Daniele Guelfi
È nato e vive a Pisa. Partecipa al Concorso 50&Più per la quinta volta; nel 2019 ha ricevuta la Menzione speciale della giuria per la prosa.
Pausa. Intervallo nel niente
per smaltir la stanchezza
di un nulla facente.
La vita. E’ trascorsa, veloce,
lunghi anni, in un lampo.
Ti risvegli un mattino e ti accorgi,
stordito, che il tuo tempo a finito.
Pausa, intervallo nel niente.
Di trascorsi ricordi s’affolla
la mente, e pensi. Stai vivendo
il vissuto, il passato è presente
con il mondo perduto. Il niente.
Il dubbio. Sottilmente si insinua
nelle pieghe trascorse, e corrode.
Quanto hai posto d’impegno, nel
tuo lungo viaggio? Quante volte
è mancato, al bisogno, il coraggio?
A quanto t’è valso l’agire da saggio?
Mi soffermo, nella pausa silente, a fare il conteggio del mio vivere.
Il vivere di un uomo. Dell’uomo. E mi chiedo, nell’insieme degli
interrogativi, il motivo, la ragione della mia presenza sulla terra e
del mio destino di vivere. Che, forse, la mia non presenza nel mondo
avrebbe, ed in qual misura, alterato qualche equilibrio nel grande
disegno del creato? E le mie vicende, nella loro lieve o eccessiva
complessità possono avere un significato nell’infinito contesto della
vicenda umana? Chi sono io? E la domanda che ognuno si fa. Spero.
Si scioglie il pensiero, e riprende
l’inveterato ritmo, la mano. La vita.
Son tanti gli anni, ed il furor s’acquieta,
la stanchezza svanisce, ed il nulla facente
ancora sorride.