Uno dei capisaldi della nuova politica ambientale di Ursula von Der Leyen, a capo della Commissione europea, è stato sancito lo scorso 15 gennaio approvando il cosiddetto “Piano per la neutralità climatica”.
La prima tappa prevista è quella denominata Green New Deal, che definisce un vero e proprio patto climatico tra gli Stati Membri per ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030. Il precedente obiettivo era del 40%.
Le risorse necessarie ad attuare il piano sono state stanziate attraverso il nuovo “Fondo per una transizione equa” che, al momento, è stato dotato di 7,5 miliardi di euro, grazie al cofinanziamento nazionale. Per questo motivo, la nuova Commissione europea sarà affiancata dalla Banca Europea degli Investimenti (Bei) per decidere quali interventi potranno essere finanziati in favore dell’ambiente.
Ma, naturalmente, la riuscita del piano a livello europeo dipende soprattutto dalla sensibilità che i cittadini dei vari Paesi stanno manifestando in tale ambito. Non a caso proprio la Banca Europea degli Investimenti ha recentemente diffuso un sondaggio per testare la propensione degli europei su queste tematiche e la loro disponibilità a modificare i propri stili di vita.
Le categorie analizzate dalla ricerca sono svariate. Condotta dalla società Bva, questa ha fra l’altro confrontato i dati europei con quelli cinesi e americani. La Banca Europea degli Investimenti, sintetizzandoli, ha evidenziato che gli italiani, paragonati al resto d’Europa, si dichiarano disposti a fare di più per adeguare il loro stile di vita nel segno della prevenzione ai cambiamenti climatici.
Ad esempio, nel comparto dei prodotti alimentari, il 93% degli italiani cerca attivamente di comprare più prodotti locali e stagionali e il 48% lo fa già sistematicamente. Ma si dicono anche pronti a modificare la loro alimentazione, così il 73% ha ridotto il consumo di carne rossa.
Proprio tra questi ultimi dati spicca un interessante gap generazionale: i senior si impegnano infatti più attivamente dei giovani ad acquistare solo prodotti alimentari locali. Non solo. Già in una precedente indagine della Bei, hanno mostrato – anche se un po’ come tutti gli italiani – una forte coscienza green al momento dell’acquisto: i più attenti infatti restano gli over 55 che definiscono molto importante l’impatto climatico di un prodotto o servizio in fase di acquisto (32%), una quota che scende al 28% nella fascia d’età 35-55 e al 21% nella generazione più giovane, ovvero quella di età compresa tra i 18 e i 34 anni. Complessivamete, in Italia, il 79% (molto più della media europea che è pari al 67%) tiene molto in considerazione il potenziale impatto sul clima di un prodotto o di un servizio.
Ma proseguiamo. Trattando di “trasporti” noi italiani ci dichiariamo “molto favorevoli” a spostarci a piedi e in bicicletta per i movimenti giornalieri (in questo caso si parla del 69% del campione), ma siamo meno disposti ad utilizzare i mezzi pubblici (54%). Siamo, tuttavia, più disposti (il 77% contro il 75% della media europea) a ridurre gli spostamenti in aereo per le vacanze. Per effettuare percorsi pari o inferiori a cinque ore, poi, nell’86% dei casi preferiamo il treno all’aereo.
Per quanto riguarda l’abitazione quasi 4 italiani su 10 (38%) hanno dichiarato di aver già ridotto l’uso di condizionatori, ma ben il 75% si è dichiarato disposto a tenerli spenti nel nuovo anno. Solo il 22% dichiara di essere passato a un fornitore di energia verde, con il 60% intenzionato a farlo. I cinesi su questo tema sono i più sensibili (94%) e primeggiano anche nella disponibilità ad investire in fondi verdi (86%) su una media europea del 52% e italiana del 54%.
Anche sul consumo della plastica siamo molto attenti: il 97% degli italiani non usa più prodotti in plastica, o almeno ne ha ridotto il consumo. E, più in particolare, il 94% degli italiani dice di avere l’intenzione di smettere di comprare bottiglie di plastica, mentre il 96% ha intenzione di comprare meno prodotti imballati con la plastica. In questo settore il consenso è mondiale: l’81% degli americani, il 93% degli europei e il 98% dei cinesi dicono di aver l’intenzione di comprare meno prodotti di plastica. Utile tenerne conto specie in relazioni alle polemiche recenti sui provvedimenti introdotti dall’ultima nostra legge di bilancio.
C’è un’altra differenza generazionale che emerge dallo studio e riguarda i recenti movimenti sulla sostenibilità: il 79% dei giovani italiani tra i 15 e i 29 anni dice di aver partecipato, o che parteciperà, a manifestazioni a favore del clima. La cifra scende, invece, al 69% per la fascia di età compresa tra i 30 e i 64 anni.
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