I social network si confermano un canale privilegiato di informazione. Instagram e TikTok sono entrati a pieno titolo tra le fonti di informazione.
Lo aveva già decretato il Digital News Report di Reuters nel luglio scorso, lo ribadiscono oggi i dati dell’Osservatorio internazionale EduFin Pictet Am 2023: diventare investitori, una ricerca che analizza lo stato di alfabetizzazione finanziaria degli italiani. Anche in questo caso, i social network si confermano un canale privilegiato di informazione, nel 34% del campione contro il 27% del 2021, seguiti dagli eventi digitali. Al contrario, lo studio mette in evidenza un declino costante di stampa e tv tradizionale nella fruizione a scopo informativo del pubblico.
Differenze fra social media
Non tutti i social network però sono in crescita: quelli “tradizionali” e più longevi come Facebook oggi coinvolgono meno, mentre si registra l’ascesa di TikTok e delle altre piattaforme basate principalmente su video. Questo cambiamento è influenzato in particolare delle abitudini dei più giovani, che sono cresciuti con i social e spesso hanno come riferimenti di informazione gli influencer piuttosto che i giornalisti (un adulto su 5 con meno di 24 anni utilizza TikTok come fonte di informazione).
I rischi di un nuovo panorama mediatico diversificato
Se la varietà di media può favorire maggiori possibilità di informarsi, c’è anche il rischio concreto che la qualità dell’informazione di abbassi. Come ha dichiarato al Washington Post Jay Rosen, docente alla New York University “Internet rende possibile una maggiore quantità di contenuti e consente di raggiungere tutti i tipi di persone. Ma fa anche diffondere la disinformazione”.
Veicolare i contenuti in modo rapido, divertente e diretto sicuramente risulta accattivante per il pubblico, ma non sempre le notizie pubblicate sui social sono vere. Anzi, gli aggregatori come i social possono amplificare la diffusione di fake news, perché chiunque è in grado di pubblicare.
Altre cause di diffusione delle fake news
Secondo l’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, un’altra causa di diffusione delle fake news è il costo per la produzione di notizie di alta qualità: le compagnie di media faticano a guadagnare dalla pubblicità online, ma siti meno affidabili si basano sul click baiting e generano maggiori contatti anche se offrono informazioni di scarsa qualità. Questo sistema minaccia la credibilità del giornalismo online.
Inoltre sul web nascono sempre più siti che aggregano informazioni già prodotte da altri, piuttosto che contenuti originali. E questo sistema, noto come content curation, amplifica il rischio di diffondere informazioni non corrette, perché ci si distanzia sempre di più dalle fonti originarie, ed è sempre più difficile mettere in atto delle verifiche accurate.
Strategie di consapevolezza
Ognuno di noi, nell’uso dei social, può contribuire a “fermare” una fake news verificandone la fonte (se si tratti di una testata giornalistica, di una fonte istituzionale, …), la coerenza con altri contenuti, la data di pubblicazione, eventuali errori grammaticali. Anche le immagini possono essere analizzate attraverso servizi di ricerca inversa per scoprirne eventuali manipolazioni o confermarne l’autenticità.
(Foto Apertura: BigNazik/Shutterstock.com)
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