Daniele Guelfi.
E’ nato e vive a Pisa. Partecipa al Concorso 50&Più per la quinta volta; nel 2019 ha ricevuta la Menzione speciale della giuria per la prosa.
Era da qualche giorno. O qualche settimana… o qualche mese? Insomma, era da un di tempo che Luidue era, più che piuttosto, molto triste. Talmente triste che, talvolta, addirittura gli scappava qualche lacrima, ed erano bufere su quella sferetta conosciuta con l’appellativo d Terra.
Appunto, la Terra era il motivo della sua tristezza.
LUI l’aveva notato da tempo (lo stesso tempo che si intendeva per Luidue, per cui lo chiamò, per parlarne e trovare una soluzione. Logicamente sapeva già tutto. Come poteva essere altrimenti? Ma, sentirlo direttamente dall’interessato, gli sembrava cosa corretta, giusta e meritevole.
Luidue, com’è logico dall’interno. finse di meravigliarsi e si pose a riferire sull’ultima infelice esperienza avuta ritornando, con le massime e migliori intenzioni, su quella Terra i cui abitanti, bianchi, neri o gialli slavati, insomma tutti, incuranti degli esempi e delle lezioni di bontà profuse, continuavano a comportarsi in maniera animalesca.
“Eh, si! Immenso Padre. Ho fatto di tutto, e Voi lo sapete. Anzi, Noi lo sappiamo, ma laggiù continuano a darsele di santa, pardon, malvagia ragione! Sono sceso giù, in volo, assieme a Luitre, perché sono stato tentato. pardon, ho pensato che una nuova mia presenza potesse servire a rimettere a posto certe loro faccende. Naturalmente mi sono presentato con le vesti attualmente in yoga. Blue jeans, una paricollo verde pisello con la scritta LOVE, stivaletti e cinturone borchiato. Pensavo di trovare un’accoglienza cordiale, cosi conciato. L’ultima volta avevo indosso una tunica bianca, fermata in vita da un cordone, come tutù o quasi gli abitanti di quei posti, ed e finita come Voi … Noi sappiamo. Me l’hanno stracciata di dosso e mi hanno preso a frustate, con tutto il resto”.
“CONTINUA. COSA E’ ACCADUTO?”.
“A parte il fatto che lo sapete perfettamente, o non vado a finire proprio in mezzo ad una congrega bardata esattamente come me? Mi hanno squadrato da capo a piedi, quindi, per festeggiare l’arrivo, come mi ha spiegato uno che sembrava il capo, mi hanno offerto una specie di cilindretto di calla, ripiena di qualcosa che sembrava erba secca. Guardando gli altri, ho visto che 10 tenevano in bocca e era infuocato sulla cima. Aspiravano i1 fumo prodotto dalla combustione e poi, dopo qualche istante, istante terreno, lo esalavano verso l’esterno. Ero incuriosito, pur sapendo tutto della faccenda, per cui e malgrado che Luitre, con la sua proverbiale saggezza, mi consigliasse di andarmene, lasciando certe esperienze, mi decisi ad aspirare profondamente quel fumo. Non mi sono controllato e, in un sol colpo, ho consumato tutto il cilindro, ustionandomi un poco le dita”.
“CHE ACCADDE?”.
“Immenso Padre, già lo sapete! Ma è giusto narrarlo. Aspirato quel fumo, ho avvertito uno strano effetto nel profondo della testa. Gli oggetti all’intorno sembravano girare impazziti. Voi sapete bene cosa sia una sarabanda fuori controllo”.
“SAREBBE?”.
La vista variava, da una acutezza infinita ad una appannatura nebbiosa. I suoni. Variavano dal silenzio assoluto ai fischi piu assordanti. Per dirla in breve. come loro, era un casino!”.
“A QUEL PUNTO, COSA HAI FATTO?”.
“Sapete bene che, quando intraprendono certe esperienze, i terrestri tendono a portarle fino alle estreme conseguenze. Solo coi, sempre ragionando da terrestri, possono stabilire se sia buona cosa, oppure il contrario. Purtroppo, e Noi sappiamo che ci si infila la solita maligna mano, finiscono con lo stabilire che la cosa buona sia proprio quella contraria. E non c’è verso di farli ragionare! A niente è valsa la mia personale vicenda in Palestina. Ho cercato di convincerli in tutti i modi. Con le frasi più adatte, con miracoli, per loro, o con promesse e minacce. Niente! Sul più bello, si sono addormentati!”.
“BELLA FIGURA!”.
