Abbassi la frizione, giri la chiave, contemporaneamente lasci la frizione e vai di acceleratore, inserendo la prima poi la seconda, infine la terza e via di quarta e quinta (in alcuni casi anche di sesta). Rispetti il codice della strada ma non lesini sorpassi e frenate all’ultimo minuto, la tua polizza assicurativa è immacolata (nonostante i tre rinnovi della patente) ma anche la tua autostima non scherza fino a quando, il gelo all’improvviso, arriva quella frase, sì proprio quella: “guidi come un uomo”. Cala il silenzio, sposti il capo all’indietro, mentre gli occhi e la bocca e si ritraggono in una smorfia di dubbio perché in quel momento hai una sola domanda a cui vorresti dare risposta: perché? Perché guido come un uomo? Come guidano gli uomini? Hanno tre braccia? Stanno al volante bendati? La loro auto non cammina sull’asfalto ma vola? Si tele trasportano? No. Guidano come uomini perché sono uomini. Tanto quanto le donne guidano come donne perché sono donne. Che differenza di genere ci può essere nel seguire il codice della strada? Secondo quali assiomi scientifici un uomo dovrebbe essere un guidatore migliore di una donna, posto che la macchina va guidata e non spostata di peso? Ma andiamo avanti.
Accompagni i tuoi figli a scuola in orario, arrivi a lavoro e sulla scrivania trovi quella promozione – messa nero su bianco – che stai aspettando da tutta la vita. Pranzi al volo perché, va bene la dieta, ma l’ora in palestra è sacrosanta. Passi il pomeriggio tra chiamate ai colleghi (quel progetto deve essere pronto entro la settimana!) e incontri scuola/famiglia pensando “ok la bici nuova se l’è meritata”. Passi al supermercato a prendere tutto quello che ti serve per la ricetta indiana che hai visto in tv, il piatto verrà un capolavoro ne sei sicura, torni a casa bussi alla porta sperando che qualcuno ti apra così non poggi la spesa a terra e recuperi 30 secondi sulla tabella di marcia. Ti aprono e non puoi trattenerti “Oh finalmente qualcuno si è degnato. Grazie eh!” ma la replica immediata ti fredda: “Sei isterica, hai il ciclo?”. Rullo di tamburi, fiato alle trombe e udite! Udite! La risposta è no, hai semplicemente fretta. Si può avere fretta senza per forza dare una spiegazione scientifica e tirare in ballo gli ormoni? Non scomodiamo i padri della medicina, ma Freud – il padre della psicoanalisi, sì, scomodiamolo. Lui diceva, per esempio: “l’isteria è una delle manifestazioni patologiche conseguenti all’incapacità psichica individuale di separare l’esperienza dalla sua componente affettiva in essa stessa contenuta”. Leggete le parole “ciclo, ormoni, differenza tra uomo e donna” da qualche parte? La risposta è ovviamente no. Bene. Andiamo ancora avanti.
È mattina presto (molto presto!), sei in fila al bancone del bar per quel cappuccino che ti riconcilia con il mondo e stai andando al lavoro. Accanto a te altre persone, tante. Tutte in fila. La barista: “Chi c’è dopo?”. E lui “La signorina!” indicando te. E con un sorriso – misto tra sornione e finto simpatico – ti dice “Signora o signorina? Non saprei”. Ora, pur sapendo che non è educato rispondere a una domanda con un’altra domanda, l’unica cosa che ti verrebbe da dire è “In che senso?”. Sì, con la stessa espressione di Verdone nel film “Un sacco bello”. A che serve tracciare una linea di demarcazione?
E adesso tocca a voi. Avete mai sentito la frase “Guidi come una donna”? Allora, avrete sentito la frase “Sei isterico. Sono gli ormoni?”. Nemmeno, vero? E “Signore o signorino?”. Neanche a parlarne. Tutti questi sono stereotipi, ovvero qualsiasi opinione rigidamente precostituita e generalizzata, cioè non acquisita sulla base di un’esperienza diretta e che prescinde dalla valutazione dei singoli casi, su persone o gruppi sociali. Preconcetti a cui troppo spesso prestiamo il fianco. Lo facciamo tutte le volte che pronunciamo queste frasi, tutte le volte che non ci dissociamo da un discorso sessista e bigotto, tutte le volte che cataloghiamo le donne – e tutto il resto – in soggetti fragili. Siamo donne e come gli uomini non abbiamo i superpoteri. Usciamo dalla gabbia e guardiamo oltre.
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