Un libro, un aperitivo o un giro in moto, sono solo alcuni dei desideri realizzati da “I Nipoti di Babbo Natale”. Lo scorso anno sono stati 2.550 gli anziani residenti nelle 91 case di riposo che hanno aderito all’iniziativa. Un progetto per contrastare la solitudine e che quest’anno assume un ruolo ancor più significativo.
«C’era una volta, un uomo molto anziano che viveva sulla Luna e sognava di poter presto tornare a vivere sulla Terra. Eppure, nessuno sapeva della sua esistenza e nessuno poteva aiutarlo. Almeno fino alla sera in cui Lily, intenta ad osservare il satellite dal telescopio, non scorse la piccola casetta in cui viveva quell’uomo dai capelli bianchi. La bambina, dapprima perplessa e stupita, provò di tutto per farsi vedere dall’abitante della Luna che, però, era troppo lontano per accorgersene. E così, la notte di Natale, quando la bimba ricevette in dono un piccolo telescopio, non ebbe dubbi sul da farsi. Con l’aiuto di numerosi palloncini colorati, spedì sulla Luna il pacco regalo che planò direttamente tra le mani di quell’uomo. E solo allora, finalmente, i due riuscirono a vedersi e a sentirsi vicini nonostante la distanza». Una bella favola natalizia? No, si tratta dello spot di Natale che John Lewis, la catena inglese di grandi magazzini, ha realizzato qualche anno fa. Una pubblicità che, a suon di metafore, racconta il senso di solitudine di alcuni anziani nel periodo che da molti è considerato il più felice dell’anno. E proprio come quella bambina dello spot, dal 2017 c’è un gruppo che cerca di portare un po’ di felicità ai residenti delle Rsa italiane. Si tratta de “I Nipoti di Babbo Natale”, un progetto nato dall’attività dell’associazione “Un Sorriso In Più Onlus”. A raccontarlo è Laura Bricola, coordinatrice dell’Associazione che collabora a numerosi progetti di promozione del volontariato e di formazione.
Dottoressa Bricola, come nascono i “Nipoti di Babbo Natale”?
L’idea ci è stata proposta da Katerina Neumann, una ragazza che ha partecipato a questo progetto nella Repubblica Ceca. L’obiettivo era quello di esaudire i desideri degli anziani residenti in strutture o nelle Rsa. Da subito ci è sembrata un’iniziativa affine a ciò che la nostra associazione fa da anni. Si tratta, infatti, di un vero e proprio progetto di cura e non della semplice “letterina” natalizia.
Quali sono i benefici che ne traggono gli anziani?
Sicuramente una riscoperta dei propri desideri e dei propri sogni. Per mantenere l’organizzazione delle case di riposo, infatti, non sempre questi aspetti individuali possono essere rispettati. E così, piano piano, molti anziani si abituano a delegare, ad affidarsi ai ritmi quotidiani, dimenticando un po’ ciò che desiderano davvero.
Un aspetto che, quest’anno, si fa ancora più significativo…
Assolutamente sì. Grazie a “I Nipoti di Babbo Natale”, infatti, si avrà la possibilità di far sapere agli anziani quanto li consideriamo. Dal momento della chiusura delle Rsa siamo “fuori” dalle strutture, ma sappiamo quanto gli anziani siano provati da questo isolamento. Gli incontri con i famigliari, ad esempio, continuano a svolgersi a distanza per garantire la sicurezza di tutti. Questo significa che, a volte, ci si trova ai lati di un tavolo, senza contatti, con le mascherine che coprono la bocca e nascondono i sorrisi delle persone care. Così, anche se gli anziani razionalmente sanno che le visite sono contingentate per tutelare la loro salute, il senso di solitudine è forte e rischia di sopraffarli.
Come si può diventare “Nipoti”?
Per partecipare è sufficiente recarsi sul sito, scegliere il desiderio che si vuole esaudire e seguire le istruzioni. Ogni regalo, poi, verrà inviato alla Rsa in cui vive il destinatario e sarà consegnato dagli operatori. Gli anni scorsi capitava anche che fossero i “Nipoti” a recapitarlo, ma quest’anno purtroppo non sarà possibile.
Quali sono i desideri dei residenti?
C’è chi chiede un paio di zoccoli, chi un cappello o un profumo. C’è chi ha chiesto di poter fare un aperitivo al bar, chi desiderava tornare in cattedra a insegnare per un giorno, chi voleva tornare a sciare nonostante fosse in sedia a rotelle e anche qualcuno che avrebbe voluto salire su una moto. Tutti desideri che siamo riusciti ad esaudire.
C’è un desiderio che ricorda più degli altri?
Sì, quello della signora Maria, uno dei desideri più belli. Voleva tornare a Pesaro, nella propria città. Così tutta la comunità dei pesaresi ha risposto all’appello, organizzando una raccolta fondi per portarla due giorni tra le vie che aveva percorso in gioventù.
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