A causa della conformazione del territorio, l’Italia è fortemente esposta al rischio di alluvioni, a causa dell’esondazione di corsi d’acqua o del mare, o di piogge molto abbondanti. Si tratta di fenomeni naturali, che però possono essere aggravati dai cambiamenti climatici e dalle attività umane.
Secondo i dati dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, raccolti e analizzati nell’ultimo Rapporto di OpenPolis, il 20,6% della popolazione italiana, pari a 12,2 milioni di persone, è esposta a questo pericolo. I comuni in cui la totalità degli abitanti potrebbe essere coinvolta in un’alluvione sono 260 su 8 mila e in altri 426 i residenti esposti superano comunque il 90%.
I dati di OpenPolis sulle alluvioni: le aree più a rischio
Le aree maggiormente a rischio si trovano in Emilia-Romagna e Veneto, lungo il delta del Po, ma anche in Toscana e in Calabria. Ferrara è la prima provincia italiana per quota di terreno esposto (99,9%), seguita da Rovigo (91,1%), Ravenna, Venezia, Mantova, Reggio Emilia e Bologna. Tra lo 0% e l’1% si trovano solo 7 province, tutte in Sicilia con l’eccezione di Bolzano.
L’impatto degli eventi alluvionali
Le alluvioni hanno un impatto devastante per l’ecosistema e le infrastrutture: a livello mondiale rappresentano la principale causa di sfollamento tra le varie tipologie di disastro ambientale e si calcola che almeno 156 milioni di persone abbiano lasciato la propria abitazione fra il 2008 e il 2020 a causa di un evento di questo tipo.
La Commissione Europea distingue fra diverse tipologie di fenomeni estremi: quelli meteorologici, legati a eventi atmosferici come le tempeste, quelli idrologici connessi al ciclo dell’acqua e climatologici dovuti a sbalzi di temperatura e incendi.
A livello economico, soltanto nel 2021, i danni causati da crisi idrologiche in Europa sono stati quantificati in 43,2 miliardi di euro contro i 3 miliardi del 2020. I paesi più colpiti sono stati la Germania, il Belgio e l’Italia. Si tratta di una perdita che in rapporto alla popolazione residente ammonta a 126 euro pro capite, la cifra più alta mai registrata negli ultimi vent’anni.
L’impatto sul patrimonio artistico e sui beni culturali
L’Ispra ha mappato il territorio nazionale anche in base ai beni culturali esposti al pericolo idraulico e nel 2021 ne ha registrato quasi 50 mila a rischio, localizzati in aree soggette ad allagamenti, pari al 23,3% dei totale di tutto il patrimonio registrato. Anche da questo punto di vista, l’Emilia-Romagna è la regione che riporta la quota più elevata, seguita da Veneto, Liguria e Calabria.
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