Dopo la Marcia della Pace di Assisi del 10 dicembre, la Fondazione PerugiAssisi e la coalizione AssisiPaceGiusta chiedono a Parlamento e Governo di impegnarsi per la pace a Gaza e per il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Il 10 dicembre, c’è stata la Marcia della Pace e della Fraternità, ad Assisi, in occasione del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Il pensiero era rivolto soprattutto al Medio-Oriente, da dove continuano ad arrivare notizie di guerra, di morte e di dolore. Era stato diffuso, in quell’occasione, un appello “a tutte le donne e gli uomini che, dentro e fuori le istituzioni, non hanno smesso di credere nell’impegno per la pace, i diritti umani e la giustizia”. A partire della Dichiarazione Universale dei Diritti umani, si chiedeva un impegno forte per la pace: “Anche se sembra difficile, facciamo l’impossibile per spezzare la spirale della violenza. Bomba su bomba, raid dopo raid, assassinio dopo assassinio, razzo dopo razzo, attentato dopo attentato, strage dopo strage, la violenza sta superando ogni immaginazione. Ad un’esplosione così straordinaria di violenza occorre contrapporre un’azione altrettanto straordinaria di segno contrario”.
L’appello era forte e accorato: “Facciamo pace a Gerusalemme. C’è un solo modo per mettere fine a questo incubo che sta insanguinando la Terra Santa e minaccia di infiammare il mondo intero: riconoscere ai palestinesi la stessa dignità, la stessa libertà e gli stessi diritti che riconosciamo agli israeliani. Tanti lunghi e dolorosi decenni di occupazione militare, uccisioni mirate, bombardamenti, guerre, arresti, repressione indiscriminata, abusi, umiliazioni, deportazioni, apartheid e violazione di tutti i fondamentali diritti umani, ampiamente documentati delle Nazioni Unite, dimostrano il fallimento di tutte le opzioni militari. Non ci sarà mai pace senza giustizia”.
L’Italia deve dire “basta!”: appello a Governo e Parlamento
Oggi, quell’appello si rinnova e riprende vigore: la Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace e la coalizione AssisiPaceGiusta lanciano infatti una petizione, per chiedere al Parlamento e al Governo di “trovare il coraggio di dire basta alla carneficina in corso a Gaza e riconoscere lo Stato di Palestina”. Quello che sta succedendo a Gaza, scrivono i promotori, “è vietato non solo dalla morale, ma dalla legge, dal diritto internazionale dei diritti umani e deve essere fermato. L’Italia può fare molto per la pace. Ma deve cambiare: non può continuare ad astenersi o essere di parte”, è scritto nell’appello di Assisi.
“L’Italia deve dire basta! Cessate il fuoco! E lo deve dire ora. Insieme con Papa Francesco, l’Italia, il nostro Parlamento, le forze politiche, le nostre istituzioni, i nostri governanti devono trovare il coraggio di dire basta e di chiedere l’immediato cessate-il-fuoco. Il silenzio ci rende complici”. Per questo, “l’Italia deve chiedere all’Onu l’immediato riconoscimento della Palestina come Stato membro delle Nazioni Unite e impegnarsi a fornire sostegno politico, operativo e finanziario all’attuazione del Piano ‘due Stati per due Popoli’. L’Italia deve assumere un’iniziativa politica urgente: difendere i diritti umani, la legalità e il diritto internazionale e battersi affinché prevalga la forza della legge sulla legge della forza”.
La Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace e la coalizione AssisiPaceGiusta invitano quindi cittadini, le organizzazioni della società civile ed enti locali a firmare l’Appello di Assisi e ad accrescere la pressione politica sul Parlamento.
(Foto apertura: Pierluigi.Palazzi/Shutterstock.com)
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