Pubblicati i risultati completi dell’indagine I senior e il futuro durante l’emergenza Coronavirus, realizzata dal Centro Studi di 50&Più. La ricerca racconta speranze e paure degli over 55, al tempo della pandemia da Covid19. E la loro visione del futuro.
Progressivo auto-isolamento, stili di vita cambiati, uno slogan, #iorestoacasa, ripetuto come un mantra. L’emergenza sanitaria, causata dalla pandemia da Coronavirus, ha costretto persone ed intere famiglie a cambiare abitudini, imponendo loro un’esistenza, anche se temporanea, più o meno isolata.
Ma tra smart working, giornate da organizzare, tempo libero da impiegare, quali ripercussioni sta avendo la situazione corrente sulla vita e sullo stato d’animo delle persone? In che modo stanno cambiando le abitudini quotidiane di ognuno di noi? Questi sono alcuni dei temi al centro del sondaggio I senior e il futuro durante l’emergenza Coronavirus effettuato da 50&Più tramite il suo Centro Studi. L’indagine, i cui risultati sono stati in parte anticipati qui su Spazio50, ha coinvolto un campione di 3.782 persone over 55, provenienti da ogni parte d’Italia.
I pro e i contro di un ritiro forzato
Di certo le abitudini sono mutate eppure il cambiamento non ha avuto solo risvolti negativi.
Il 53,9% degli intervistati, infatti, dichiara che l’auto isolamento ha apportato anche delle note positive nella propria quotidianità.
Le relazioni familiari ne traggono giovamento e il tempo libero a disposizione è ora impiegato per riordinare e sistemare tutto ciò che nel corso degli anni è stato inevitabilmente trascurato. Senza contare che avere tempo a disposizione in abbondanza offre un’ulteriore possibilità: quella di riflettere sulla propria vita. Sono soprattutto i 55-59enni che ancora lavorano, ad apprezzare i momenti di riflessione (il 21% del campione), così come è gradito l’avere più tempo per la famiglia (il 16%) e il rallentamento dei ritmi quotidiani.
Il rovescio della medaglia del restare forzatamente a casa, invece, è riscontrato dal 42,4% degli intervistati. Il disagio maggiore è imputato alla mancanza di aggregazione, seguito da un senso di isolamento e solitudine e dalla sensazione di non essere liberi.
C’è anche chi, dall’auto isolamento, non è scalfito o quasi. Il 3,7% degli intervistati, infatti, non riscontra cambiamenti nella propria quotidianità, e ciò è tanto più vero man mano che l’età delle persone aumenta. Tra i 55-59enni la percentuale è del 2,9 mentre tra gli over 75, abituati già ad avere meno contatti esterni, è del 5,3%.
Uomini e donne, pianeti diversi?
Stare a casa, ritrovare il calore della famiglia, vivere un tempo dilatato… Ma esiste una differenza nel vissuto degli uomini e delle donne? Queste ultime apprezzano di più “l’opportunità di riflettere” (21% di risposte contro il 17% degli uomini) e provano meno disagio nel dover investire il tempo diversamente (6% contro il 10% degli uomini).
Entrambi, però, sono accomunati da un sentiment: la consapevolezza di avere un ruolo di responsabilità rispetto al benessere della comunità. E già questo è un ottimo risultato.
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