Quando si parla di portinaie, l’arte francese ci regala alcune immagini indimenticabili. Lo sa bene chi ha visto Il favoloso mondo di Amelie, in cui la protagonista ha a che fare con una stravagante portinaia. O, ancora, è il caso di Renée, la colta protagonista del libro L’eleganza del riccio, scritto dalla francese Muriel Barbery.
Portierato di quartiere, come funziona?
Ma proprio in Francia, a Parigi, hanno ampliato i compiti del portiere di condominio dando vita al primo “portierato di quartiere”. Si chiama “Lulu dans ma rue” ed è una rete composta di chioschi nata per rinvigorire l’economia locale e le relazioni di vicinato. L’obiettivo è offrire un aiuto per i piccoli e i grandi problemi quotidiani, condividendo competenze e incontrando i vicini. Grazie alla partecipazione attiva della comunità, infatti, si cerca di costruire un sistema di micro-welfare che possa migliorare la qualità della vita nel quartiere, offrendo possibilità di incontri e di opportunità lavorative. Non si propongono servizi per un ritorno economico, quindi, ma per soddisfare le necessità dei concittadini. Che sia il ritiro di un pacco o la cura di animali domestici e piante durante una vacanza, basta rivolgersi al portierato più vicino.
Il portiere di quartiere, una nuova figura
A gestire tutte le attività ci pensano i portieri di quartiere, gli addetti ai lavori di queste piccole realtà. Sono loro a mettere a disposizione le proprie competenze in prima persona o ad indirizzare i cittadini gli uni verso gli altri. I residenti di uno stesso quartiere, infatti, offrono servizi di assistenza di vario genere a prezzi più che contenuti. Si va dalla custodia di oggetti a piccoli lavori di manutenzione e riparazione. Non sono rari nemmeno gli esempi di assistenza agli anziani e del ritiro della posta. Un bell’esempio di solidarietà civica che si sta diffondendo in Europa e lungo la nostra Penisola.
Il portierato sociale in Italia…
Ad esempio, Caffè Portineria e Portineria 21, a Bari, vestono i panni di un bar, ma offrono tanti servizi tipici delle classiche portinerie dei palazzi. Li seguono anche Portineria 14 e Hug, a Milano, che si offrono per il ritiro della posta, della spesa e persino delle medicine in farmacia. Inoltre, ci si può rivolgere a questi luoghi se si è in cerca di professionisti come idraulici, elettricisti o giardinieri. Sempre a Milano i portierati di quartiere sono stati portati nei mercati coperti per creare un legame tra tutti i punti vendita. La sperimentazione è partita a giugno scorso e le piccole strutture offrono i loro servizi a tutti i cittadini. Al loro interno sono stati anche adibiti un angolo dedicato al prestito e alla lettura gratuita dei libri e una bacheca in cui gli abitanti di ogni zona possono affiggere i propri volantini e le proprie proposte.
…e in Europa
A partire dalle Lulù parigine che offrono servizi di babysitting, di assistenza agli anziani, di ritiro e consegna della spesa e molto altro, l’idea dei portierati di quartiere si è estesa in numerose zone dell’Europa. Ne è un esempio Conciergerie Allô Bernard a Tolosa che offre una proposta mirata per gli abitanti, per le aziende o per i pensionati. Anche la catena di alberghi 25hours Hotel Hafencity ha replicato l’idea ad Amburgo, fungendo da punto di incontro tra i propri ospiti e gli abitanti del quartiere. Il servizio offre visite guidate, prestito di libri, prenotazioni in ristoranti e affitto di biciclette usufruendo dell’aiuto dei locali. Un modello di sharing economy che ha preso piede anche in città come Londra e in molte parti della Spagna.
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