Le 2.200 residenze socio-assistenziali del nostro paese, al centro spesso di critiche e riflessioni, potranno contare su un occhio vigile in più: quello dei Carabinieri.
É stato siglato un importante accordo tra Ministero della Sanità ed Arma per una “ricognizione” a tappeto di queste realtà. Una manovra dovuta anche al Covid e alle polemiche scatenate sul “modus operandi” di queste strutture. Senza dimenticare l’impatto dell’alto numero di vittime registrate soprattutto nei primi mesi della pandemia.
Il Protocollo d’intesa, che avrà una efficacia di tre anni, è stato siglato presso la sede del Ministero della Salute, alla presenza del Ministro della Salute Roberto Speranza, del sottosegretario Pierpaolo Sileri, del Comandante Generale dei Carabinieri, Teo Luzi. Presenti anche il Presidente della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, Andrea Urbani e il Presidente della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, Monsignor Vincenzo Paglia.
Le aree di collaborazione del Protocollo
Il Protocollo riguarda diverse aree di collaborazione. Tra queste, “la mappatura a livello comunale delle residenze socio-assistenziali variamente denominate (case di riposo, case alloggio, case famiglia) presenti sull’intero territorio nazionale. Si prosegue con la realizzazione di un’anagrafe delle residenze socio-assistenziali, recante il numero delle strutture operative e la rispettiva capacità recettiva. Inoltre, si analizzeranno anche le modalità organizzative ed ogni altro aspetto d’interesse”.
Una proposta frutto del lavoro della “Commissione per l’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana” in collaborazione con la Direzione generale della programmazione del Ministero. Sarà, infatti, proprio questo dicastero a fornire all’Arma la consulenza tecnico-giuridica nell’individuazione della normativa nazionale e regionale.
Le parole di Roberto Speranza e di Teo Luzi
Un impegno non semplice per i carabinieri se si pensa che le oltre 2.200 residenze contano un totale di circa 425 mila posti letto. E ospitano soprattutto anziani non autosufficienti su tutto il territorio nazionale. Secondo una recente mappatura, al Nord si trova il 56% delle strutture ed il 64% dei posti letto complessivi. Al Sud il 24% delle strutture e il 22% dei posti letto. Ma l’Arma appare la realtà più strutturata e pronta ad affrontare questa nuova sfida grazie anche alle oltre 4.600 tra Tenenze e Stazioni, e alla sua storica propensione alla tutela della salute pubblica.
«L’attenzione per gli anziani deve essere oggi più che mai – ha commentato il Ministro della Salute Roberto Speranza – una priorità per le istituzioni e per tutta la nostra comunità nazionale». Mentre il Comandante Generale Luzi ha definito la stipula del Protocollo «una importante iniziativa di coesione e unità tra le differenti istituzioni dello Stato che, soprattutto in un periodo di ripartenza quale quello che stiamo attraversando, si impegnano per il bene comune».
© Riproduzione riservata