«Dallo Spazio puoi renderti conto di come sia fragile questa nostra bellissima sfera azzurra. Sono necessari soltanto 90 minuti per effettuare il giro completo della Terra, un tempo breve che ti fa capire quanto tutto ti riguardi, anche quello che sembra accadere dall’altra parte dell’oceano». A dirlo è Umberto Guidoni, il primo astronauta europeo a visitare la Stazione Spaziale Internazionale.
Oggi, che è anche scrittore e divulgatore, il suo messaggio è tanto più attuale in tempi di Covid. Nei mesi scorsi, infatti, abbiamo potuto constatare come da un capo all’altro di questa Terra si sia tutti intimamente collegati, fragili, esposti rispetto alla diffusione di un virus che, da mesi, tiene in pugno l’intero Pianeta.
Con lui, astronauta, astrofisico, protagonista di esperienze straordinarie oltre il cielo e volto tra i più familiari per 50&Più, abbiamo lasciato l’orbita per scendere molto più in basso, stare nei nostri passi e ripercorrere il lockdown guardando però all’estate nella quale siamo entrati.
Che estate sarà la sua?
Sarà sicuramente un’estate in tono minore rispetto a ciò che avevamo preventivato con mia moglie. Contavamo di andare a trovare nostro figlio che vive e lavora negli Stati Uniti ma, causa Covid, dovremo rimandare. Anche se con un certo dispiacere. Perciò, faremo una vacanza sul litorale laziale. Ci siamo ritagliati qualche giorno verso Sud, in albergo, tra Sabaudia e Terracina. Preferiamo entrambi il mare alla montagna e mia moglie, in particolare, ama fare lunghe passeggiate mentre io preferisco nuotare. Abbiamo molta voglia di riprendere a muoverci, sebbene con tutte le cautele imposte dalla pandemia e sappiamo che, per le vacanze all’estero, bisognerà aspettare l’anno prossimo. E sicuramente riprenderemo in mano il progetto di viaggio che è rimasto nel cassetto: quello verso San Pietroburgo.
C’è un’estate del passato che ricorda con piacere?
Sicuro, sono tante. Ma quella del 2001 fu davvero memorabile. E fu l’opposto di questa 2020 nella quale ci sposteremo davvero poco. All’epoca ero appena tornato dal secondo volo nello spazio. Ricordo ancora che siamo atterrati il 1° maggio e da lì si è aperta una stagione di viaggi. Questo perché, dopo una missione, c’è la consuetudine per l’equipaggio di fare un tour di visita in vari Stati. E dal momento che il mio equipaggio era internazionale – avevamo a bordo un canadese, un russo, io come europeo e vari altri americani – abbiamo fatto un lungo viaggio durato tutta l’estate. Oltre alle visite ai centri della Nasa, c’è stato un tour lunghissimo. Abbiamo visitato l’Europa, il Canada ed è stato bello perché abbiamo viaggiato tutti assieme con le famiglie. Ricordo, in particolare, con grande emozione il 2 giugno, quando il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi mi ha concesso un’onorificenza. Un’esperienza molto toccante anche perché ci hanno trattati davvero quasi come persone di casa: ricordo che la signora Ciampi prese mio figlio per braccio e sono partiti per un giro nelle sale del Quirinale.
Un aneddoto di viaggio?
Noi venivamo da Houston e Houston è famosa per il rodeo. Almeno una volta l’anno si ferma tutto e c’è questa grande manifestazione. Io pensavo che fosse il più grande rodeo del mondo e invece ho scoperto poi che il più grande rodeo del mondo si fa in Canada e noi fummo ospiti d’onore con tutto l’equipaggio. Quindi siamo stati portati in trionfo all’apertura del corteo su una macchina e dietro di noi c’erano tutti i cavalli. Molto bello.
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