L’emergenza ucraina ha cambiato il corso delle vite di molti e non ci si può girare dall’altra parte. Per questo sono stati tanti i paesi ad aprire le porte e ad accogliere i profughi che stanno scappando dal conflitto. Tra questi, in prima fila, c’è la Repubblica Ceca con la sua capitale.
Praga, infatti, dista 1.500 chilometri da Kyiv, eppure il sentimento di vicinanza è molto forte. La comunità ucraina che vive in Repubblica Ceca, d’altronde, è quella più numerosa. Secondo il Ministero degli Interni ceco, alla fine del 2021 erano quasi 197.000 gli ucraini residenti legalmente.
Gli ucraini a Praga e gli aiuti per la loro patria
Un folto gruppo di zii, cugini e nipoti che si è fatto in quattro, sin dalle prime ore dopo lo scoppio del conflitto, per dare un aiuto concreto alla nazione di Zelensky e ai familiari che la abitano. In varie zone della città sono stati allestiti dei punti di raccolta di viveri e generi di prima necessità attivi 24 ore su 24, in un movimento costante. I furgoncini arrivano nella sede, vengono riempiti con gli scatoloni e ripartono immediatamente alla volta del confine con la Polonia. Una volta a destinazione e svuotati delle merci, il mezzo carica i profughi e riprende la via del ritorno.
La manifestazione a Piazza San Venceslao
Piazza San Venceslao rappresenta il cuore pulsante di Praga ed è il centro delle grandi adunate. Tra fine febbraio ed inizio marzo, nei primi giorni del conflitto, hanno preso vita numerose manifestazioni di pace che hanno richiamato sempre una nutrita schiera di partecipanti. Più di 30 mila persone hanno sfidato il freddo per dare un segno tangibile della propria presenza.
Anche il Presidente Zelensky, un venerdì alle 18, si è collegato via Skype da un bunker di Kyiv per ringraziare della solidarietà mostrata. Si è trattata di uno delle prime apparizioni live del leader ucraino, che poi sarebbe entrato anche nelle sale del potere di mezzo mondo. C’erano più di trentamila persone ad ascoltarlo, quella sera, strette in un abbraccio di bandiere gialle e blu.
L’arrivo degli ucraini a Praga
Anche le stazioni sono state da subito luoghi cruciali per l’accoglienza dei profughi. Sia in quella ferroviaria che in quella dei bus sono state allestite delle tende, gestite da volontari, per la prima accoglienza e le prime informazioni utili ai neoarrivati. Sono i giovani di seconda generazione a svolgere la maggior parte del lavoro. Nati e cresciuti a Praga da genitori ucraini, ma con un forte senso di appartenenza alle loro origini. Come Kateryna che passa tutti i pomeriggi qui: i suoi nonni e i suoi cugini sono ancora a Kyiv, fanno parte di quella resistenza civile che non molla e resiste ai bombardamenti.
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