Erano gli ultimi anni dell’Ottocento e, in un piccolo paesino sardo, Francesco Melis ed Eleonora Mameli si stavano sposando. Dalla loro unione nacquero undici figli. Una storia come tante di quel tempo che, però, avrebbe dato vita ad un record. Sì, perché la famiglia Melis è stata insignita del titolo di “famiglia più longeva” svariate volte, finendo anche nel Guinness dei Primati.
Dopo sette anni di indagini svolte nei cinque continenti, infatti, i giudici del Guinness World Records hanno certificato che la famiglia Melis deteneva il primato mondiale della longevità: nel 2013 nove degli undici fratelli erano ancora vivi, raggiungendo un’età complessiva di 828 anni e 45 giorni. La più anziana era Consola Melis, morta a 108 anni, seguita da Claudia che si è spenta a 103 anni e Maria scomparsa a pochi giorni dal suo centenario. Un altro dei fratelli, Adolfo, a 95 anni lavorava ancora nel bar in cui sono stati affissi i certificati rilasciati dal Guinness World Records. Ma la storia dei Melis è così affascinante da aver interessato anche il New York Times e da aver portato alla creazione del film I figli del record. Un vero e proprio omaggio a questa famiglia centenaria girato da Matteo Car, nipote di Vitalia, la penultima dei fratelli. La pellicola ripercorre, attraverso interviste e ricordi, la storia dei Melis e del loro paese, Perdasdefogu. Ed è proprio lì che il film è stato proiettato per la prima volta il 18 gennaio, sabato scorso.
Ma l’età non è l’unico primato di cui questa famiglia è stata insignita: nel 2013, infatti, sono diventati celebri per il loro “Melis family minestrone”, preparato con i soli ortaggi raccolti nell’orto di casa. La zuppa è diventata famosa grazie a Dan Buettner, giornalista americano, che ne raccontò ingredienti e preparazione, portando numerosi nutrizionisti e chef stellati a commentarla favorevolmente.
Sarà forse questo minestrone il segreto della loro longevità? Un quesito che ha affascinato soprattutto gli scienziati alla ricerca dell’elisir di lunga vita. E anche per questo, più di vent’anni fa, è stato avviato il progetto “SharDNA” mirato alla costruzione di una banca di Dna ricavata grazie a numerosi screening e alla raccolta di oltre 230mila campioni: una vera e propria cassaforte genetica custodita proprio a Perdasdefogu, il paese dei Melis.
Per via dell’alto numero di centenari, infatti, due zone della Sardegna, tra cui l’Ogliastra e la Barbagia di Ollolai, sono state classificate come “zone blu”, ovvero centri di lunga vita e longevità. Un riconoscimento che è stato assegnato anche all’isola di Okinawa in Giappone, a Nicoya in Costa Rica, a Icaria in Grecia e alla comunità di avventisti di Loma Linda, in California.
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