L’intelligenza artificiale di Google denominata “Co-Scientist” ha recentemente dimostrato capacità straordinarie, risolvendo in appena due giorni un problema scientifico che aveva richiesto dieci anni di studi a un team di ricercatori umani.
Questo eccezionale risultato segna un punto di svolta nell’applicazione dell’IA alla ricerca scientifica.
L’esperimento che ha sbalordito la comunità scientifica
Il dottor José Penadés e il suo team dell’Imperial College di Londra, dopo anni di ricerche approfondite, erano riusciti a determinare i motivi per cui alcuni superbatteri sviluppano immunità agli antibiotici. Questa scoperta, frutto di un decennio di lavoro meticoloso, è stata poi confrontata con le capacità dell’intelligenza artificiale di Google.
Quando il team ha sottoposto lo stesso problema al “Co-Scientist” di Google, l’IA ha impiegato solo 48 ore per giungere alla medesima conclusione raggiunta dagli scienziati. Un dettaglio particolarmente significativo è che la ricerca completa del professor Penadés non era mai stata interamente pubblicata. Nel 2023 il team aveva divulgato un articolo sulla propria ricerca, ma questo non conteneva l’ipotesi finale, la stessa che l’IA ha poi autonomamente identificato.
Il commento
Il professor Penadés ha espresso il suo stupore in un’intervista alla BBC: “Ero così sconvolto dalla notizia che per sicurezza ho contattato Google per sapere se avessero avuto accesso al mio PC, cosa che ovviamente non è avvenuta”. Ciò che ha colpito maggiormente gli scienziati non è stata solo la correttezza dell’ipotesi principale, ma anche il fatto che altre quattro alternative proposte dall’IA fossero tutte plausibili. L’intelligenza artificiale ha persino suggerito uno spunto di ricerca che gli scienziati non avevano ancora considerato e su cui ora stanno lavorando.
“Penso che questo cambierà sicuramente la scienza – ha affermato entusiasta il professor Penadés – . Mi trovo di fronte a qualcosa di spettacolare e sono molto felice di farne parte; è come se avessi l’opportunità di giocare una partita importante”.
Cos’è Co-Scientist e come funziona
Co-Scientist (il nome non è ancora ufficiale) rappresenta un sistema di intelligenza artificiale avanzato sviluppato specificamente per supportare la ricerca scientifica. Il suo funzionamento si basa su modelli di ragionamento complessi che gli permettono di:
– Sintetizzare enormi quantità di letteratura scientifica
– Generare nuove ipotesi di ricerca
– Proporre piani di ricerca dettagliati
– Dibattere internamente le proprie conclusioni
Alan Karthikesalingam, esperto di salute applicata all’IA di Google che ha lavorato al progetto Co-Scientist, ha descritto questo strumento come un modo per fornire “superpoteri” agli scienziati.
I vari processi di elaborazione
Il funzionamento dell’IA non si discosta molto da altre soluzioni conversazionali, ma con capacità notevolmente ampliate nell’ambito scientifico. L’interazione inizia con una domanda o un obiettivo specifico (ad esempio “trova un nuovo farmaco”). Co-Scientist elabora quindi le idee iniziali nei primi 15 minuti dalla richiesta, dopo di che gli agenti AI di Gemini avviano un processo di “dibattito” interno: valutano le ipotesi, le classificano e le perfezionano nei giorni successivi.
Durante questo processo di raffinamento, come spiega Vivek Natarakan, Research Lead di Google Health AI, “gli agenti raffinano continuamente le idee, dibattono idee, criticano idee”. Gli agenti hanno la capacità di consultare la letteratura scientifica, accedere a database specializzati o utilizzare AlphaFold di Google per prevedere la struttura delle proteine.
Il potenziale dell’IA nella ricerca scientifica
La piattaforma Co-Scientist, presentata ufficialmente il 19 febbraio 2024, è stata resa disponibile da Google ad alcuni selezionati gruppi di ricerca, che hanno già pubblicato brevi articoli sui risultati ottenuti. Le reazioni sono generalmente entusiastiche, sebbene con alcune limitazioni.
In un caso, un team di ricerca ha utilizzato Co-Scientist per cercare nuovi trattamenti per la fibrosi epatica. I farmaci proposti dall’IA, tuttavia, erano già stati studiati per questo scopo, non apportando novità concrete. D’altra parte, un team della Stanford University School of Medicine in California ha ottenuto risultati promettenti testando due dei tre farmaci suggeriti dall’IA su organoidi di fegato umano, superando le alternative selezionate dagli stessi ricercatori.
L’impatto futuro sulla ricerca e l’innovazione
Se i risultati preliminari di Co-Scientist dovessero essere confermati su larga scala, potremmo assistere a una rivoluzione nel modo in cui viene condotta la ricerca scientifica. La possibilità di ridurre drasticamente i tempi di ricerca, da anni a giorni, potrebbe accelerare enormemente il ritmo delle scoperte scientifiche in campi cruciali come la medicina, la fisica e la chimica.
È importante sottolineare, tuttavia, che strumenti come Co-Scientist non mirano a sostituire gli scienziati umani, ma piuttosto ad amplificare le loro capacità. Il capitale umano resta essenziale per valutare criticamente le proposte dell’IA, progettare esperimenti appropriati e interpretare i risultati nel contesto più ampio della conoscenza scientifica.
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