Non solo giacimenti di preziose materie prime. Con il surriscaldamento climatico l’isola verde diventa un punto nevralgico per le nuove rotte commerciali artiche, alimentando la competizione tra le grandi potenze
Gli Stati Uniti hanno bisogno della Groenlandia per motivi di sicurezza nazionale. O almeno così ha più volte affermato il rieletto presidente Trump, alle cui rivendicazioni il primo ministro danese Mette Frederiksen ha risposto con un secco: “La Groenlandia non è in vendita”. Ribadendo che ogni scelta va lasciata alla popolazione locale. Ma tanto interesse da parte del tycoon è solo provocazione, un atto di forza nei confronti delle potenze avversarie o nasconde altro?
Gli occhi del mondo sull’isola verde
La Groenlandia è un territorio semiautonomo della Danimarca, remoto, ghiacciato, con il record di nazione meno densamente popolata della Terra (57mila abitanti). L’isola più grande del mondo possiede minerali rari e ambiti come l’uranio, petrolio e vaste riserve di gas naturali. Oltre a numerose materie prime in uso nella tecnologia green, finora monopolio dell’esportazione cinese. Oggi però la Groenlandia è al centro della competizione geopolitico-economica, anche per il cambiamento climatico.
Il riscaldamento globale rivela il volto nascosto della Groenlandia
Il rapido scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai sull’isola potrebbe infatti aprire le porte alle trivellazioni petrolifere e all’estrazione di minerali come rame, litio, cobalto e nichel. Non solo. Il surriscaldamento terrestre sta anche aprendo nuove rotte di navigazione che in alternativa al canale di Suez, permetterebbero di dimezzare il viaggio dall’Europa all’Asia passando per l’Artico. Uno scenario nuovo la cui causa per gli scienziati è un mix dei cambiamenti climatici causati dall’uomo e di modelli metereologici naturali ma in insoliti.
Dalla base di Thule alle nuove rotte artiche
La base militare statunitense di Pituffik (in precedenza Thule), la più settentrionale al mondo (1.500 km dal Polo Nord), sottolinea l’importanza geostrategica della Groenlandia. Nella scorsa presidenza Trump si riferiva alla Groenlandia come ad un “grande affare immobiliare”, sottolineando il valore economico delle sue risorse. Oggi invece l’accento è sull’importanza strategica per la sicurezza e le nuove rotte commerciali nate dallo scioglimento dei ghiacci.
David Holland: la Groenlandia si sta sciogliendo a una velocità record
Secondo lo scienziato David Holland dell’Università di New York, la Groenlandia è la porta del frigorifero della Terra rimasta aperta, dove i ghiacciai si riducono e i mari iniziano a salire. Il caldo record dell’ultima estate ha prodotto lo scioglimento di circa 440 miliardi di tonnellate di ghiaccio dalla calotta groenlandese. Tanto da sommergere la Grecia sotto 35 centimetri d’acqua. Dal 2005 Helheim, uno dei ghiacciai in rapida ritirata, si è ridotto di quasi 10 chilometri.
Il grande regolatore del clima mondiale
La Groenlandia è anche il motore della Atlantic Meridional Overturing Circulation (AMOC), una corrente oceanica che influenza gli uragani e che per lo scioglimento dei ghiacci sta rallentando. Se si arrestasse provocherebbe un gelo prolungato su buona parte del pianeta. Inoltre le montagne di ghiaccio sono responsabili delle correnti climatiche portatrici dell’alta pressione verso Nord America e Europa. Il danno, se sparissero, è evidente.
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