Non si finisce mai di imparare e in Corea del Sud lo sanno bene: le scuole situate nelle zone rurali del Paese si stanno svuotando a causa del calo demografico e, per riempirne le aule, le porte sono state aperte a donne che per decenni hanno sognato di imparare a leggere. Lo ha raccontato la signora Hwang Wol-geum in un’intervista al New York Times dello scorso aprile: ogni mattina, sullo stesso scuolabus dei nipoti, percorre il tragitto fino ai banchi della prima elementare. La settantenne sudcoreana, analfabeta per tutta la vita, ricorda di aver pianto quando fu costretta a badare ai fratelli più piccoli e a lavorare insieme ai genitori rinunciando alla sua istruzione. “Ho avuto sei figli e ognuno di loro ha frequentato la scuola, qualcuno anche l’università, e mi faceva male non poter scrivere loro delle lettere: è quello che sognavo di più” ha detto.
Quest’anno è arrivata inaspettatamente un’opportunità dalla scuola locale. Come altri istituti rurali, la Daegu Elementary, nel distretto della signora Hwang, ha visto i suoi studenti ridursi fino ad un totale di soli 22 bambini. Nella disperata impresa di salvare l’istituto quasi centenario, la preside Lee Ju-young ha pensato di estendere la proposta formativa anche ai senior della zona che desideravano imparare a leggere e scrivere. Così la signora Hwang e altre sette donne, di età compresa tra i 56 e gli 80 anni, si sono fatte avanti e a marzo hanno preso posto tra i banchi della prima elementare. “Il primo giorno di scuola ho pianto di gioia: non potevo credere che stesse accadendo, è sempre stato il mio sogno!” ha raccontato la settantenne.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
Ma anche in Italia, in questo periodo di esami scolastici, sono diventate virali le notizie sui senior che hanno deciso di riprendere in mano i libri. A Corato, in provincia di Bari, Domenico di Bartolomeo di 83 anni ha studiato per conseguire la licenza media e lo ha raccontato a La Repubblica: “L’incoraggiamento è arrivato dai nipotini: capita la sera che leggiamo insieme delle storie e volevo che fossero orgogliosi di me e dei miei miglioramenti. L’ultima volta che sono stato a scuola, si stava in quattro in un banco e si usava il calamaio” ricorda. Nella sua classe del Cpia, il Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti, è circondato da persone che vengono da tutto il mondo (chi dalla Costa D’Avorio, chi dal Venezuela) ma tutti con lo stesso desiderio di crescita personale, culturale e sociale.
La settimana scorsa, invece, è stata la volta di Nonno Felicino, all’anagrafe Salvatore Piredda di 98 anni, che ha sostenuto l’esame ed è riuscito a conseguire la licenza media all’Istituto comprensivo statale “Pietro Leo” di Arbus, in Sardegna. In un’intervista al Corriere ha raccontato di aver promesso alla moglie, scomparsa otto anni fa, che avrebbe finito la terza media. Dopo l’orale, in cui ha parlato degli armamenti italiani nella Seconda guerra mondiale, che ha conosciuto da combattente, è stato promosso con il massimo dei voti. “Purtroppo la vista non mi consentirà di iscrivermi alle superiori. Peccato. Volevo il diploma di perito meccanico.”
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