La direzione, ormai, sembra essere proprio quella e, a confermarlo, c’è una vasta letteratura scientifica: per prevenire il fisiologico incremento dei casi di demenza connessi all’invecchiamento demografico è necessario ridurre dal 10 al 25% ciascuno dei fattori di rischio modificabili. Stiamo parlando di diabete, ipertensione, obesità, fumo, depressione, inattività fisica e, persino, bassa scolarizzazione.
Recenti studi sostengono che si potrebbero prevenire in questo modo dagli 1,1 ai 3 milioni di nuovi casi di Alzheimer e demenza vascolare.
E proprio in questa direzione vanno tutte le attività orientate alla promozione sul territorio delle cosiddette Comunità “Amiche della Demenza”, formate sulla malattia ed in grado di adoperarsi per cercare di aiutare e agevolare le persone con tali patologie, e i Caffè Alzheimer che favoriscono la socializzazione e la condivisione dei problemi vissuti dai malati e dai caregiver.
In Emilia Romagna, negli ultimi cinque anni, si è sviluppata l’offerta di due nuovi servizi di supporto ai malati di demenza e ai loro caregivers. Vanno ad integrare la rete di servizi regionali prevista dal Progetto Regionale Demenze Emilia Romagna (DGR n. 990/2016) in attuazione del Piano Nazionale Demenze. Si tratta dei Meeting Center e dei Cogs Club.
I primi sono nati ad Amsterdam nel 1993 ad opera di Rose Mary Droes, docente del Dipartimento di Psichiatria di Vrije presso l’Università di Amsterdam. Ad oggi si sono sviluppati soprattutto nei Paesi Bassi dove ne risultano attivi 46.
Si rivolgono in particolare a persone nelle fasi iniziali della malattia che hanno ancora una funzionalità nelle abilità di base e non mostrano significativi problemi comportamentali. Il Meeting Center, infatti, è quello che si potrebbe definire un intervento psicosociale “a bassa soglia”, un tipo di approccio integrato che fornisce supporto professionale al binomio persona con demenza-caregiver.
Il modello prevede 3 incontri settimanali che si svolgono nei centri socio-culturali di quartiere durante i quali vengono proposte attività specifiche rivolte all’anziano, al familiare o ad entrambi (ad esempio, momenti di festa o uscite). Lo staff è composto da circa due/tre professionisti (psicologo, terapista occupazionale o della riabilitazione psichiatrica o educatore professionale e altre figure professionali esperte) ogni 15 anziani e rispettivi familiari.
All’interno del Centro d’Incontro si svolgono attività strutturate di riattivazione, quali stimolazione cognitiva, reminiscenza, psicomotricità e attività significative per la persona (musica, canto, danza, attività occupazionali), attività orientate al mantenimento e ristabilimento dell’equilibrio emotivo, alla preservazione dell’immagine di sé e al confronto con il futuro e attività orientate al mantenimento delle relazioni sociali e all’inclusione.
Nello specifico il Meeting Center Support Program (Mcsp), rispetto all’abituale cura quotidiana, migliora il senso di competenza e riduce il carico assistenziale e psicologico del familiare, migliora la qualità di vita sia della persona con demenza che del suo familiare. In Europa e anche in Italia è stato implementato grazie allo studio multicentrico europeo Meeting DEM del 2014-2017. La prima esperienza sul territorio di Modena nasce a Vignola.
I “Cogs Club”, invece, nascono in Inghilterra per opera dell’infermiera specializzata Jackie Tuppen. Sono interventi riabilitativi basati sulla stimolazione cognitiva, la Cognitive Stimulation Therapy. Propongono, settimanalmente, una giornata di attività fisica, stimolazione cognitiva, musica e divertimento per persone con demenza lieve.
Tale modello, rispetto a quello originale inglese, è stato riadattato in Italia. La provincia di Modena è stata pioniera nel dare vita ai Cogs Club in collaborazione con l’associazione di Volontariato locale AssSDe. I primi Club, nati nel 2015 a Formigine e Sassuolo, e si sono diffusi l’anno successivo nei distretti di Mirandola e Carpi.
Anche questo servizio è rivolto alle persone anziane con demenza in fase lieve, intercettate e inviate dai Centri Disturbi Cognitivi e Demenze del territorio. Integrano la proposta terapeutica del Centro con un intervento psicosociale teso a ritardare la progressione dei deficit cognitivi e della disabilità in persone affette da demenza, inserite nel contesto della comunità e che non necessitano di altri servizi formali della rete, come i Centri Diurni. Attualmente nel territorio modenese sono attivi 8 club, con circa 15 persone ciascuno: tre nel Distretto di Sassuolo, tre nel distretto di Mirandola, uno a Carpi e uno a Modena.
© Riproduzione riservata