Il 2 giugno, per il 77° anniversario della Proclamazione della Repubblica, si terrà un lungo cerimoniale a partire dalle 9:15 con la deposizione di una corona all’Altare della Patria alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le celebrazioni proseguiranno poi con la tradizionale sfilata lungo i Fori Imperiali. In questo importante anniversario saranno protagonisti anche i simboli della Repubblica: dalla bandiera tricolore all’inno nazionale fino all’emblema e allo stendardo.
I simboli della Repubblica: il Tricolore
Riconoscibile e rappresentativo, il Tricolore italiano come bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, membro del Parlamento della Repubblica Cispadana. Nell’Italia del 1796, attraversata dalle armate napoleoniche, quasi tutte le repubbliche che compongono la Penisola (e non solo) adottano bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni. In particolare, i vessilli dei reggimenti della Legione Lombarda presentano i colori bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo della regione.
Dopo la prima campagna d’Italia condotta da Napoleone, tra il 1796 e il 1799, il sistema di Stati che interessava quella che oggi è la Nazione unita si sgretola. Sorgono così numerose repubbliche di chiara impronta democratica: la prima espressione di quegli ideali di indipendenza che alimenteranno il nostro Risorgimento. Ed è proprio in quegli anni che la bandiera viene avvertita come simbolo del popolo, delle libertà conquistate e della nazione stessa. Durante la Restaurazione, poi, il Tricolore si conferma emblema di libertà, divenendo successivamente il simbolo di una riscossa ormai nazionale, da Milano a Venezia, da Roma a Palermo. Tuttavia, soltanto dopo la nascita della Repubblica, un decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 stabilisce la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata dall’Assemblea Costituente e inserita all’articolo 12 della nostra Carta Costituzionale.
I simboli della Repubblica: l’inno nazionale
Altro simbolo della nostra Repubblica è, senza dubbio, il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nell’autunno del 1847 dal ventenne studente e patriota genovese Goffredo Mameli (e musicato poco dopo a Torino da un suo concittadino, Michele Novaro), il Canto degli Italiani nasce in quel clima di fervore patriottico che anticipa la guerra contro l’Austria. I versi immediati e la melodia ne fanno il più amato canto dell’unificazione, non solo durante il Risorgimento, ma anche nei decenni successivi. Sembra quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l’Inno di Mameli venga adottato come inno nazionale della Repubblica Italiana.
Sulla sua composizione la testimonianza più nota è quella resa, molti anni più tardi, da Anton Giulio Barrili, patriota e poeta, nonché amico e biografo di Mameli. Secondo quanto racconta Barrili, infatti, in una sera di metà settembre, nella casa di Torino del patriota e scrittore Lorenzo Valerio, un gruppo di persone si riunisce per parlare di musica e politica. Tra loro c’è anche Ulisse Borzino, pittore genovese, che a Michele Novaro porge una missiva di Mameli. Novaro la legge immediatamente, si commuove davanti a quelle righe e decide di condividerle a voce alta con tutti i presenti, riscuotendo consensi ed entusiasmo. Quella sera stessa, tornato a casa, al pianoforte, Novaro compone la musica dell’inno che cantiamo ancora oggi.
I simboli della Repubblica: l’emblema
Altrettanto importante è l’emblema, altro simbolo della Repubblica Italiana: la stella, la ruota dentata, i rami di ulivo e di quercia sono gli elementi che lo compongono. Ognuno di essi ha un significato ben preciso. Il ramo di ulivo simboleggia la volontà di pace della nazione, sia nel senso della concordia interna che della fratellanza internazionale. Il ramo di quercia che chiude a destra l’emblema, invece, incarna la forza e la dignità del popolo italiano. Entrambi, poi, sono espressione delle specie più tipiche del nostro patrimonio arboreo. La ruota dentata d’acciaio, simbolo dell’attività lavorativa, traduce il primo articolo della Carta Costituzionale: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Mentre la stella è uno degli oggetti più antichi del nostro patrimonio iconografico ed è sempre stata associata alla personificazione dell’Italia, sul cui capo essa splende raggiante. Negli anni, la stella ha caratterizzato la prima onorificenza repubblicana della ricostruzione, la Stella della Solidarietà Italiana, e ancora oggi indica l’appartenenza alle Forze Armate del nostro Paese.
L’adozione dell’emblema, così come lo conosciamo oggi, avviene il 5 maggio 1948 al termine di un percorso creativo durato ventiquattro mesi, due pubblici concorsi e un totale di 800 bozzetti, presentati da circa 500 cittadini, fra artisti e dilettanti. A richiederlo era stata un’apposita Commissione del Governo De Gasperi, presieduta da Ivanoe Bonomi, nell’ottobre del 1946. Il futuro stemma era percepito come il frutto di un impegno corale, il più ampio possibile, e per questo venne indetto un concorso nazionale aperto a tutti, basato su poche tracce. I criteri prevedevano l’esclusione rigorosa dei simboli di partito; l’inserimento della stella d’Italia e l’”ispirazione dal senso della terra e dei comuni”. Ai primi cinque classificati venne assegnato un premio di 10.000 lire (circa mezzo milione di oggi).
I simboli della Repubblica: lo stendardo
Ultimo, ma non meno importante tra i simboli della Repubblica è lo stendardo presidenziale. Costituisce, nel nostro ordinamento militare e cerimoniale, il segno distintivo della presenza del Capo dello Stato e segue perciò il Presidente della Repubblica in tutti i suoi spostamenti. Viene innalzato sulle automobili, sulle navi e sugli aeroplani che hanno a bordo il Presidente; all’esterno delle Prefetture quando il Capo dello Stato visita una città e all’interno delle sale dove interviene ufficialmente. Il nuovo stendardo presidenziale, che si ispira alla bandiera della Repubblica Italiana del 1802-1805, vuole legare maggiormente l’insegna del Capo dello Stato al Tricolore, sia come preciso richiamo storico al nostro Risorgimento che come simbolo dell’unità nazionale. La sua forma quadrata e la bordatura d’azzurro simboleggiano le Forze Armate, di cui il Presidente della Repubblica è Capo. L’esemplare originale dello stendardo è conservato nell’ufficio del Comandante del Reggimento Corazzieri.
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