Secondo i dati del III Barometro del Consumatore Senior, in Spagna i senior risparmiano, consumano, tengono alla salute e sono sempre più digitali
Basta dare uno sguardo alle loro abitudini di vita e di consumo per concludere che i senior spagnoli sono un gruppo sociale sottovalutato, sia in relazione alla loro importanza nella comunità, sia perché la loro realtà è molto lontana dai cliché negativi sugli anziani. Sono praticamente un terzo della popolazione, responsabili del 60% della spesa e del 25% del Pil e rappresentano il 40% del bacino elettorale. Cioè, sono autori di almeno quattro voti su dieci. E, lungi dall’essere un peso, la maggior parte di loro mantiene un buon potere d’acquisto, si prende cura di sé, non trascorre le giornate dal medico, aspira a invecchiare autonomamente senza lasciare l’abitazione e non ha problemi di digital divide (dati Barómetro del Consumidor Sénior).
III Barometro del Consumatore Senior: una generazione con grandi capacità
I dati del III Barometro del Consumatore Senior appena usciti analizzano, tra gli altri aspetti, la capacità di risparmio, il potere d’acquisto, il tipo di abitazione, le capacità tecnologiche, gli svaghi e i viaggi, la salute e l’interesse a prolungare la vita lavorativa. Il dossier, 1.125 sondaggi su un campione di over 55, mostra che 1 senior su 2 può contare su più di un reddito. Inoltre, il lungo periodo di lavoro accumulato (e meglio retribuito rispetto all’attuale) ha fornito loro, generalmente, un buon tenore di vita e reddito (8 su 10 sono proprietari dell’abitazione in cui vivono). Un tesoretto che però non tengono tutto per sé. La maggioranza (il 63%) funge da rete di sostegno economico per la propria famiglia e cerchia sociale. I senior spagnoli sono anche intraprendenti: 7 su 10 curano la propria salute anche attraverso l’alimentazione, amano viaggiare per svago e tenersi informati anche online.
La pensione, un obiettivo primario
Tra le chiavi che definiscono l’anziano spagnolo c’è il non voler prolungare la propria vita lavorativa e dare priorità al proprio benessere e alla qualità della vita. Solo il 15%, infatti, vorrebbe o avrebbe voluto continuare a lavorare oltre l’età pensionabile, anche se tra gli over 70 e quelli con un’istruzione superiore tale percentuale è più alta: 20% e 29%. I meno disposti a posticipare il pensionamento sono invece i più giovani (8% tra i 55-60 anni). Il profilo sociologico dei cittadini di età superiore ai 55 anni non coincide dunque con le raccomandazioni degli esperti sulla necessità di posticipare l’età pensionabile.
Identikit di un aspirante pensionato
Forse per questo il Governo ha scelto di non rilanciare tale proposta nella riforma del sistema pensionistico che dovrà essere approvata entro la fine dell’anno. Non sorprende che questi senior si rifiutino di prolungare la propria vita lavorativa oltre il limite legale (65 anni attuali progressivamente aumentabili, aggiungendo un mese ogni anno, fino al raggiungimento dei 67). Sono entrati molto giovani nel mondo del lavoro ed ora aspirano ad essere padroni del proprio tempo libero. Un desiderio ancora più comprensibile se paragonato all’aumento dell’aspettativa di vita.
Il futuro del sistema pensionistico
Il rischio, avverte il quotidiano La Vanguardia, è che il sistema economico non riesca a sostenere a lungo – attraverso le pensioni – una fascia sociale così ampia. Guardando alla piramide delle età il numero dei contribuenti tende a diminuire progressivamente e l’apporto dei contributi alla previdenza sociale dei giovani potrebbe non essere sufficiente, dato l’abbassamento dei livelli salariali. D’altra parte le aziende non sostengono né offrono agevolazioni ai lavoratori più anziani che hanno acquisito nel tempo le nuove tecnologie. Un errore, secondo gli esperti, che andrebbe corretto perché rinunciare all’esperienza degli anziani ha un costo elevato in termini di produttività.
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