La sfida, da sempre aperta, si ripete ogni estate. Stagione fertile per gli insetti infestanti, incluse le fastidiose zanzare che con il caldo tornano ad assediarci.
Secondo una stima dell’Organizzazione mondiale della Sanità, il 17% delle malattie infettive sono trasmesse proprio dalle punture di questi ditteri, appartenenti all’estesa famiglia delle Culicidae. Ne esistono ben 3450 specie nel mondo e di queste settanta sono presenti sul suolo italiano.
Che cosa possiamo fare, allora, per difenderci dalle zanzare? O meglio, per evitare di diventarne il “pasto”? Perché le nostre piccole affamate nemiche – nemiche al femminile, visto che i maschi non pungono – ci assaltano per procurarsi alcune sostanze proteiche, presenti nel nostro sangue e in quello degli animali, necessarie alla produzione delle loro uova per così proliferare.
È questo il motivo per cui le zanzare – ci spiega in questa intervista Mauro Picardo, direttore della Struttura Complessa di Fisiopatologia Cutanea e Centro di Metabolomica dell’Istituto Dermatologico San Gallicano – sono tanto attratte dagli esseri umani.
In particolare, Professore, quali sono i fattori di attrazione?
Le zanzare sono attirate dall’anidride carbonica che ognuno di noi libera durante l’espirazione. In particolare, le persone con difficoltà respiratorie o quelle in sovrappeso sono “prede” più appetibili in quanto ne rilasciano una maggior quantità nell’aria. Una zanzara, ad esempio, è in grado di rilevare la concentrazione di CO2 nell’ambiente già a 50 metri di distanza.
Inoltre, le nostre minuscole “predatrici” sono anche attratte dall’acido lattico eliminato con il sudore attraverso la pelle durante l’attività fisica ed anche dall’etanolo (attenzione, dunque, all’assunzione di alcool). Ulteriori elementi di vulnerabilità sono rappresentati dalla composizione del microbioma cutaneo (i microbi che ospitiamo sulla pelle) e dal gruppo sanguigno. Secondo un’autorevole ricerca scientifica, infatti, le zanzare colpiscono maggiormente i soggetti di gruppo “0”.
Per evitare di essere “aggrediti” siamo soliti cospargere la pelle di repellenti di tutti i tipi. Quali sono quelli sicuri?
I prodotti ad azione insetto-repellente di provata efficacia, registrati come “presidi medico- chirurgici” presso il Ministero della Salute, sono quelli contenenti almeno uno dei seguenti principi attivi: dietiltoluoamide, icaridina, eucalipto e geraniolo. Se usati correttamente sulle aree cutanee esposte, secondo le indicazioni riportate sull’etichetta, garantiscono un’adeguata protezione.
Quale formulazione è preferibile per ottenere il massimo della protezione?
Lo spray è molto comodo da usare ma con l’applicazione di creme, emulsioni o gel si ottiene una maggiore uniformità di distribuzione cutanea riducendo così il rischio di essere punti. Esistono anche formulazioni a rilascio controllato che permettono una prolungata persistenza sulla cute e, dunque, una protezione più duratura. Quando non occorre più, il repellente si rimuove con acqua e sapone.
Ma, secondo lei, qual è il modo migliore con cui possiamo difenderci dalle zanzare?
La protezione fisica è superiore a qualsiasi protezione chimica. Sarebbe opportuno indossare abiti che coprano braccia e gambe (preferibilmente di colore chiaro, le zanzare sono attratte dai colori scuri). In tal modo diminuisce anche la nostra capacità di diffondere odori che potrebbero scatenare l’attacco.
È necessario, in caso di puntura, trattare sempre le lesioni?
La manifestazione clinica delle punture è il pomfo, un piccolo rigonfiamento cutaneo rotondeggiante arrossato e pruriginoso. I pomfi si risolvono nel giro di alcuni giorni, se non grattati. Il trattamento farmacologico, quando indicato dal medico, prevede l’assunzione di cortisonici per eliminare l’infiammazione e di antistaminici per alleviare e ridurre il prurito.
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