Si sperava portasse più pace e invece il 2023 ha visto moltiplicarsi le guerre, dentro uno scenario internazionale sempre più incerto e turbolento. Per l’Italia dolorose consapevolezze e tanti addii…
È la questione israelo-palestinese uno dei fatti del 2023. La mattina del 7 ottobre Hamas, l’organizzazione che controlla la Striscia di Gaza, lancia un attacco terroristico senza precedenti nel sud d’Israele: numerosi razzi piovono sulla popolazione, miliziani palestinesi si infiltrano in alcuni villaggi e kibbutz seminando il panico e mietendo vittime. Il governo di Benjamin Netanyahu, già in difficoltà politica, reagisce con una massiccia controffensiva: bombardamenti sulla Striscia di Gaza e poi un attacco da terra dell’esercito israeliano che mira alla distruzione dell’arsenale militare di Hamas. La campagna ancora in corso ha causato oltre diecimila vittime, in gran parte civili, e determinato un’autentica catastrofe umanitaria, che gli sforzi diplomatici non sono riusciti a fermare. Purtroppo il conflitto israelo-palestinese è solo una faccia di quella “terza guerra mondiale a pezzi” (secondo l’efficace espressione di Papa Francesco, ormai di uso comune) che insanguina il mondo.
L’anno appena trascorso è stato anche il secondo della guerra in Ucraina, dopo l’invasione della Russia nel febbraio del 2022. Un anno interlocutorio in cui al logoramento militare si sono aggiunti alcuni punti fermi politici: l’Ucraina entrerà al più presto nell’Unione Europea e probabilmente, concluse le canoniche procedure, anche nella NATO. Come mai da decenni si è avvertita, nel 2023, la mancanza di una governante politica internazionale, con l’ONU ormai svuotata di ogni potere concreto, paralizzata dai veti delle superpotenze, e la NATO ripiombata di colpo negli anni bui della Guerra Fredda. Tutto mentre Cina e Stati Uniti continuano silenziosamente le manovre di riposizionamento sullo scacchiere mondiale.
Le conseguenze del cambiamento climatico tra i fatti del 2023
Nell’anno dei terribili terremoti che hanno funestato la Turchia (a febbraio) e il Marocco (a settembre) e delle alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna (a maggio) con 17 morti e danni per milioni di euro e la Toscana (a novembre), la ventottesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tenutasi a Dubai tra il 30 novembre e il 12 dicembre, non è riuscita ad approvare un accordo vincolante. Il documento finale dell’incontro invita i Paesi partecipanti ad “allontanarsi gradualmente dall’uso dei combustibili fossili per la produzione di energia, in modo giusto, ordinato ed equo” così da raggiungere l’obiettivo dell’emissione zero nel 2050 e del contenimento del riscaldamento globale a 1,5° C.
I fatti del 2023: elezioni, colpi di Stato, disordini e incoronazioni
Sulla scena internazionale, le elezioni turche hanno incoronato per l’ennesima volta il “sultano”, Recep Tayyip Erdogan, mentre quelle argentine, a novembre, hanno premiato l’imprenditore populista anti-sistema Javier Milei, che promette una svolta nell’indirizzo economico del Paese. In Niger, lungo la rotta migratoria africana, un fulmineo colpo di Stato ha portato al potere i militari. In Europa i disordini primaverili in Kosovo (che hanno riaperto la questione non risolta dello status politico della regione) sono stati seguiti da contraddittorie tornate elettorali in Slovacchia e Polonia, in cui spinte progressiste ed europeiste si sono intrecciate con rigurgiti sovranisti e nazionalisti. Il 6 maggio, nella cattedrale di Westminster, è stato incoronato re Carlo III d’Inghilterra, già in carica dall’8 settembre del 2022, giorno della morte della madre Elisabetta II.
I fatti del 2023 e i dibattiti che hanno acceso l’Italia: morti sul lavoro, femminicidi, migranti
Nell’Italia colpita dall’inflazione e dalla revisione al ribasso della crescita economica, nei primi mesi dell’anno si è parlato a lungo della cattura di Matteo Messina Denaro e della tragedia di Cutro. Novantaquattro migranti sono morti nella notte tra il 25 e il 26 febbraio in un naufragio a poche decine di metri dalla costa ionica della Calabria, infiammando il dibattito sulle politiche migratorie del governo italiano e sulle soluzioni insufficienti offerte dall’Unione Europea.
Così come si è riaperto il dialogo sull’assistenza e la cura degli anziani dopo l’incendio nella RSA di Milano a luglio. A novembre la tragica morte di Giulia Cecchettin (una delle oltre cento donne uccise in Italia nel 2023), la commozione e la mobilitazione straordinaria che ne è seguita, hanno acceso i riflettori sulla piaga dei “femminicidi” e sui guasti della cultura patriarcale di cui la nostra società è ancora largamente intrisa seguendo la scia di quanto già emerso dopo l’omicidio di Giulia Tramontano e le violenze di Palermo e Caivano. Mentre la strage di Brandizzo avvenuta ad agosto ha alimentato la discussione sulle condizioni lavorative in Italia.
I personaggi che abbiamo salutato nel 2023
Ma il 2023 è stato anche l’anno in cui l’Italia ha detto addio a Silvio Berlusconi, protagonista di cinquant’anni di storia imprenditoriale e politica del nostro Paese; alla “divina” Gina Lollobrigida, icona del nostro cinema, e a Francesco Nuti, geniale e malinconico talento comico; a Maurizio Costanzo e Gianni Minà, giornalisti dallo stile inimitabile e riformatori del linguaggio della televisione; a Giorgio Napolitano, primo Presidente della Repubblica italiana proveniente dalle file del partito comunista e primo ad essere rieletto per un secondo mandato; alla cantante Tina Turner e all’attore Matthew Perry, americani ma popolarissimi anche nel Belpaese; alla scrittrice Michela Murgia e a Gianluca Vialli, bandiera della nazionale di calcio, simboli coraggiosi di chi “vive insieme” al cancro.
L’anno che verrà
In definitiva il 2023 è stato un anno di transizione in vista degli appuntamenti, e dei verdetti, che attendono il mondo nel 2024. Le elezioni europee del prossimo giugno e quelle americane di novembre sono già destinate a lasciare un segno.
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