Opere d’arte che purificano l’aria. Grazie al connubio tra street art e nuove tecnologie, oggi è possibile ricreare boschi urbani nel cuore sempre più colorato delle città
All’incrocio tra via di Porto Fluviale e via del Gazometro, due strade trafficate del quartiere Ostiense di Roma, c’è un edificio con pareti dai colori sgargianti. È qui che prende forma un airone seduto su un barile rosso di petrolio mentre cattura un pesce in un mare inquinato. Il titolo del murale fuga ogni dubbio sull’intento provocatorio dell’artista Iena Cruz: Hunting Pollution (a caccia di inquinamento).
Realizzato nel 2018 grazie all’associazione Yourban2030, Hunting Pollution è un ecomurales, un progetto di sostenibilità ambientale di cui l’arte è protagonista. È stato realizzato con la vernice Airlite che, a contatto con la luce, attiva un processo simile alla fotosintesi clorofilliana in grado di ridurre l’inquinamento ambientale. Con i suoi 1.000 metri quadri di estensione, oltre ad essere il murale mangia-smog più grande d’Europa, contribuisce a pulire l’aria circostante al pari di una foresta di 30 alberi.
La ‘street art rigenerativa’ si sta diffondendo a macchia d’olio. È un modo consapevole e provocatorio di fare arte e trovare soluzioni concrete a problemi dal forte impatto sociale, come l’inquinamento. Naturalmente priva di barriere linguistiche e immediatamente ricettiva, l’arte facilita la sensibilizzazione sulla sostenibilità ambientale. Come dice Iena Cruz a 50&Più: «Il pregio della street art è di raggiungere anche i cosiddetti “random spectator”, coloro che non vanno nei musei ma camminando per strada si imbattono nei murales. Anche solo nell’atto di guardare essi assorbono creatività. Così noi artisti abbiamo il potere di pizzicare le coscienze, ma poi sta alle persone recepire questi messaggi e crederci».
Appena qualche passo oltre Hunting Pollution si può ammirare Ventidue PortoFluviale – Mela Mundi realizzato da Zed1, in collaborazione con Yourban2030 e Airlite e con il patrocinio del Municipio VIII di Roma, in cui una mela è la curiosa protagonista della storia del mondo. Un invito tanto simbolico quanto concreto a riconciliarsi con la natura. Hunting Pollution e Mela Mundi danno vita al primo quadrante urbano eco-riqualificato, che si estende per una superficie di ben 2.000 mq.
Spostandosi lungo l’Italia in un viaggio immaginale alla scoperta degli ecomurales, la tappa successiva è a Napoli con Unlock the change nella periferia Fuorigrotta/Bagnoli presso la scuola secondaria Silio Italico. Il progetto è delle B-Corp italiane – aziende con comportamenti sostenibili certificati dall’ente non profit B Lab – di Yourban2030 e ha avuto il supporto di PalomArt. Zed1 ha voluto raccontare una favola moderna: una bambina che immagina un mondo libero dall’inquinamento. Un cambiamento ‘da sbloccare’ come suggerisce il titolo del murales.
Risalendo l’Italia si incontrano circa 20 ecomurales tra Padova e Abano Terme, nati durante il ‘Super Walls’, il festival biennale della Street Art; a Cuneo, nel quartiere Madonna dell’Olmo, c’è ‘Forza di gradiente’ di Iena Cruz, che ha realizzato l’opera sulla facciata dell’Istituto Comprensivo Oltrestura insieme agli studenti.
Altre due tappe imperdibili sono a Milano. Nel quartiere periferico Lambrate, la facciata di un edificio in via Giovanni Battista Viotti 13 è decorata con l’ecomurales Anthropoceano che Iena Cruz ha dipinto nell’ambito del progetto ‘Worldrise Wall’ di Worldrise Onlus, che si occupa di conservare e valorizzare l’ambiente marino. Nell’opera il mare è intrappolato in una bottiglia di plastica che è anche una ciminiera, frutto della riflessione dell’artista sui danni arrecati dall’uomo all’ecosistema.
