Michelangelo, personalità geniale del Rinascimento, è stato pittore, scultore, architetto, poeta e creatore di icone e opere impareggiabili. Anima tormentata, in lotta perenne con se stesso, uomo dal carattere complicato, umbratile e solitario, è considerato oggi il più grande artista di tutti i tempi. Proprio di lui, della sua figura ha trattato Stefania Ponti nel suo ultimo Webinar.
Michelangelo Buonarroti
Michelangelo, personalità geniale del Rinascimento è pittore, scultore, architetto, poeta e creatore di icone e opere ineguagliabili. Anima tormentata, un uomo dal carattere complicato, umbratile e solitario in lotta perenne con se stesso. È considerato il più grande artista di tutti i tempi e protagonista di un’irripetibile stagione culturale. La sua vita è costellata da grandi successi per aver prodotto impareggiabili capolavori di valore filosofico, etico, religioso e artistico.
La formazione artistica
A soli 13 anni frequenta la bottega di Domenico Ghirlandaio, dove apprende le regole fondamentali della pittura. Un anno dopo si trasferisce nell’Accademia istituita da Lorenzo de’ Medici. Una vera scuola di vita e arte, dove giovani talenti, ispirati dalle opere antiche e sostenuti dai filosofi Marsilio Ficino, Giovanni Pico della Mirandola, e dal poeta e letterato Agnolo Poliziano affrontavano le loro scelte estetiche.
Grandi umanisti, uniti dalle stesse aspirazioni, rinnovavano il loro interesse per i classici e in particolar modo per Platone, del quale ne studiavano il pensiero e ne diffondevano gli ideali in una nuova visione del mondo.
Il furore dell’anima
Il giovane Michelangelo Buonarroti, influenzato dalle teorie neoplatoniche concepisce l’arte come ispirazione interiore. Nella continua ricerca di un ideale di bellezza, la creazione dell’opera si genera in un “furor dell’anima”, attraverso l’ispirazione divina, trasponendo la materia nell’idea.
La Cappella Sistina
Nella nostra consueta “pillola di bellezza” conosceremo, per lo più, il Michelangelo “dipintore” attraverso i grandi cicli pittorici della Cappella Sistina e gli ultimi commoventi lavori della Cappella Paolina.
Durante i primi anni del pontificato di Giulio II della Rovere, la volta della Cappella Sistina mostrava una grande crepa causata da gravi problemi di stabilità. I danni che avevano subito le precedenti pitture non potevano essere ignorati, necessitava un intervento magistrale.
L’8 maggio del 1508 il pontefice offre l’incarico a Michelangelo Buonarroti che stentava ad accettare. Era un’impresa titanica, non solo per la tecnica ma anche per il tema iconografico che doveva affrontare. Una missione di grande responsabilità, dopo alcuni dissapori riguardo la tematica da trattare, il papa lasciava all’artista la piena libertà di ideazione ed esecuzione.
Nella parte centrale della volta raffigura nove episodi delle Storie della Genesi, divise in tre gruppi relativi all’origine dell’universo, dell’uomo e del male. Elementi religiosi, filosofici e simbolici si fondono in una dimensione plastica e volumetrica tale, che le decorazioni e le immagini aggettano dalla superficie come se fossero opere scultoree.
Il Giudizio Universale
Alcuni anni dopo aver terminato il cielo della Cappella Sistina, riceve un nuovo incarico da Papa Clemente VII. Doveva dipingere la parete d’altare ed era obbligato a realizzare il soggetto iconografico stabilito dal pontefice, non poteva sottrarsi a questa richiesta.
All’età di 60 anni produce un’opera tra le più coinvolgenti e commoventi della storia dell’arte umana. Dispone sulla parete centinaia di anime in attesa della condanna eterna. Uomini atterriti, sofferenti e disperati, corpi aggrovigliati nelle posizioni più ardite e audaci che nella loro anatomia assumono una monumentalità grandiosa.
“Lavorare in fresco, non è arte da vecchi”
Il grande maestro, alla fine della sua vita, ormai giunto alla cecità, esegue gli ultimi lavori pittorici nella Cappella “parva” detta Paolina. Un gioiello dell’arte michelangiolesca incastonato nel cuore dei Palazzi Apostolici in Vaticano, fatta realizzare da papa Paolo III Farnese.
“Dalle vite dei più eccellenti pittori” scritte da Giorgio Vasari, Michelangelo, stanco e in cattiva salute, rivela: “lavorare in fresco, non è arte da vecchi“. Un lavoro portato a termine a gran fatica, otto anni vissuti in un profondo tormento spirituale. In quelle immagini riassume tutte le sue riflessioni e idee riguardo l’uomo, Dio, la morte, la grazia e la salvezza. Quei grandi misteri dell’esistenza umana che ricorrono in tutta la produzione di un genio indiscusso.
Lascia in eredità due capolavori assoluti della storia universale dell’Arte, che per invenzione, ideazione e per la toccante poesia raggiunta rappresentano il testamento spirituale della sua pittura.
È possibile rivedere la registrazione del Webinar I grandi capolavori di Michelangelo Buonarroti collegandosi al seguente link.
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