Era il 2009 quando a Weesp, nei pressi di Amsterdam, venne inaugurato “De Hogewyek”.
Sono passati più di dieci anni e ad un primo sguardo questo villaggio olandese non sembra avere nulla di speciale. Si tratta, infatti, di un piccolo complesso di 23 case circondate da giardini fioriti e fontane, un supermercato, un cinema, una chiesa e un ristorante.
Se si presta attenzione ai 152 residenti, però, si nota che sono tutti senior affetti da qualche forma di demenza. L’idea innovativa alla base di “De Hogewyek” è quella di creare un luogo protetto dove i senior colpiti da questa malattia siano liberi di muoversi come meglio credono. Che sia un caffè al bar, due chiacchiere in una delle piazze della struttura o una passeggiata tra le vie del villaggio, i residenti trascorrono la giornata in totale libertà seguiti dall’occhio vigile del personale specializzato “in borghese”.
La struttura di Weesp è il primo “villaggio Alzheimer” ad aver ispirato tante altre realtà, una delle quali appena nata a Dax, nel sud della Francia. In un Paese in cui si contano circa 1 milione di malati, infatti, questo villaggio francese potrebbe essere il primo di una lunga serie: è stato progettato per ospitare 120 residenti gestiti da uno staff specializzato di 120 medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti e assistenti affiancati anche da gruppi di volontari. Anche a Dax sono stati inseriti alcuni elementi che ricordano la città in modo tale che gli ospiti possano ritrovare luoghi e funzioni della vita quotidiana rimanendo in un ambiente circoscritto e protetto. Il personale sanitario e gli assistenti hanno abbandonato i camici bianchi e le divise da lavoro, confondendosi tra gli abitanti della piccola cittadina. I residenti sono stati smistati in 4 quartieri con 16 appartamenti ognuno serviti da spazi comuni come cucina, sala da pranzo, terrazzi e porticati. L’edificio centrale, chiamato la Bastide, è il cuore pulsante della struttura e ospita uffici, studi medici, ma anche alloggi temporanei per le famiglie degli ospiti, la farmacia, il ristorante, l’auditorium, la mediateca, la palestra, il parrucchiere e il supermercato. È stato progettato anche un grande parco che ospita un orto condiviso e una piccola fattoria con animali con cui fare pet-therapy.
Anche in Norvegia il gruppo NORD Architects ha progettato “Furuset Hageby”, un’area urbana ad emissioni zero vicino ad Oslo interamente dedicata ai malati di Alzheimer e demenza. Il filo rosso che collega tutti questi progetti è la volontà di consentire alle persone di continuare le loro attività abituali, evitando il senso di abbandono che può colpire i residenti delle case di riposo ordinarie. I villaggi hanno l’obiettivo di creare una comunità sicura e premurosa in cui le persone con demenza si sentano a casa all’interno di un ambiente riconoscibile che sia sano, naturale e locale.
Ispirandosi a questi modelli, la Cooperativa la Meridiana nel 2015 ha messo a punto, in Italia, un progetto per la realizzazione di un centro riservato all’accoglienza di persone affette da varie forme di demenza o da Alzheimer. Nasce così “Il Paese Ritrovato”, a Monza, che nel 2018 ha visto l’ingresso dei suoi primi ospiti: si tratta di un altro villaggio che ha rivoluzionato il modo di intendere la cura e l’assistenza. La versione brianzola è in grado di ospitare 64 persone all’interno di un’area di oltre 14mila metri quadri. Gli appartamenti in questo caso sono otto e possono ospitare otto persone per volta – ognuna con una camera singola privata – mettendo a disposizione ambienti condivisi come la cucina e la sala da pranzo. Gli spazi esterni sono stati suddivisi in vie, piazze, giardinetti, negozi e luoghi pubblici come il teatro, il bar, la chiesa e la palestra. In tutti le aree sono previsti controlli non invasivi in modo da poter monitorare i soggetti e riconoscerne i bisogni: a questo scopo il personale è sottoposto ad una formazione specifica e continua che garantisce interventi adeguati e mirati nel rispetto dell’autonomia residua delle persone.
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