La realizzazione dei murales è anche un momento di incontro e scambio tra persone: per Anthropoceano, come racconta ai nostri taccuini Virgilia Tardella, vicepresidente di Worldrise Italia: «Abbiamo spiegato alle persone cosa stessimo facendo e si sono mostrate disponibili e solidali, anche offrendoci un magazzino per depositare gli strumenti d’arte». Quello della sostenibilità è infatti uno spunto per “ricordarci che siamo tutti connessi tra di noi e con l’ambiente. In questo modo si può creare una comunità unita nel senso di partecipazione e responsabilità anche laddove sembra che non ci sia”.
È quello che è accaduto con il secondo ecomurales milanese nel quartiere popolare Stadera, realizzato dal collettivo di artiste ‘A m’l rum da me’ a cura di Worldrise. «L’ecomurales è una restituzione indelebile al quartiere. Stadera è bella, storica e autentica. Per secoli ha aperto le sue porte a tutti e conserva questo animo. È importante attivare più progetti del genere in modo da rendere le persone protagoniste», afferma Carolina Amoretti, founder di Fantastudio.
Per il murales è stato scelto un palazzo popolare in cui convivono persone di origini diverse. Worldrise e Fantastudio hanno realizzato un laboratorio per bambini sul delicato equilibrio dell’ecosistema marino. «Attraverso la formazione e il coinvolgimento dei bambini è stato possibile creare coesione sociale. La sostenibilità ambientale è un vero e proprio terreno comune in cui tutti si incontrano e, al di là delle differenze culturali, parlano la stessa lingua», dice Virgilia Tardella.
La sostenibilità ambientale va quindi insegnata. L’associazione di Roma ‘Arte e città a colori’ nell’estate del 2019, durante il CineVillage Arena Parco Talenti, ha coinvolto i ragazzi del liceo artistico Sarandì nella realizzazione di un ecomurales su un pannello esposto inizialmente al Parco Talenti e oggi tra le mura della scuola. «I ragazzi si sono divertiti tantissimo: per loro la vernice era un’attrazione tutta da scoprire, erano incuriositi dalla novità e dal processo di creazione del colore – racconta Franco Galvano, presidente dell’associazione -. Prima di fare il murales, abbiamo fatto una lezione sulla salvaguardia della natura e dell’ambiente e i giovani erano interessati e attenti, proponendo tante domande e riflessioni».
Sono proprio i ragazzi il target più sensibile. Come dice Massimo Bernardoni, fondatore del marchio Airlite: «Sono delle spugne. Riceviamo ogni giorno tantissime proposte da parte loro per scrivere tesi o per sviluppare progetti di sostenibilità ambientale. Ciò ha a che fare anche con l’entusiasmo di fare qualcosa di veramente bello per il pianeta. C’è voluto del tempo prima di far capire che l’inquinamento è un problema serio e che altrettanto devono esserlo le soluzioni per combatterlo».
Gli ecomurales, intanto, fanno il giro del mondo: in Romania, a Fundeni, Lidl ha realizzato un’opera in eco-vernice lungo 6.000 mq di stabilimento, mentre a Bacau ne è stata inaugurata un’altra di 250 mq intitolata L’intuizione, con una versione in lingua braille. Ci si sposta poi a Praga con We share the same future dell’artista David Strauzz e poi a Vienna dove su uno stabilimento Ikea campeggia un enorme murales firmato Isa Frau. Ad Amsterdam c’è Diversity in bereaucracy per sensibilizzare sul tema delle pari opportunità mentre a Portsmouth, in Inghilterra, si può vedere l’opera di Neequaye Dreph Dsane Marie Costa. Cambiando fuso orario e volando verso l’America del Sud, a Città del Messico è possibile ammirare Renacer sostenible sull’edificio Tamaulipas del quartiere Tlatelolco, dove è stato realizzato anche un parco murale.
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