In Inghilterra l’allevamento delle galline è la nuova frontiera della pet therapy impiegata nelle case di riposo per anziani per aumentare l’umore, la salute e l’interazione sociale dei residenti. In Italia c’è già chi segue queste orme.
Stupido come una gallina?
“La gallina non è un animale intelligente”, cantava il duo di comici Cochi e Renato nel 1973. Niente di più falso, in realtà. I polli hanno caratteri diversi e sono in grado di fare conteggi e riconoscere forme geometriche. E sanno dare affetto. Che i pennuti delle vecchie aie, presenze immancabili di tanti soggiorni estivi dai nonni, non siano affatto stupidi lo testimonia da tempo persino il loro coinvolgimento nella pet therapy. A tutto vantaggio di anziani e malati.
Come nasce HenPower, “potere alle galline”
Il progetto pilota nato con il nome di HenPower (“Potere alle galline”) prende piede nel lontano 2011 grazie all’intuizione della onlus inglese Equal Arts. Un progetto, ricorda il direttore Douglas Hunter, nato per caso. Mentre si trovava ad assistere alcuni pazienti colpiti da demenza in una struttura, Hunter ha sentito uno di loro parlare “delle sue ragazze”. Incuriosito, ha deciso di indagare scoprendo che in realtà altro non erano che non le galline delle quali l’ospite si era occupato fino al suo ingresso nella casa di riposo.
Gli inizi nelle case di riposo
Così l’Associazione ha deciso di investire 300 sterline per l’acquisto di un pollaio di seconda mano e sei galline. Il successo nel coinvolgimento degli ospiti alla nuova attività è stato così grande da ottenere nuovi fondi per testare il progetto in altre residenze. Oggi HenPower sostiene circa 700 residenti, compresi anziani con demenza, in più di 20 case di cura nel nord-est dell’Inghilterra. Non solo: aiuta a ridurre depressione, solitudine e l’assunzione di farmaci antipsicotici ai quali devono ricorrere gli ospiti più fragili delle case di riposo.
Un progetto di invecchiamento creativo
Uno studio condotto dalla Northumbria University nel 2012-13 ha infatti rilevato che HenPower migliora la salute e il benessere degli anziani. Secondo la ricercatrice Glenda Cook, HenPower è uno strumento innovativo perché non si risolve in semplice “accarezzamento” degli animali, ma comporta un’assunzione di responsabilità individuale nel portare avanti il progetto condiviso. C’è, infatti, chi si occupa delle uova, chi di dare il cibo, chi di controllare che il pollaio sia al sicuro. E anche chi presenta con orgoglio ai familiari in visita il prodotto di tanto lavoro.
Obiettivo: meno solitudine
L’obiettivo di Equal Arts è di “consentire agli anziani di costruire relazioni positive attraverso l’allevamento di galline con un maggiore benessere, una riduzione della solitudine e della depressione”. Di fatto i vantaggi riscontrati sono numerosi. Primo, il potenziamento delle capacità individuali. I residenti, infatti, hanno dovuto fare i conti con le responsabilità derivanti dalla cura delle galline. Inoltre, grazie alla cura giornaliera del pollaio, hanno partecipato a più occasioni di incontro e di nuove amicizie. Minore isolamento sociale, dunque, non solo tra gli ospiti, ma anche tra questi e il personale e tra la casa di cura e la comunità. Tutti coinvolti nell’iniziativa a vario titolo.
I benefici per la salute
Numerosi poi sono i benefici per la salute psico-fisica. Gli anziani ogni giorno controllano il pollaio, aumentando così il tempo benefico trascorso all’aperto. Molti di loro, inoltre, traggono sensazioni positive dal tenere in braccio e accarezzare gli animali. Un’attività, come noto, che abbassa l’ormone dello stress e offre sollievo, particolarmente ai pazienti affetti da demenza.
L’esperienza italiana
Già nell’800 le galline erano impiegate negli istituti psichiatrici per calmare i pazienti. Esperienze analoghe ad HenPower sono oggi in corso in Canada e Australia. Anche in Italia l’associazione Vidas di Milano ha dato il via ad un programma di sostegno agli anziani e ai malati che prevede una terapia di supporto con questi pennuti. L’Associazione, impegnata nell’assistenza ai malati terminali, sulla base dell’esperienza dei primi tre anni di pet therapy, nel 2014 ha annunciato l’inserimento delle galline tra gli animali ospitati due volte alla settimana negli hospice. Sicuramente meno convenzionali di un labrador, ma altrettanto intelligenti ed efficaci.
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