano, sempre secondo lo studio, una leggera diminuzione rispetto al 2020 ma rimangono molto elevate. Il 52% dei conducenti riconosce che gli capita di insultare un altro conducente (percentuale che al 61% per i conducenti italiani), il 47% (il 56% deli italiani) di suonare il clacson in modo inopportuno, il 30% di stare attaccato deliberatamente al veicolo di un conducente che lo irrita, il 30% di sorpassare a destra in autostrada.
© Riproduzione riservata