Il collettivo dei pensionati di Bridgwater chiede la chiusura delle casse automatiche nei negozi e nei supermercati. “Così salviamo posti di lavoro e combattiamo la solitudine”
Un gruppo di pensionati inglesi, il Bridgwater Senior Citizens’ Forum, si batte per il boicottaggio dei metodi di pagamento automatici. Il Bridgwater Senior Citizens’ Forum ha iniziato la sua campagna a gennaio dopo che un iscritto non ha trovato “nessuno alle casse” al supermercato locale Asda. Da allora il gruppo, i cui membri hanno un’età compresa tra i 70 e i 90 anni, si riunisce mensilmente e chiede sostegno all’iniziativa. “Penso che sia una battaglia piuttosto difficile, ma è molto importante combatterla”, ha dichiarato uno di loro, Glen Burrows, al Telegraph. Aggiungendo che quei i posti di lavoro erano “molto importanti”, dato che quasi il 40% dei residenti della città è disoccupato.
La priorità ai rapporti umani
Un ottantunenne commerciante in pensione, Ken Jones, tra i fondatori della campagna, considera ‘vitale’ il rapporto con il personale da quando sua moglie è morta tre anni fa. Ci tiene a dire che “l’isolamento è una malattia”. “Dire semplicemente ‘ciao, buongiorno’ a qualcuno ti fa sentire meglio. E sicuramente questo non ha prezzo”, ha spiegato al giornale. Liquidando il sistema delle casse automatiche come una forma di “deumanizzazione”.
La scelta dei consumatori di Bridgwater
Del resto, basta fare un giro in città per comprendere il senso delle sue affermazioni. Nel negozio della nota catena di abbigliamento Marks and Spencer di Bridgwater, riporta GB News, sono state collocate 10 casse automatiche. Tutte in gran parte inutilizzate, mentre l’unica cassa con personale ha una coda di cinque persone. “Se c’è qualcuno alla cassa, preferirei aspettare quattro o cinque minuti per fare due chiacchiere”, spiega Antony James, un residente di 59 anni.
La rivolta dei pensionati inglesi “è una questione di umanità”
Ken Jones, presidente del forum dei pensionati inglesi, chiarisce che la campagna non è legata alle difficoltà degli anziani con la tecnologia. Piuttosto mira a tutelare l’occupazione e i rapporti umani. “I supermercati stanno sostituendo il personale con le macchine, e noi vogliamo cambiare questa tendenza”, ha affermato, sottolineando il valore dell’interazione umana. “Un semplice saluto fa la differenza, soprattutto d’inverno”, e questo “non ha prezzo”.
Casse automatiche: una minaccia per i lavoratori
Dal canto loro, i rivenditori si schierano a favore delle casse self-service, motivando la scelta con la necessità di adeguarsi alle nuove abitudini di consumo, garantendo velocità e praticità. Sottolineano, inoltre, che molti punti vendita offrono entrambe le opzioni, tradizionale e automatica, con l’obiettivo di fornire un servizio efficiente a costi accessibili. Intanto il dibattito in Gran Bretagna si infiamma. Uno studio del Centre for Retail Research ha segnalato la perdita di 170mila posti di lavoro nella vendita al dettaglio nel 2024. Un crollo che ha colpito soprattutto le lavoratrici.
L’illusione del self-service: code e inefficienza nei negozi
Un articolo della BBC ricorda come sia frequente osservare nei negozi una fila di persone in attesa di usare una cassa self-service, che con pazienza attendono il loro turno. La frustrazione aumenta mentre un singolo dipendente si preoccupa dell’assistenza e le altre casse sono prive di personale. Ciò, conclude l’autore dell’articolo, testimonia che, sebbene la tecnologia self-service abbia i suoi punti di forza teorici, per lo più non soddisfa le aspettative. I clienti fanno ancora la fila. Hanno bisogno che i dipendenti del negozio li aiutino a risolvere gli errori delle casse o che le riparino. La tecnologia, in certi casi, è più problematica di quanto valga la pena.
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