Screening negli ospedali per individuare le persone a rischio di diabete, consulenze sull’alimentazione e lo stile di vita, progetti di sensibilizzazione per la diagnosi precoce, tanto materiale informativo da distribuire al maggior numero di persone possibile per far comprendere l’importanza della prevenzione, iniziative di tutti i tipi per fornire informazioni utili e offrire consigli. Una sola giornata non bastava per tutto questo.
Così la Giornata Mondiale del Diabete (GMD), che si celebra da quasi trent’anni in tutto il mondo nella data del 14 novembre, in Italia è diventata una lunga campagna di sensibilizzazione che si svolge nell’arco di due settimane, dal 4 al 17 novembre. Ad organizzare i mille e più eventi in tutto il territorio nazionale è Diabete Italia, l’associazione che riunisce Associazioni di Volontariato (Diabete Forum, AGD Italia, ANIAD) e Società Scientifiche (AMD, SIEDP, SIMG, OSDI) che operano nel settore della diabetologia. Il programma della manifestazione si può trovare sul sito.
La presidente di Diabete Italia, Concetta Suraci, ci ha spiegato lo spirito dell’iniziativa e i messaggi chiave indirizzati alle famiglie più che ai singoli individui.
Dottoressa Suraci, sul manifesto della Giornata Mondiale del Diabete (GMD) vediamo rappresentata un’intera famiglia, figli, genitori, nonna. Perché è stata scelta questa immagine?
Perché il diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2, è una malattia che coinvolge tutta la famiglia. Nel senso che pesa su tutti i componenti del nucleo famigliare, ma anche nel senso che tutti i membri della famiglia hanno un ruolo chiave nella gestione della malattia e nella prevenzione. Nel diabete 1, una malattia autoimmune che non può essere prevenuta e che generalmente si manifesta in giovane età, i genitori e gli insegnanti possono riconoscere i sintomi e permettere una diagnosi precoce, fondamentale per limitare i danni della patologia. Un bambino che ha sempre sete o che va continuamente in bagno a fare pipì dovrebbe essere sottoposto controlli per il sospetto di diabete 1 prima che si sviluppi chetoacidosi. Nel caso del diabete 2, il ruolo della famiglia è quello di incoraggiare uno stile di vita sano, che vuol dire un’alimentazione corretta e una giusta dose di attività fisica. Questi sono i due pilastri della campagna di sensibilizzazione di quest’anno: diagnosi precoce e prevenzione.
La famiglia quindi è al centro della GMD 2019. Quali sono le iniziative previste?
La Giornata Mondiale del Diabete è una ricorrenza internazionale istituita dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si celebra in tutto il mondo il 14 novembre, data di nascita di Frederick Banting, il co-scopritore dell’insulina nel 1922. Noi di Diabete Italia siamo incaricati di organizzare l’edizione italiana dell’iniziativa. Quest’anno l’agenda degli appuntamenti previsti in tutto il Paese è particolarmente ricca. Gli ambulatori e i centri di diabetologia, le associazioni di pazienti, i medici di diverse specialità saranno a disposizione dei cittadini anche il sabato e la domenica. Sarà possibile conoscere il rischio di sviluppare la malattia compilando dei questionari o sottoponendosi a test specifici, tra cui il controllo della glicemia capillare. Saranno promosse attività sportive come una maratona a Roma il 17 novembre o partite di calcio tra bambini diabetici. Odontoiatri e podologi realizzeranno visite gratuite per verificare eventuali anomalie ai denti o ai piedi correlate al diabete 2.
Parliamo della prevenzione. Cosa si può fare per evitare di ammalarsi di diabete 2?
La prevenzione è un’arma potentissima. Basti pensare che il 70-80% dei casi di diabete 2 potrebbero essere evitati con un corretto stile di vita. Partiamo dall’alimentazione. Non c’è bisogno di sperimentare diete drastiche come quelle iperproteiche, basta seguire la dieta mediterranea rispettando alcune semplici regole: mangiare 2-3 porzioni di frutta e verdura al giorno, preferire i cereali integrali a quelli raffinati, evitare di inserire nello stesso pasto pane, pasta, dolcetto e frutto, limitare i grassi e la carne rossa perché il diabete va di pari passo con pressione alta e colesterolo. La dieta è fondamentale per mantenere il controllo della glicemia, ma mangiare bene non basta: bisogna svolgere regolare attività fisica. È stato dimostrato che 150 minuti di allenamenti di moderata intensità a settimana riducono del 58% il rischio di diabete.
Il rischio di diabete aumenta con l’età. Cosa devono fare le persone non più giovani per mantenersi in salute?
Intanto sarebbe opportuno controllare la glicemia una volta l’anno dopo i 45 anni. Il rischio di diabete aumenta dopo i 65 anni. Ma la buona notizia è che tra i 50 e i 65 anni si può fare moltissimo per allontanare questo rischio. Il primo consiglio è quello di mantenere il peso nella norma. Poi, ripeto, sono fondamentali l’attività fisica e la dieta sia per chi il diabete ancora non ce l’ha, sia per chi con il diabete deve purtroppo conviverci. I farmaci hanno fatto grandi progressi ma senza attività fisica e dieta, non c’è terapia che possa funzionare.
Quali sono i numeri del diabete in Italia e nel mondo?
Si stima che nel mondo una persona su 11 conviva con il diabete ed è previsto che per il 2030 ci saranno 522 milioni di persone con diabete. Oltre un milione di bambini e adolescenti nel mondo hanno un diabete di tipo 1, ovvero quello autoimmune. In Italia ci sono 3,7 milioni di persone con diabete e una su tre non sa di averlo. Può sembrare strano ma in parte questa pandemia di diabete si deve a due fenomeni positivi: l’aumento della vita media e di conseguenza l’aumento dei casi di diabete legato all’invecchiamento e la possibilità di curare la malattia ottenendo così un maggiore numero di sopravvissuti. Questa diffusione del diabete però è preoccupante perché la malattia, se non è tenuta sotto controllo, può compromettere il funzionamento di organi vitali come il cuore o i reni o favorire l’insorgere di patologie ai piedi e agli occhi, piede diabetico e retinopatia diabetica. Senza essere allarmisti dobbiamo ricordare che il diabete 2 può causare danni seri alla salute. Ma, non ci stanchiamo di ricordarlo: fortunatamente abbiamo strumenti efficaci per poterci proteggere. Basta usarli.
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