Un nuovo studio lega i ricordi ai cambiamenti fisici del cervello. Finora si pensava che la memoria si formasse creando le cosiddette sinapsi o connessioni fra neuroni. Ma i ricercatori dell’Università del South Carolina hanno scoperto che la formazione di un ricordo distrugge le vecchie sinapsi e ne crea di nuove, in una regione cerebrale diversa.
Gli esperimenti sono stati condotti per sei anni sulle larve dei pesci zebra aprendo la strada a un nuovo approccio allo studio della memoria. Il metodo potrebbe aiutare a comprendere come mai alcuni ricordi restino indelebili al contrario di altri, specialmente se associati a una situazione spiacevole. I risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista Pnas, ma gli scienziati hanno anche reso disponibili i dati sulla pagina Mapping the dynamic synaptome.
L’esperimento sui pesci zebra
Il pesce zebra o Danio rerio è uno dei vertebrati più utilizzati come modello vivo per studi di genetica e biologia. La struttura del suo cervello, infatti, è sufficientemente complessa da poterne osservare i cambiamenti. In questo caso le sue larve sono state indotte alla formazione di un’associazione negativa, che consisteva nell’accendere una luce alla quale seguiva l’accensione di un laser per scaldare la testa dei pesci, che disturbati, nuotavano via. Dall’esperimento è emerso che gli esemplari in grado di associare la luce allo stimolo spiacevole ne hanno mantenuto il ricordo e ad ogni nuova accensione avrebbero mosso la coda per allontanarsi in anticipo.
La scoperta dei ricercatori dell’Università del South Carolina
L’aspetto interessante è stata l’osservazione del cambiamento del cervello una volta formatasi quella memoria. I ricercatori hanno contrassegnato le sinapsi dei pesci con una proteina fluorescente senza alterare la struttura e le funzioni cerebrali. In questo modo hanno messo in evidenza le modifiche al microscopio. La conclusione è stata che la formazione del ricordo associativo non cambia la forza delle sinapsi già esistenti, così come si è pensato per decenni, ma induce la distruzione di vecchie sinapsi e favorisce la formazione di nuove. Il numero di sinapsi sembra inoltre codificare il ricordo, facendo ipotizzare che la memoria associata a eventi negativi sia più persistente.
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