Maria Antonietta Guidi. Sposata, due figli grandi, grande lettrice di gialli e noir. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Lucca.
Sono qui, davanti al vecchio baule di cartone rinforzato che da sempre ho visto in soffitta. È quello che nonno Berto ha portato nel suo viaggio di ritorno dall’America nel 1925 del secolo scorso. Ci sono dentro ancora cose che ricordano quel viaggio: i documenti necessari per attraversare l’oceano sul veliero che partì da Genova per New York, alcune vecchie foto fatte con i fratelli che già lo avevano preceduto in America, vecchie maglie di grossa lana bianca…
È un momento particolare per me, in camera da letto è pronta la mia valigia, domani parto per Milano. La grande decisione è stata presa. Con Rosetta, mia moglie, ne abbiamo parlato tanto e poi questa è stata la nostra scelta. Devo essere sincero, lei ha avuto più dubbi di me, le discussioni non sono mancate.
“Ma ci pensi Massimo, lasciare la nostra casa? Ogni oggetto è legato ad un ricordo, ogni mobile è stato acquistato con tanti sacrifici, tutte le cose qui dentro parlano di noi, della nostra vita”.
“Siamo sicuri di aver capito quanto saremo soli a Milano?”.
“Dai Rosetta non è così, il nostro futuro, lo sento forte, comincia da qui”.
E allora via, parto io per primo da solo. Con il mio diploma di perito, è stato facile trovare lavoro nelle industrie in espansione, e poi lei mi raggiungerà con la nostra piccola Anna. Fra qualche mese, quando mi sarò sistemato, sarà facile per loro, venire su a Milano, Rosetta è maestra d’asilo, e anche per lei trovare lavoro non sarà difficile.
Sono pronto, indietro non si torna, ma nonostante tutto, una strana sensazione di disagio mi assale.
Non so perché, ma proprio ora, sono sopraffatto dal ricordo dei racconti che nonno Berto ci faceva del suo viaggio verso l’America a cercar fortuna.
Nonno Berto era il nonno di casa, lo ricordo molto anziano, burbero ma molto affettuoso, e che non essendo ormai più in grado di fare grossi lavori, passava le sue giornate a intrattenere noi nipoti con le sue storie piene di avventure. Io e mio fratello Enzo, passavamo pomeriggi interi all’ombra dell’albero di cachi, con nonno, che mentre fumava il suo sigaro Toscano, ci incantava con i suoi ricordi del lungo viaggio in mare.
Il grosso bastimento carico di italiani era lì davanti ai nostri occhi, la grande città sconosciuta ci appariva in lontananza, la lingua difficile da imparare che nonno ci accennava, era tanto tanto divertente.
“Bambori, vi ho già raccontato del terremoto di San Francisco del 1906? Io mi ero già trasferito nel ranch in California dai miei fratelli, e quel pomeriggio, i cavalli nella stalla per primi iniziarono a scalpitare, e poi il finimondo” e giù racconti e storie affascinanti.
Allora, per me bambino, tutto questo aveva il sapore di una grande avventura a lieto fine nonno, infatti, era ritornato a casa dopo aver accumulato un po’ di fortuna. Ora, che anche io sto per lasciare la mia casa, una strana paura mi assale, insieme a un velo di malinconia e di incertezza.
Ma non voglio questi pensieri, per noi sarà tutto diverso, me lo sento. Questo sarà un viaggio di sola andata, non saremo i classici emigranti che rimpiangono continuamente il paese natio e che vivono sempre nella speranza di farvi ritorno. Con mia moglie, abbiamo deciso di andare a vivere per sempre a Milano. Crediamo così di dare più opportunità a noi stessi, ma anche alla nostra piccola Anna e agli altri figli che verranno.
Vivere in Sicilia non è facile.
“Lo sai quanto amo i miei genitori” mi ha detto proprio ieri sera con le lacrime agli occhi Rosetta “sai quanto sarà difficile per me vivere lontano da loro. Sono sicura che la
nostalgia per i pranzi infiniti della domenica tutti insieme, non sarà facile da sopportare, ma anche io ora sono convinta che questa sia la nostra sola strada”.
Restare sarebbe stato come accettare una vita già decisa da altri, un futuro con poche sorprese e purtroppo molte vecchie certezze.
Torneremo in estate. Qui ci sono i nostri genitori, i nostri parenti, i nostri amici d’infanzia, le nostre radici, ma adesso siamo pronti, senza nessun rimpianto, a vivere appieno questa nuova avventura.
Siamo giovani, ci vogliamo bene e questa decisione ci fa sentire forti, uniti, padroni del nostro futuro, liberi. Questa forse è la cosa più importante.