Nel numero di gennaio della rivista 50&Più sono contenuti i dati dell’indagine “L’emergenza Covid-19, primi sintomi di impatto sociale e prospettive nel nuovo periodo”. Una ricerca svolta da 50&Più e Format Research che, intervistando 1.740 persone, ha voluto rilevare e descrivere i sentimenti dei cittadini italiani e dei soci di 50&Più nei confronti delle difficoltà vissute durante la pandemia e delle prospettive per il futuro. Analizzando i dati rilevati è possibile trarre due considerazioni fondamentali.
Una comunità coesa
In primo luogo, il 60,4% degli intervistati da 50&Più ripone fiducia nel futuro, anche se ritiene che sarà diverso rispetto all’oggi. Questo dato è in controtendenza con quanto recentemente pubblicato dal Censis. Secondo quanto riportato dal 54° Rapporto sulla Situazione sociale del Paese, gli italiani oggi sono sfiduciati, aggressivi, poco confidenti nei riguardi dei propri concittadini. Questa nuova voce, però, porta a una pluralità di visioni estremamente positiva perché il pessimismo esercita sempre un’azione che riduce l’impegno, la generosità, il desiderio di servizio.
I numeri dell’indagine, inoltre, addossano responsabilità non eludibili ad associazioni come 50&Più che hanno grande attenzione al sociale. D’altra parte, il senso di comunità che offre l’appartenenza a 50&Più rappresenta un rinforzo all’ottimismo della maggioranza. Allo stesso tempo, però, deve esercitare un supporto verso quel 22,9% che rischia di perdere le speranze verso il futuro.
Il Natale appena trascorso, ad esempio, con i suoi richiami alla serenità, alla bontà e alla generosità, ha rappresentato un momento privilegiato per esprimere sentimenti di speranza e di fiducia. Il messaggio di una nuova nascita, infatti, ha valore per credenti e non. Si apre un mondo che dobbiamo riempire di “vita buona” per noi, per le nostre famiglie, per i nostri concittadini. In particolare, ciascuno di noi deve esercitare vicinanza verso chi è solo e dopo questi giorni di festa sente maggiormente il dolore per non avere nessuno con cui scambiare affetti, chiedere aiuto, confessare le proprie sofferenze.
La famiglia al primo posto
I dati dell’indagine ridanno importanza, dopo tante difficoltà degli ultimi anni, alla famiglia come ambito dove si ritorna dopo le crisi, come luogo protetto in tempi difficili. Pur considerando gli aspetti emotivi del momento, è doveroso pensare ad una maggiore attenzione pubblica alla famiglia, qualsiasi sia la sua organizzazione concreta. Sarebbe necessario, quindi, andare incontro a questo sentimento positivo, in particolare quando riguarda l’anziano, con interventi mirati di tipo economico e organizzativo, per permettere alle famiglie di mantenere l’anziano al proprio domicilio, senza però doversi sottoporre a enormi sacrifici.
Anche a questo proposito 50&Più dovrà svolgere una funzione di stimolo verso chi decide: la famiglia c’è, è ritenuta importante da 3 italiani su 4, se opportunamente aiutata continuerà certamente a rappresentare il baricentro della vita sociale. Un nucleo sempre rilevante, ma ancor più nei momenti di crisi. Gli iscritti a 50&Più devono sentirsi in prima linea nell’esercitare personalmente un supporto verso i vecchi delle proprie comunità, ma, allo stesso tempo, devono fare pressione come gruppo perché ai vari livelli si riconosca che la cura degli anziani avvantaggia chi la riceve e rappresenta anche un forte collante tra tutti i componenti delle comunità. Il Natale è stata un’occasione forte per iniziare questa strada di generosità, che però dovrà essere percorsa sempre, oggi nella crisi, domani nel tempo di serenità sociale che speriamo possa presto tornare.
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