Luci ed ombre sembrano fare capolino sull’atteggiamento degli italiani rispetto al nuovo anno. Per la prima volta sembra prevalere il desiderio di cambiamento rispetto alla speranza.
Nei prossimi 12 mesi, infatti, i propositi di cambiamento dei nostri connazionali riguarderanno circa 1 italiano su 5 (il 19% contro il 14% del 2016), anche se continuano a sentirsi ostaggi di un’economia che non assicura lavoro e redditi soddisfacenti, preoccupati adesso anche per l’immigrazione, i rischi climatici e la fragilità dell’attuale quadro istituzionale e politico.
A dicerlo è l’ultimo Rapporto Coop Nomisma secondo cui le parole “clima, ambiente e sostenibilità” caratterizzeranno il 2020, «sulla scia dei nuovi valori imposti dai ragazzi della Generazione Greta al resto della società italiana».
I propositi di cambiamento riguarderanno soprattutto la sfera personale. Ci sarà una maggior voglia di prendersi cura soprattutto di se stessi: il 68% del campione lo indica come obiettivo primario nel 2020. Poi c’è l’ambiente con il 65% di chi userà meno plastica, il 64% intenzionato a sprecare di meno, il 63% a camminare di più a piedi.
Nuovi modelli si affermeranno anche nella mobilità: quella green cresce (soprattutto nello sharing, monopattini, biciclette). Al quinto posto delle cose da fare c’è il ritagliare più spazi per se stessi (62%) e per far valere di più i propri diritti (60%).
Dopo l’attenzione alla propria sfera individuale arrivano tutto il resto. Insieme all’obiettivo di frequentare di più gli amici, condiviso da un italiano su due, il volontariato conquista un suo spazio (lo indica il 26%) e compare una rinnovata voglia di socializzazione fisica degli italiani. Sempre presente, naturalmente la volontà di mettersi a dieta (36%).
Cresce la partecipazione ad eventi pubblici (manifestazioni, spettacoli, eventi sportivi, concerti), come hanno dimostrato i recenti fenomeni dei Friday for Future e delle “sardine”. Gli italiani, insomma, si sentono più propensi a scendere in piazza: nel 2019, circa 1 italiano su 5 (20%) ha dichiarato di averlo fatto, un dato che si conferma nell’anno in corso.
È indice di una nuova voglia di partecipazione diretta e di contatto interpersonale, avvalorata anche dal fatto che, per la prima volta, il numero di chi vuole usare meno il web e i social network supera chi prevede di essere più assiduo in questa attività.
Significativo, ma anche emblematico delle incertezza del periodo, il dato sui desiderata degli italiani in questo nuovo anno: il 44% del campione aspira ad “andare in pensione” ma molti sognano, anche se con una certa dose di scetticismo, di “cambiare vita” (35%) e “cambiare lavoro” (27%), o addirittura di “trasferirsi all’estero” (31%).
Un quadro in movimento che riflette una certa dose di “realismo” per ciò che riguarda le prospettive di modestissima ripresa economica dalla quale gli italiani non si attendono impatti percettibili sulla loro vita quotidiana.
Quanto ai consumi, in questo anno si aspettano di sostenere maggiori spese obbligate (bollette, carburante, trasporti e servizi sanitari), ma anche di investire di più per l’alimentazione, i viaggi e la cura personale.
Rispetto alle tinte fosche dello scenario economico, maggiore energia potrebbe venire dal Meridione e dal Centro, dove crescono ormai gli stili alimentari già affermati al Nord. La spesa per il cibo della tradizione è prevista in crescita per il 38% dei residenti del Mezzogiorno (34% è la media nazionale), come pure i consumi di prodotti bio salutistici per il 29% (contro il 26% globale), integrali con il 31% (contro il 29%) e anche di superfood con il 22% (rispetto al 19%).
Quanto alle fasce di età, la più vivace dal punto di vista dei consumi sembra essere quella degli under 35 che contano, nel 2020, di spendere di più per cibo e bevande (il 23% contro il 19% della media nazionale), abbigliamento e calzature (24% contro il 18%), ristoranti e locali (23% contro il 17%), viaggi e vacanze (36% contro il 27%), tecnologia (33% contro il 28%).
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