Il 15 gennaio del 1974 andava in onda negli Stati Uniti la prima puntata di una sit com che sarebbe diventata, poi, un programma di successo anche oltreoceano.
“Ti facevo un po’ più alto, ma sei proprio forte!”. Per chi ha qualche anno sulle spalle e tanti ricordi in più sono queste le parole con cui Lorenzi Cherubini, alias Jovanotti, una sera del 1989 consegnava il Telegatto ad un Henry Winkler, il Fonzie di Happy Days. La serie ebbe un successo enorme in Italia grazie ai suoi rassicuranti personaggi calati in un tempo e uno spazio distante ormai anni luce dalla società di quegli anni.
Il punto di forza di Happy Days
Lanciata dalla Abc, Happy Days restò sulle scene fino al mese di settembre del 1984, per undici stagioni. Nel 1977 arrivò anche in Italia, trasmessa su Rai 1 prima del Telegiornale delle 20.00.
La sua forza consisteva nel raccontare le avventure quotidiane di una famiglia media americana di Milwaukee degli anni Cinquanta e Sessanta. Narrare con leggerezza le giornate dei Cunningham, con i genitori Howard e Marion e i due figli Richie e Joanie, fidelizzò i telespettatori che si affezionarono ai personaggi e si identificano con loro, che si trattasse dei genitori, dei figli o degli amici che gravitavano attorno a quella casa simbolo: Ralph e Potsie Webber, ma soprattutto Fonzie, Arthur Fonzarelli, motociclista con una storia familiare difficile che aveva trovato nei Cunningham un riferimento e che, nel giro di due stagioni, “ruberà la scena” al suo amico Richie.
Tutti i simboli degli States in una sit com
L’iconografia americana anni Cinquanta di Happy Days conquistò il pubblico internazionale degli anni Settanta, perché raccontava di una realtà allegra e spensierata fatta di juke-box, baseball, rock ‘n roll, hamburger, moto e auto da sogno. Nell’immaginario collettivo erano quelli i simboli del benessere, spesso lontani dalla propria quotidianità, ma che riportavano al boom economico e, almeno in Italia, facevano dimenticare per un momento gli anni di piombo, prima delle notizie del Tg.
Non a caso, proprio nel nostro Paese, Happy Days registrerà picchi di 13 milioni di telespettatori con la sua narrazione rassicurante e di sani valori familiari.
Trampolino per molti attori di successo
Richie Cunningham, fino alla settima stagione, fu interpretato da un giovanissimo Ron Howard, che poi è diventato un affermato attore e regista di Hollywood. Anche Henry Winkler, l’interprete di Fonzie, ha continuato con il cinema. Ma è bene ricordare che nella stessa sit com hanno mosso i primi passi i giovanissimi Robin Williams e Tom Hanks che poi diventeranno delle celebrità.
Il libro celebrativo
In occasione dei cinquant’anni di Happy Days è uscito il libro La nostra storia. Tutto il mondo di Happy Days del giornalista Emilio Targia e del fondatore dell’Happy Days International Fans Club, Giuseppe Ganelli. La pubblicazione racchiude la storia della sit com, racconta le scelte di produzione e gli episodi, oltre ad avere anche una ricca sezione fotografica dedicata.
(Foto apertura: carrie-nelson/Shutterstock.com)
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