Nelle strade di Londra monta la protesta contro il cambiamento climatico. Centinaia di pensionati manifestano per chiedere ai governi di tutto il mondo di salvare la Terra.
Intanto, dall’altra parte dell’Oceano, nasce Third Act, l’associazione di over 60 pronta ad impiegare l’esperienza degli anni per lasciare un futuro green alle nuove generazioni.
Londra: nonni in manette
Intervistato dall’autorevole Washington Post, il 93enne inglese Arnold Pease è determinato a difendere le proprie posizioni.
L’ex ingegnere e bisnonno è stato arrestato qualche giorno fa nella capitale inglese per essersi rifiutato di abbandonare il picchetto durante una manifestazione contro il cambiamento climatico. Normalmente i movimenti green vengono associati ai più giovani, soprattutto dopo che la svedese Greta Thunberg ha spinto centinaia di migliaia di studenti in tutto il mondo a protestare per la salvaguardia del Pianeta. Ma ora sta accadendo qualcosa di nuovo e inaspettato.
I “gray greens” ribelli
Tra i dimostranti di Londra in questa fine estate sono apparsi per la prima volta molti “verdi grigi” (“gray greens”). Un termine coniato dalla BBC per indicare i senior scesi in campo nella lotta ecologista. Le proteste sono state organizzate da Extinction Rebellion un movimento “dal basso”, che invita alla disobbedienza civile nonviolenta per chiedere ai governi un freno alla deriva anti-ambientalista. Molti accusano il gruppo di impiegare tattiche controproducenti, come bloccare ponti e strade, ma per gli attivisti si tratta dell’unico modo per avere voce in capitolo.
Disposti a tutto
Circa 500 persone – come Pease – sono state arrestate nel corso della manifestazione e poi rilasciate. Ma soprattutto i gray greens, i più anziani, non hanno voluto abbandonare le postazioni appellandosi al senso di responsabilità collettiva. La loro generazione, sostengono, ha fatto (ab)uso di benzina, ha inquinato i cieli e i mari e si è disinteressata per anni della deforestazione dell’Amazzonia. Mentre l’emissione di carbonio aumentava inesorabile. Ora, spiegano ai media, è giunto il momento di agire. In nome dei propri nipoti, anzitutto.
Extinction Rebellion
Lissa Roy, 58 anni, che si definisce anzitutto “nonna”, afferma di aver provato altre tattiche prima di unirsi a Extinction Rebellion. “Ho partecipato a marce – racconta – firmato petizioni, scritto al Parlamento. Tutto inutile”. “Mi rattrista”, conclude amareggiata, “vedere qui i giovani che rischiano l’arresto, sapendo l’impatto che ciò potrebbe avere sulle loro vite future”. Lyssa ha l’appoggio della sua famiglia, particolarmente del suo nipotino ecologista di 11 anni. “Mi diverte quando dice alla sua insegnante che hanno arrestato la nonna. Gli dico: “Spero che tu le abbia spiegato perché”.
Il sondaggio Ipsos Mori
Un sondaggio di Ipsos Mori, pubblicato a fine agosto, evidenzia l’interesse degli anziani inglesi per le tematiche legate al clima. Per il 42 % degli intervistati tra 55 e 64 anni – e il 35 % degli over 65 -, si tratta della principale forma di preoccupazione. Un campione ben più elevato rispetto al 24 % dei giovani tra i 18 e i 34 anni. Il sondaggio rileva che l’ansia dei più anziani per i cambiamenti climatici è aumentata in relazione ai fenomeni estremi degli ultimi tempi. Anche se i ricercatori non escludono che tanto interesse verso il risparmio energetico in alcuni casi possa essere motivato da ragioni di costi più che da un animo green.
USA: l’appello di Third Act
Ma la battaglia dei senior si combatte anche oltre Oceano. Negli Stati Uniti, il 60enne attivista americano Bill McKibben ha appena annunciato un nuovo gruppo: Third Act. Una no profit con il fine di coinvolgere il maggior numero di anziani nella lotta per il clima e l’ambiente. “La nostra generazione – ha twittato – ha fatto la sua parte di danni. Rischiamo di lasciare un mondo peggiore di quello che abbiamo trovato”. McKibben, noto per uno dei primi libri sulla crisi climatica (The End of Nature, 1989), si rivolge ai suoi coetanei (e oltre) perché “sono loro – afferma – ad avere le risorse economiche e politiche, l’esperienza e il tempo necessario ad agire a beneficio delle generazioni future”. Tra i testimonial dell’azione, Jane Fonda. L’attrice – che tra qualche mese compirà 84 anni – si rivolge alla sua generazione definendola come “l’ultima che può ancora agire per salvare il Mondo”.
Consumatori senior sempre più “eco”
Invecchiare è un dono prezioso, ma è anche una responsabilità. L’età avanzata, con il suo carico di esperienze e risorse, è il momento giusto per essere protagonisti a vantaggio di tutta la società. L’ultima ricerca di GFK sulle abitudini dei consumatori (giugno 2021), rivela che in Italia il target degli eco consumatori in ascesa è costituito dai senior. Del resto la parte di popolazione più giovane, in teoria protagonista del cambiamento, di fatto non possiede le risorse necessarie per attuare l’inversione di rotta. Inoltre, a causa delle forti preoccupazioni per il loro futuro, i più giovani finiscono col privilegiare i servizi e le comodità per non dover cambiare i propri comportamenti. Niente più dubbi quindi: per salvare il Pianeta c’è bisogno dell’aiuto di tutti.
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