Il Parkinson al centro di un progetto internazionale dal titolo “Home Care Design for Parkinson’s Disease”. L’obiettivo? Realizzare una “casa ideale” dove malati e caregiver possano vivere con minore difficoltà gli ambienti domestici. A promuoverlo Fondazione Zoé – Zambon Open Education realizzato dall’Università di Firenze – Dipartimento di Architettura DIDA. E ancora Laboratorio di Ergonomia e Design (LED). Con il patrocinio di Confederazione Parkinson Italia e Fondazione Limpe per il Parkinson.
Il Parkinson è una malattia neurologica che colpisce circa 300.000 persone solo in Italia e che si manifesta in media intorno ai 60-65 anni di età. È una patologia età correlata, quindi, la sua incidenza aumenta con l’età delle persone. Quando i neuroni dopaminergici di una piccola regione del Sistema Nervo Centrale si riducono compaiono i tipici sintomi del Parkinson. Tra questi: tremore a riposo, lentezza dei movimenti (bradicinesia) e rigidità muscolare; possono essere presenti anche alterazioni della postura, disturbi del cammino, dell’equilibrio con facilità alle cadute e una riduzione dei movimenti durante la notte (acinesia notturna).
“Home Care Design for Parkinson’s Disease”: lo studio
Per la prima volta in Italia viene realizzato un progetto che analizza le difficoltà delle persone con il Parkinson e i loro caregiver. Il focus è redigere un elenco di “Linee guida progettuali” e indicazioni di intervento rivolte ai progettisti, agli operatori e alle persone direttamente coinvolte dalla malattia. Realizzare una “casa ideale”, senza ospedalizzare gli ambienti, significa pensare una nuova concezione degli spazi domestici. Quali interventi eseguire perché l’abitazione sia confortevole e non ostile al malato? Le Linee guida di “Home Care Design for Parkinson’s Disease” propongono vari livelli di fruibilità in base alle problematiche causate dalla patologia. Regna l’idea che l’ambiente domestico venga progettato ex novo o ridefinito senza spese. Non solo, anche spostare gli arredi, togliere gli elementi o riorganizzare uno spazio, per rendere perfettamente accessibile e facile da usare ogni singolo ambiente della casa.
All’interno del volume anche disegni e aspetti tecnici
Il volume, disponibile in open access, raccoglie nella prima parte una lettura molto ampia del tema dal punto di vista medico, sociologico e progettuale. La seconda parte riporta le Linee guida con delle schede esemplificative articolate sui vari ambienti della casa – cucina, salotto, bagno e camera da letto – e sui vari ambiti di problematicità. Quattro livelli di lettura e disegni in 2D quotati e dimensionati con le misure minime da rispettare. Inoltre, descrizione degli aspetti tecnici, rappresentazione in 3D (rendering) e indicazioni di tecnologie e prodotti di ausilio. A realizzare il progetto un gruppo di lavoro multidisciplinare che ha visto la partecipazione del Laboratorio di Ergonomia e Design dell’Università di Firenze per l’area del Design; l’Università di Torino per l’area della neurologia; l’Università Cattolica di Milano per l’area della sociologia ed infine, l’Universiade Federal de Minas Gerais (Brasile) per l’area dell’ingegneria della produzione industriale.
La parola agli esperti che hanno realizzato il progetto
“Si tratta delle prime Linee guida sulla progettazione e l’organizzazione degli ambienti domestici, fondate su una base di conoscenze mediche, psicologiche e di vita quotidiana” spiega Francesca Tosi, Professore Ordinario di Disegno industriale all’Università di Firenze, Dipartimento di Architettura DIDA, Laboratorio di Ergonomia e Design (LED). Aggiunge: “È un lavoro di carattere multidisciplinare, svolto grazie alla disponibilità di persone con diverse competenze, dall’area neurologica passando per quella sociologica e di progettazione”.
“Da sempre la Fondazione Zoé è impegnata a contribuire alla diffusione di una cultura della salute consapevole e attenta” dichiara Elena Zambon, Presidente Fondazione Zoé. Aggiunge: “Questo avviene attraverso attività di ricerca e divulgazione, guardando alla salute come ad un ampio tema culturale e valoriale che mette al centro la persona e la sua umanità”. Sullo studio anche il commento di Francesca Tosi. Professore Ordinario in Disegno industriale all’Università di Firenze, Dipartimento di Architettura DIDA, responsabile scientifico del Laboratorio di Ergonomia e Design. “L’utente finale di questo documento è la persona con Malattia di Parkinson, i suoi caregiver e i familiari, ma la cosa interessante e importante da sottolineare è che molte di queste soluzioni sono utilizzabili anche per altri casi simili come, per esempio, per le persone anziane o per chi si trova per un determinato periodo ad ospitare persone con fragilità” dice.
Ascoltare i bisogni per disegnare la casa ideale
“Ascoltare i bisogni, individuare le aspettative e reclutare i saperi è il metodo più efficace per disegnare la “casa ideale” per la persona con Parkinson. Da questo processo nasce Home Care Design for Parkinson’s Disease, con la segnalazione delle migliori pratiche” aggiunge Giangi Milesi, Presidente Confederazione Parkinson Italia. “Ci siamo occupati della qualità dello spazio abitativo per fronteggiare le molteplici inabilità di cui sono vittime le persone con Parkinson” dice Milesi. E aggiunge: “Questo è un aspetto da non dimenticare, anche se è importante stimolarle alla socialità e alla condivisione”.
Infine, “Bradicinesia e acinesia notturna sono sicuramente tra le principali difficoltà che le persone con Parkinson devono affrontare. È fondamentale che l’ambiente domestico venga adattato alle necessità della singola persona” spiega Leonardo Lopiano, Professore Ordinario di Neurologia, Università di Torino e Direttore SC Neurologia 2U, A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino.
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