Uno smartwatch per la prevenzione dell’ictus? Da oggi è possibile grazie a un’applicazione che analizza gli elettrocardiogrammi incrociandoli con i dati clinici del paziente
Il progetto si chiama Horizon 2020 Ai Sprint ed è stato guidato dal Politecnico di Milano e finanziato dall’Unione Europea con 5 milioni di euro.
Come funziona lo smartwatch per la prevenzione dell’ictus
Il prototipo utilizza un modello di intelligenza artificiale in grado di rilevare la fibrillazione atriale tramite l’analisi degli elettrocardiogrammi. Il dispositivo, infatti, è stato addestrato e testato su dati ottenuti da diverse fonti e dispositivi. Il modello è stato sviluppato inizialmente dal Barcelona Supercomputing Center e i dati clinici sono stati raccolti dall’associazione Freno all’ictus. Il tutto viene integrato in uno smartwatch che allerta in tempo reale il medico in caso di un eventuale rischio di evento cerebrovascolare.
Gli studi
Lo studio pilota ha coinvolto individui sani e sopravvissuti a ictus con 9 mila ore di registrazioni di elettrocardiogramma continue, per cercare di affinare l’applicazione verso la notifica in tempo reale di un eventuale problema circolatorio, in modo da garantire l’efficienza del servizio.
Un prossimo studio partirà a breve e coinvolgerà il reparto di Reumatologia del Niguarda di Milano, dato che i pazienti reumatici hanno problemi vascolari che aumentano le probabilità di ictus del 30%.
I dati degli ictus in Italia
Nel nostro paese si verificano 100 mila casi di ictus all’anno, un milione in Europa. Secondo l’Associazione italiana ictus, il numero di persone che conviveranno con le conseguenze di questo evento cresceranno del 26% entro la prossima generazione, con un aggravio sulla spesa sanitaria e sulle società dei paesi UE. Le stime più recenti sui costi relativi all’ictus in Europa parlano di 60 miliardi di euro ed entro il 2040 supereranno gli 80 miliardi. In Italia la malattia costa 16 miliardi al Servizio sanitario nazionale e 5 miliardi alle famiglie. Eppure l’80% degli eventi cerebrovascolari si potrebbero evitare grazie a stili di vita più salutari e a un monitoraggio più costante del rischio.
© Riproduzione riservata