Global strike: il 23 settembre è il giorno dello sciopero globale del clima, un’iniziativa internazionale voluta dagli attivisti di Fridays for Future, che vede la partecipazione di tante città italiane.
In occasione del Global Strike, a Pisa l’appuntamento è alle 9.00 in piazza Guerrazzi, a Brescia, sempre dalle 9.00, in piazzale Arnaldo, a Catania alle 9.30 in piazza Roma, ad Ancona dalle 9.00 in via Tiziano, davanti al palazzo della Regione, a Verona dalle 10.30 ai Giardini Sandro Pertini.
Cosa chiede il Global strike?
Anche quest’anno il movimento si rivolge ai leader mondiali affinché provvedano ad aiutare le popolazioni più colpite dai cambiamenti climatici in atto, e a livello nazionale rilancia l’Agenda climatica. Il documento contiene cinque punti programmatici: trasporti e mobilità, energia, lavoro, edilizia e povertà energetica, acqua.
Trasporti e mobilità
Il settore dei trasporti è responsabile del 25% delle emissioni di gas in Italia, e con circa 40 milioni di auto circolanti, il nostro paese è il secondo in Europa per veicoli pro capite. Per questo, la richiesta alle istituzioni è quella di intervenire non solo per convertire il parco auto dai veicoli a combustione a quelli elettrici, ma anche di ripensare al modello della mobilità, con un trasporto pubblico a costi ridotti e con servizi di qualità.
Energia
Parlare di transazione energetica per i Fridays significa convertire tutto il settore alle fonti rinnovabili, con un tasso di riduzione delle emissioni superiore al 10% annuo, e vietare qualunque nuovo progetto legato al combustibile fossile, con un’attenzione alle industrie energetiche che contribuiscono al 24% delle emissioni italiane, riducendone progressivamente l’utilizzo entro il 2035.
Si può inoltre incentivare un nuovo modello energetico di comunità, sempre basato sulle rinnovabili, che può essere creato nei Comuni con una gestione condivisa con i cittadini, le associazioni e le cooperative.
Lavoro
Avere a cuore l’ambiente significa anche lavorare meglio e con salari minimi garantiti, e il movimento propone in Agenda un programma per l’eliminazione della disoccupazione involontaria e la riduzione delle differenze salariali e delle ore settimanali da 40 a 32.
Edilizia e povertà energetica
Oggi in Italia almeno 9 milioni di persone vivono in condizioni di povertà relativa e altri 5 in povertà assoluta, e fra i beni essenziali che vengono sacrificati ci sono anche quelli energetici. Perciò bisogna incentivare l’efficientamento energetico, cercando di ridurre i consumi e integrare le fonti rinnovabili anche a livello domestico. Non a caso il patrimonio edilizio è quello che consuma più energia, con il 39% di emissioni di gas a effetto serra.
Acqua
Per evitare sprechi di acqua e di denaro, bisogna puntare sulla manutenzione della rete di distribuzione, in particolare del settore civile, perché da dati Istat risulta che le perdite di rete ammontano a circa il 42% dell’acqua erogata, pari a 156 litri al giorno per abitante, con forti disparità regionali.
La storia del movimento Fridays for Future
Il movimento è nato nel 2018, a seguito dell’azione della giovane svedese Greta Thunberg che aveva cominciato a protestare seduta davanti al Parlamento con un cartello che recitava “sciopero scolastico per il clima”. In quell’estate infatti, la Svezia era stata colpita da ondate di calore anomale e incendi diffusi. Il 7 settembre, poco prima delle elezioni, Thunberg dichiarò pubblicamente che avrebbe continuato a manifestare tutti i venerdì fino a quando il suo paese non si fosse allineato agli accordi di Parigi sulle emissioni, e il suo slogan Fridays for Future cominciò a ispirare gli studenti di tutto il mondo.
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