Dal 1990 ad oggi l’aspettativa di vita è cresciuta di 6,2 anni. A dirlo sono i dati del Global Burden Disease, lo studio che analizza 288 cause di mortalità in 204 fra Paesi e territori.
L’aspettativa di vita è cresciuta di 6,2 anni dal 1990 ad oggi. A sostenerlo è il Global Burden Disease, studio che analizza 288 cause di mortalità in 204 fra Paesi e territori, pubblicato sulla rivista Lancet. Ciò che emerge è che i progressi scientifici nella lotta alle patologie cerebrovascolari, come ictus e cardiopatie ischemiche, e alle infezioni gastrointestinali e delle vie respiratorie abbiano fatto la differenza.
Lo studio
La ricerca, realizzata dall’Institute for Health Metrics and Evaluation, si occupa di statistiche sulla salute mondiale. Il rapporto ha mostrato come i progressi nella riduzione della mortalità per malattie prevenibili sono stati il principale motore per la maggiore longevità. Dall’altra parte è stato anche messo in evidenza come la pandemia abbia avuto un impatto devastante sulla salute mondiale, e abbia rallentato l’andamento di crescita dell’aspettativa di vita.
Gli oltre 56.600 dati utilizzati provenengono da registrazioni anagrafiche, autopsie, censimenti, sistemi di sorveglianza, registri dei tumori. Sono stati analizzati e scomposti per valutare l’aspettativa di vita per causa di morte, luogo e anno, e mostrare il legame causa-effetto fra patologie e mortalità per ogni anno, dal 1990 al 2021.
I risultati
L’area del mondo che ha registrato l’aumento maggiore in termini di anni è l’Africa subsahariana orientale, con 10,7 anni in più dal 1990 al 2021. Il guadagno in termini di aspettativa di vita è stato possibile grazie al migliore controllo delle malattie gastrointestinali, dovute a carenza di acqua potabile e alla contaminazione degli alimenti.
L’Asia sudorientale, l’Asia orientale e l’Oceania hanno avuto il maggiore aumento netto di aspettativa di vita (+8,3 anni). Da un lato hanno ridotto la mortalità causata da malattie respiratorie croniche, ictus, infezioni polmonari e patologie oncologiche, dall’altro hanno saputo gestire le misure preventive durante la pandemia e ridotto le morti per Covid.
Effetto pandemia
Se le principali cause di morte a livello globale sono rimaste costanti dal 1990 al 2019, nel 2021 l’infezione da Covid 19 è diventata la seconda causa di decesso al posto degli ictus, inserendosi subito dopo le cardiopatie.
In generale, per ogni malattia considerata, i progressi nella riduzione della mortalità sono stati massimi fra il 1990 e il 2019, prima della pandemia che ha introdotto una nuova variabile.
Il futuro
Lo studio ha mostrato quali interventi sulla salute hanno portato i maggiori benefici in termini di longevità. Come quelli nella prevenzione e cura delle malattie enteriche quali, ad esempio, la febbre da tifo provocata dal batterio Salmonella. Allo stesso tempo ha evidenziato anche le criticità sulle quali lavorare nel prossimo futuro. Si dovrà intervenire di più sulle malattie renali croniche, il diabete e i problemi cardiovascolari e oncologici che non hanno manifestato gli stessi progressi nelle diverse aree del mondo.
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