Per molti italiani sono stati l’anti-stress preferito durante il primo lockdown. Con le loro fusa e coccole sono riusciti a colmare il vuoto di chi si è trovato a passare tanto tempo a casa da solo, lasciando fuori amici e parenti.
Ma sono stati anche il semaforo verde per le prime concessioni di libertà. Basta vedere l’autocertificazione per portare a passeggio il cane. Un antidoto per riuscire a prendere una boccata d’aria all’aperto anche nel cuore delle zone rosse.
Del resto, che facciano parte della famiglia a pieno titolo, è ben noto. Ma in questa pandemia hanno un vantaggio in più: non sono contagiosi come gli umani, con loro non dobbiamo mantenere il distanziamento sociale.
I nostri animali un po’ “viziati”? Forse. Ma a buona ragione
Ecco perché nella gerarchia dei congiunti che siamo stati costretti a riscrivere nel 2020, gli animali da compagnia hanno fatto un gran balzo in classifica. E con essi è cresciuta esponenzialmente anche la “Cani e Gatti Spa”, ovvero l’economia che ruota attorno ai nostri amici a quattro zampe.
Già, perché malgrado la crisi e la diminuzione del Pil, i dati mostrano che gli italiani hanno speso, da gennaio ad ottobre, ben 1,2 miliardi di euro per far felici gli animali domestici, un record senza precedenti.
Ma come si è arrivati ad un cifra simile? Non sono mancate scorte adeguate di beni di prima necessità (le vendite di cibo hanno segnato un +3%), ma altresì c’è stato spazio per vizi e sfizi come snack e bevande (+18.3%), e prodotti per la salute degli animali (+18,5%). La grande impennata, però, l’ha fatta registrare il settore dell’abbigliamento (+22,3%). Piumini e trasportini griffati sono andati a ruba. E con buona pace del portafoglio: basti pensare che un trasportino di Louis Vuitton, ad esempio, costa 2.150 euro. Ma l’amore non ha prezzo, vero?
Quando Fido diventa un inquilino
Insomma, il ruolo cruciale recitato da cani e gatti in questi mesi è stato premiato con una lauta ricompensa. Ma i nostri animali non sono stati viziati senza motivo. La ricompensa è iper meritata, ci permettiamo di aggiungere. Si potrebbe anche azzardare che ci sia stata un’importante promozione sociale: dal ruolo di animali di compagnia a quello di coinquilini.
Ma non è finita. Secondo l’Osservatorio Coop 2020, ben 3 milioni mezzo di italiani hanno acquistato un animale appena è finita la prima emergenza a maggio. Numeri che, sembra, sono destinati ad aumentare, in maniera esponenziale, nei prossimi mesi.
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