“Sì, l’ammetto. Non è che la ditta c’abbia fatto un figurone. Tant’è che, ad un certo punto, m’è venuto spontaneo alzare il mignolo per dare loro una lezione”.
“STAI SCHERZANDO, SUPPONGO!”.
“No, immenso Padre. Sono sincero, e Voi lo sapete benissimo ma, come usano dire quei soggetti, quanno ce vo, ce vo! E, in quel frangente, ce voleva! Forse, magari, ho tenuto il mignolo un po’ troppo alzato. Fatto sta che s’è scatenato un terremoto, come dire? di Nostra Signora! S’è aperta una voragine e tutto il gruppetto è sparito, inghiottito dalla terra. Toh!”.
“MA SANTA PAZIENZA! CI VOLEVA PROPRIO?”.
“Ripeto, Padre, quanno ce vo, ce vo! E, v’asssicuro, di pazienza ce ne ho messa tanta, Magari un po’ meno Santa della bisogna”.
“HO LA SENSAZIONE CHE, CON QUESTI VIAGGI FUORI ORDINANZA TU INIZI A PRENDERE DELLE FORMIDABILI CANTONATE!”.
“Forse si, l’ammetto. Ma, nello specifico, se non ti metti nei panni del nemico”.
“MA COSA DICI? COSA DEVO SENTIRE? SANT’IDDIO! CHE DICO? SANTO ME!!”.
“Calma, Padre, vi prego. E’ una frase fatta, laggiù. Intende dire che, per ben conoscere la malattia, è giusto contrarla”.
“E QUINDI TU NON MI DIRAI CHE”.
“Mbè! Proprio contratta, no. Diciamo… diciamo che sono in prova!”.
“SANTA TUA MADRE! CHE SIGNIFICA, IN PROVA?”
“In parole povere, devo tornare giù per dimostrare a quelli la che si può vivere anche senza usare quella strana roba. Mi hanno sfidato e devo accettare la sfida. Il successo potrebbe servire a cambiar o, perlomeno, a limitare gli scontri, i litigi e quei massacri che chiamano guerre”.
“UN’OPERA DI CARITA’, IN CONCLUSIONE”.
Chiamiamola cosi, se a Voi piace. Io la chiamerei una regolamentazione. Di regole, se ne parla tanto. Se ne parla, poi pochi si adeguano. Occorre cambiare musica. Da quando prenderò in mano la faccenda, si faranno le regole! E chi non le rispetta…dovrà sparire!”.
INTENDI PROGRAMMARE LA FINE DEL MONDO, CIOE’!”.
“Credete?”.
“NON LO CREDO. NE SONO CERTO!”.
“E allora?”.
“LASCIA LE COSE COME STANNO. DAI RETTA!”.
“Continueranno a massacrarsi!”.
“E TU, MEGLIO NOI, PER EVITARE I MASSACRI DOVREMMO ELIMINARLI TUTTI. FACENDO LA FINE DEL MONDO!”.
“Immenso Padre, se c’è qualcosa di meglio, che li distragga, li faccia stare insieme in gran numero, pacificamente, mettiamolo in atto”.
“PROVIAMO COL FOOTBALL”.
“Già fatto. Legnate a randemà. Sulle tribune e sul campo. Vedesse quello americano!”.
“CON LA POLITICA?”.
“Peggio briscola. Un continuo litigare e prendersi a seggiolate…”.
“OBBLIGARLI CHIUSI IN CASA?”.
“Si annoiano e ammazzano le mogli”.
“INDOVINATO! ARRICCHIAMOLI TUTTI, ELIMINANDO IL LAVORO!”.
“C’è un proverbio, laggiù che dice: “Dio ci scampi da povero arricchito!”.
“E VA BENE. IMPOVERIAMOLI TUTTI!”
“E finisce cosi: “… e da ricco impoverito! Son tutti e due pidocchi rifatti!”
“QUINDI, NIENTE. MA UNA IDEA CE L’HO: LASCIANO TUTTO COME STA NE RIPARLIAMO FRA UN PALO DI MILLENNI!”.
“Terrestri?”.
“MANCO PER SOGNO: SIDERALI! E IN QUANTO A TE, D’ORA IN AVANTI, PRIMA DI PRENDERE INIZIATIVE AZZARDATE, PARLANE CON PAPA’”.
E fu cosi che i terrestri continuarono allegramente a prendersi a legnate, pregando Dio che mandasse loro la pace.
Di positivo un fatto: un falegname, questa volta, si limitò ad usare due pali, uno più corto e l’altro più lungo, per il caminetto, e tre lunghi chiodi per fissare un tavolato.
E vi sembra poco?